La matrice decisionale: come prendere decisioni importanti in un progetto

Cosa fai quando hai una decisione importante da prendere? Fai un elenco dei pro e contro? Lanci una moneta? Rimandi sperando che qualcun altro finisca per prendere la decisione per te?

Sicuramente esistono molti modi per fare delle scelte, abbiamo ad esempio già parlato del processo decisionale collaborativo, ma quando si tratta di considerare con oggettività tutti i fattori importanti che fanno parte della decisione, esiste un metodo che regna sovrano: la matrice decisionale.

Sono in molti a spaventarsi quando si parla di applicare la matrice decisionale. Posso però assicurarvi che, una volta compresi i meccanismi e i fondamenti, il suo utilizzo è in realtà più semplice di quello che si immagina.

Quando usare una matrice decisionale (e quando non farlo)?

Una matrice decisionale è uno strumento estremamente utile e versatile. Può aiutare non solo a prendere decisioni complesse, ma anche a stabilire le priorità delle attività, risolvere i problemi e creare argomenti per difendere una decisione già presa.

Avevamo già parlato dei criteri per stabilire le priorità dei progetti,  ma qui parliamo di uno strumento decisionale ideale se si sta discutendo tra alcune soluzioni comparabili che hanno ciascuna criteri multipli quantitativi.

Il processo della matrice decisionale viene utilizzato al meglio quando si decide qualcosa che non è legato ad un’emozione, poiché si tratta di uno strumento logico.

È quindi preferibile utilizzarla quando è necessario valutare una situazione da un punto di vista logico e disporre di variabili comparabili sufficienti per effettuare un’analisi ponderata.

La matrice può essere utilizzata da sola, ma anche in combinazione con altri strumenti e tecniche decisionali.

Cos’è esattamente una matrice decisionale?

Una matrice decisionale è una tabella che aiuta a visualizzare un chiaro vincitore tra le diverse opzioni.

Per creare la matrice, è necessario determinare quali criteri sono importanti nel prendere la decisione finale e quindi assegnare un peso o valore a ciascun criterio.

Ciò consente di dare la priorità ai fattori che contano di più e, di conseguenza, identificare matematicamente quale delle opzioni è la migliore del caso.

Vediamo nel dettaglio quali sono i passaggi fondamentali per utilizzare una matrice decisionale al meglio.


Come creare una matrice decisionale

Una matrice decisionale è semplice ma potente per affrontare decisioni complesse in modo strutturato e razionale. 

Attraverso una serie di passaggi guidati, questo metodo ti consente di confrontare diverse opzioni in base a criteri oggettivi e ponderati. 

Un modello di matrice decisionale ti permette non solo di visualizzare chiaramente le alternative disponibili, ma anche di attribuire un valore concreto a ciascun fattore coinvolto, così da aiutarti a valutare quale scelta sia effettivamente la più vantaggiosa. 

Immagina di dover scegliere tra tre fornitori diversi per un progetto chiave. Ognuno ha vantaggi e svantaggi. Con una matrice decisionale, puoi mettere tutto nero su bianco, dare un peso ai fattori che contano davvero per te – e scegliere con sicurezza.

Vediamo insieme, passo dopo passo, come costruirla.

1) Chiarire il problema

Il primo passo è quello di inserire la decisione da prendere o domanda nella casella decisionale. Questa dichiarazione deve essere specifica e chiara per tutti.

Facciamo un esempio pratico e immaginiamo, ad esempio, che bisogna fare la scelta fra il revisionare una vecchia macchina o acquistarne una nuova. Formulate la domanda corretta e mettetela nella casella decisione da prendere!

2) Valutare i Fattori decisionali

In questo passaggio è necessario fare un brainstorming sui criteri di selezione per la decisione da prendere.

In breve, bisognerà rispondere alla domanda: quali sono i fattori che aiuteranno a prendere la decisione giusta? Oppure, quali sono i fattori critici di successo che è necessario soddisfare?

Nell’esempio scelto al passaggio precedente, i fattori che avrebbero un grande impatto nella decisione sono:

  • In quanto tempo possiamo ottenere un ritorno sull’investimento originale? Chiaramente, più veloce è, meglio è!
  • Flusso di cassa – In che modo ogni opzione influenzerà in termini di liquidità in banca?
  • Tempistiche – quanto tempo “si perde” in ogni scenario?

3) Aggiungere le opzioni

Ora è il momento di confrontare le diverse opzioni disponibili. Queste sono, in altre parole, le soluzioni ai problemi.

Nel nostro esempio abbiamo due opzioni:

  • Revisionare la vecchia auto
  • Comprare un’auto nuova
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4) Assegnare un Peso di ciascun fattore decisionale

È chiaro che in ogni decisione, alcuni fattori avranno più importanza di altri e per questo motivo, è necessario creare un punteggio ponderato.

Ad ogni singolo fattore decisionale si da quindi un punteggio da 1 a 5 (1 è la minima importanza, 5 è la massima)

È assolutamente importante cercare di non attribuire a ciascun fattore decisionale lo stesso peso, altrimenti l’intera analisi non si potrà effettuare.

Se si ha difficoltà nel trovare diversi punteggi, una soluzione è di estendere la scala da 1 a 10, in modo da aiutarti a valutare ogni fattore ancora più profondamente.

5) Aggiungere punteggi per ciascuna opzione

Lo stesso processo fatto precedentemente, si fa ora rispetto a ciascuna opzione.

Anche qui si assegna un punteggio da 1 a 5 e, se non è sufficiente, si può usare una scala da 1 a 10.

6) Scegliere il punteggio più alto

Una volta ottenuti i punteggi in base a tutti i fattori e per ciascuna delle opzioni disponibili, il passaggio successivo è selezionare come vincitore il punteggio più alto.

La matrice decisionale: Conclusioni

Per concludere, la matrice decisionale consente di misurare le opzioni rispetto a ciò che è importante e, soprattutto, di farlo in modo obiettivo e pragmatico.

Questo procedimento elimina la complessità dell’analisi e le decisioni risultano molto più facili da prendere quando si semplificano le cose.

In altre parole, la matrice decisionale consente di concentrarsi su ciò che conta davvero.

È importante inoltre tenere presente che una matrice decisionale non è l’unico strumento decisionale disponibile. Ad esempio, a volte funziona anche un semplice elenco di pro e contro.

Tuttavia, per una decisione in cui si hanno più opzioni e caratteristiche diverse da considerare, una matrice decisionale può fare luce (oggettivamente e matematicamente) sulla scelta migliore.

Se vuoi applicare questi principi nella gestione dei tuoi progetti quotidiani, Twproject ti offre gli strumenti giusti per prendere decisioni consapevoli e condivise.


Anche senza una funzione specifica per la matrice decisionale, puoi sfruttare funzionalità come l’analisi SWOT, la gestione dei rischi e la valutazione delle priorità per affrontare le tue decisioni in modo strutturato, con il supporto del team e una visione completa.

Con Twproject puoi:

  • Analizzare pro e contro in modo oggettivo
  • Identificare punti critici e opportunità
  • Confrontare scenari e scegliere in modo più informato
  • Documentare e condividere il processo decisionale con il team

Ogni progetto è fatto di decisioni: con il giusto metodo e gli strumenti adatti, anche le scelte più complesse diventano un percorso condiviso, chiaro e gestibile.

Crea la tua matrice decisionale.

Project Manager e PNRR: le skill essenziali

Il project Manager per PNRR è una figura essenziale per il successo dei progetti legati appunto al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Le capacità di questo professionista nel pianificare, coordinare e monitorare le iniziative è cruciale per garantire il rispetto delle scadenze e dei risultati strategici.

Vediamo in questo articolo che cos’è il PNRR e quali sono le skill essenziali che un project manager deve avere in questo ambito.

Che cos’è il PNRR?

PNRR sta per “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” e rappresenta probabilmente uno dei più ambiziosi progetti di trasformazione economica e sociale mai intrapresi dall’Italia.

Il PNRR è parte integrante del programma europeo Next Generation EU e punta a rilanciare l’economia italiana con investimenti e riforme orientati alla sostenibilità, digitalizzazione, e inclusione sociale e territoriale.

Oltre 200 miliardi di euro sono stati stanziati per la realizzazione di questo piano; per questo motivo la sua gestione deve essere precisa e competente al fine di garantire un utilizzo efficace dei fondi e che i beneficiari siano realmente percepiti dai cittadini.

Chiaramente, essendo un progetto approvato dall’Unione Europea, il PNRR deve rispettare alcuni requisiti fondamentali:

·  Conformità alle normative UE;

·  Obiettivi strategici, come miglioramento delle infrastrutture fino alla digitalizzazione dei servizi pubblici;

·  Tempistiche precise, i fondi devono essere utilizzati entro e non oltre il 2026.

Le skill essenziali di un project manager PNRR

Il PNRR è un progetto molto complesso, con numerosissime variabili che devono essere gestite attentamente.

Per questo motivo un project manager PNRR deve necessariamente possedere alcune skill essenziali. Ecco quali:

·   Conoscenza del progetto e della gestione di fondi europei: il primo punto è chiaramente legato alla comprensione delle dinamiche del PNRR, dei suoi obiettivi e, in generale, di europrogettazione. Il project manager deve conoscere a fondo le condizioni necessarie per l’accesso ai fondi e l’ambito del progetto.

·   Pianificazione strategica: la capacità di definire obiettivi chiari, identificare i rischi e pianificare ogni fase di questo importante progetto è cruciale per garantire il rispetto delle scadenze e la corretta allocazione delle risorse.

·   Monitoraggio e rendicontazione: i progetti del PNRR richiedono un attento monitoraggio per garantire che gli obiettivi prefissati siano raggiunti e che i fondi siano utilizzati in modo trasparente. Il project manager deve essere in grado di preparare report accurati, verificare l’avanzamento delle attività e misurare l’impatto delle iniziative.

·   Leadership e capacità di comunicazione: in un progetto così imponente gli stakeholder sono numerosi e possono anche ricoprire ruoli importanti all’interno dell’Unione Europea. Il project manager deve essere quindi in grado di comunicare efficacemente con persone di qualsiasi livello oltre che possedere capacità negoziali per gestire le relazioni con partner e finanziatori.

·   Conoscenze tecniche e digitali: con la crescente digitalizzazione, e visto che la digitalizzazione è un punto fondamentale del PNRR, il project manager deve essere in grado di utilizzare strumenti software avanzati, indispensabili per gestire progetti complessi.

Twproject: il software di project management

In un contesto così complesso come quello del PNRR, l’utilizzo di un buon software di project management diventa indispensabile.

In particolare, Twproject permette di facilitare la gestione dei progetti PNRR nei seguenti modi:

·  Pianificazione: Uno dei punti di forza di Twproject è la sua capacità di supportare la pianificazione dei progetti in maniera strutturata e intuitiva.

Il software consente di creare piani di progetto dettagliati, includendo la definizione degli obiettivi, delle tempistiche e delle scadenze critiche.

La funzionalità di assegnazione dei compiti ai membri del team è estremamente utile per garantire che ogni risorsa sia impiegata in modo efficiente e che tutte le scadenze imposte dal PNRR vengano rispettate.

Inoltre, la visualizzazione tramite diagrammi di Gantt facilita una comprensione immediata dell’avanzamento del progetto.

Gantt chart in Twproject

· Monitoraggio delle performance: Twproject consente di tracciare l’avanzamento delle attività e di monitorare in tempo reale i KPI. Questo consente al project manager la possibilità di intervenire tempestivamente in caso di ritardi o deviazioni, minimizzando i rischi di non conformità ai requisiti del PNRR.

· Comunicazione centralizzata: Twproject facilita la collaborazione tra i vari stakeholder, promuovendo una comunicazione trasparente e all’interno dello stesso sistema. 

Tutti i dati relativi al progetto sono archiviati in un unico luogo, facilmente accessibile e sicuro, eliminando la dispersione delle informazioni.

Questa funzionalità è particolarmente utile per mantenere un registro dettagliato delle decisioni prese, degli aggiornamenti forniti e delle eventuali richieste di modifica, garantendo la massima trasparenza.

· Rendicontazione: la rendicontazione è uno degli aspetti più critici per i progetti finanziati dal PNRR, poiché richiede un alto livello di dettaglio e precisione.

Twproject semplifica enormemente questo processo, permettendo di generare report personalizzati e automatizzati che includono tutti i dati rilevanti del progetto.

Questi report possono essere facilmente condivisi con i finanziatori o con gli organi di controllo, assicurando piena conformità alle normative e una gestione trasparente dei fondi.

Come visto quindi, il successo di un progetto in ambito PNRR dipende in primis dalla capacità di gestione di un project manager competente e qualificato.

In questo scenario, un software di project management come Twproject rappresenta un alleato strategico in grado di offrire strumenti avanzati per ottimizzare le operazioni e garantire la massima efficienza, contribuendo così alla ripresa e alla trasformazione dell’Italia.

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Metodologia OKR per Startup: perché funziona e come implementarla

La metodologia OKR è un framework che ha resistito alla prova del tempo e si è rivelata adatta a organizzazioni di ogni dimensione e ambito, incluse le Startup.

Tutte le organizzazioni stabiliscono obiettivi per se stesse e coinvolgono la propria forza lavoro in base a tali obiettivi.

Ma la metodologia OKR non è solo per le aziende grandi e digitali, ma può aiutare le Startup a essere agili e a muoversi velocemente, indipendentemente dalle dimensioni o dai finanziamenti.

Vediamo in questo articolo perché la metodologia OKR funziona e come implementarla.

Che cos’è esattamente la metodologia OKR?

OKR sta per “Objectives and Key Results”, cioè obiettivi e risultati chiave.

Si tratta di un quadro innovativo di definizione degli obiettivi, inventato da Andrew Grove e reso popolare da John Doerr attraverso il suo libro intitolato “Measure what matters”, cioè “misurare ciò che conta”.

Gli obiettivi secondo OKR sono gli obiettivi principali che si desidera raggiungere entro un lasso di tempo.

I risultati chiave sono definiti per ciascuno degli obiettivi e questi sono i passi attuabili e misurabili che possono essere intrapresi per completare ogni obiettivo.

Idealmente, un obiettivo dovrebbe essere chiaro e conciso e i risultati chiave dovrebbero essere specifici, misurabili e pertinenti.

La metodologia OKR prevede un approccio top down, in cui la leadership dell’azienda definisce gli obiettivi principali che verranno poi suddivisi in risultati chiave a ogni livello dell’organizzazione. Questa metodologia consente di allineare tutti i livelli aziendali verso un obiettivo comune, garantendo che tutti i dipendenti lavorino verso gli stessi traguardi.

Inoltre, la misurazione dei progressi è una componente fondamentale degli OKR, permettendo di monitorare costantemente l’avanzamento e di apportare correzioni se necessario.

Perché la metodologia OKR è ideale per le Startup?

I primi anni di qualsiasi Startup o piccola impresa tendono ad essere turbolenti. Il lavoro è dinamico, le scadenze sono sporadiche e c’è una costante necessità di stabilire le priorità e riprogrammare le attività.

In uno scenario del genere, la metodologia OKR può fornire la chiarezza necessaria sullo scopo e sul progresso della Startup.

Le startup di solito esitano a scegliere un quadro di definizione degli obiettivi come gli OKR poiché presumono che si tratti di una metodologia per aziende affermate.

È vero che aziende come Intel e Google utilizzano gli OKR per seguire una traiettoria di crescita, tuttavia, se utilizzati correttamente, gli OKR possono essere altrettanto efficaci e gratificanti per le Startup.

In realtà, aziende come Google hanno scelto gli OKR già nei primi tempi di crescita..

In sintesi, perché gli OKR funzionano per le startup?

  • Gli OKR definiscono obiettivi chiari e misurabili, fornendo una bussola per l’intera organizzazione. Tutti i team e i membri del team sanno su cosa concentrarsi e come il loro lavoro contribuisce al quadro generale.
  • Gli OKR creano un terreno comune per l’allineamento, assicurando che tutti remino nella stessa direzione. La trasparenza degli OKR favorisce la collaborazione e la comunicazione tra team e dipartimenti.
  • Gli OKR incoraggiano a stabilire obiettivi ambiziosi, pur rimanendo realistici. La suddivisione degli obiettivi in risultati chiave misurabili permette di monitorare i progressi e di apportare modifiche in corso d’opera.
  • Le startup operano in un ambiente in continuo cambiamento. Gli OKR permettono di adattare rapidamente gli obiettivi e i piani in base alle nuove sfide e opportunità.
  • Gli OKR non sono solo obiettivi di business, ma una storia del “cosa” e “come” si raggiunge il successo. Questa chiarezza ispira e motiva i team, aumentando il loro impegno e la loro produttività.

Esempio OKR per una startup

Un esempio di OKR potrebbe essere:

Obiettivo: Aumentare la visibilità del brand online

Questo obiettivo è cruciale per molte Startup che cercano di affermarsi in un mercato competitivo. Aumentare la visibilità del marchio significa raggiungere più persone, migliorare la reputazione e, in ultima analisi, attrarre più clienti.

Vediamo un esempio dettagliato di come questo obiettivo può essere scomposto in risultati chiave misurabili.

Risultato Chiave 1: incrementare il numero di follower sui social media del 30% entro il trimestre.

  • Motivazione: avere un numero maggiore di follower sui social media aumenta l’audience potenziale per i contenuti del marchio e migliora la percezione di credibilità e popolarità.
  • Strategia: pianificare una campagna di marketing sui social media che includa contenuti di alta qualità, post regolari e interazioni con i follower.
  • Collaborare con influencer rilevanti per il settore per amplificare la portata del messaggio.
  • Utilizzare strumenti di analisi dei social media per monitorare le metriche di crescita e engagement.

Risultato Chiave 2: Pubblicare 10 articoli di blog di alta qualità entro la fine del mese.

  • Motivazione: I contenuti di qualità aumentano la visibilità organica nei motori di ricerca e attraggono visitatori interessati al sito web, migliorando così la SEO e la reputazione del marchio.
  • Strategia:
    • Identificare e ricercare argomenti rilevanti e di interesse per il target di pubblico.
    • Assegnare la creazione dei contenuti a scrittori esperti o coinvolgere esperti del settore per contributi guest.
    • Ottimizzare gli articoli per i motori di ricerca (SEO) e promuoverli attraverso i canali social e newsletter.

Risultato Chiave 3: Raggiungere 100.000 visualizzazioni uniche sul sito web entro la fine del trimestre.

  • Motivazione: Un alto numero di visualizzazioni uniche indica un buon traffico verso il sito web, suggerendo un interesse crescente verso il marchio e i suoi contenuti.
  • Strategia:
    • Implementare tecniche di ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) per migliorare il posizionamento nei risultati di ricerca.
    • Utilizzare campagne di pubblicità online (Google Ads, Facebook Ads) per attirare traffico targettizzato.
    • Creare una strategia di marketing dei contenuti che preveda la distribuzione di contenuti su vari canali (blog, social media, newsletter).

Obiettivo: migliorare l’esperienza del cliente

L’esperienza del cliente è un fattore critico per il successo a lungo termine di una Startup. Migliorare l’esperienza del cliente può portare a una maggiore fedeltà, recensioni positive e passaparola. Ecco come questo obiettivo può essere articolato in risultati chiave.

Risultato Chiave 1: Ridurre il tempo di risposta del servizio clienti a meno di 2 ore entro la fine del trimestre.

  • Motivazione: un tempo di risposta rapido aumenta la soddisfazione del cliente e riduce la frustrazione, contribuendo a migliorare la percezione del servizio offerto.
  • Strategia:
    • Implementare un sistema di gestione delle richieste (ticketing system) per tracciare e rispondere rapidamente alle domande dei clienti.
    • Formare il team di supporto clienti per migliorare l’efficienza e la qualità delle risposte.
    • Monitorare i tempi di risposta e implementare miglioramenti continui basati sui dati raccolti.

Risultato Chiave 2: Raggiungere un Net Promoter Score (NPS) di 70 entro la fine del trimestre.

  • Motivazione: Un alto NPS indica che i clienti sono soddisfatti del servizio e sono propensi a raccomandare il marchio ad altri.
  • Strategia:
    • Condurre sondaggi regolari sulla soddisfazione dei clienti per raccogliere feedback e identificare aree di miglioramento.
    • Implementare miglioramenti basati sul feedback dei clienti, concentrandosi sulle aree critiche identificate.
    • Comunicare regolarmente con i clienti per mantenere alta la loro soddisfazione e fedeltà.

Risultato Chiave 3: Aumentare la percentuale di clienti che ritornano del 20% entro la fine del trimestre.

  • Motivazione: Una maggiore percentuale di clienti che ritornano indica che i clienti sono soddisfatti dei prodotti o servizi e scelgono di continuare a utilizzarli.
  • Strategia:
    • Implementare programmi di fedeltà o incentivi per i clienti che effettuano acquisti ripetuti.
    • Migliorare la qualità e la gamma dei prodotti o servizi offerti per soddisfare meglio le esigenze dei clienti.
    • Utilizzare campagne di marketing mirate per mantenere il coinvolgimento dei clienti esistenti.

Migliori pratiche OKR per le Startup

Come visto, il fattore più importante della metodologia OKR per le Startup è definire gli obiettivi che avranno davvero un impatto.

Ecco quindi le migliori pratiche per farlo:

  • Concentrarsi sulle priorità: una Startup può lavorare su diverse cose, ma i leader dovrebbero scegliere quegli obiettivi che hanno il potenziale per avere il maggiore impatto. Obiettivi come la crescita dei ricavi o la costruzione del marchio sono dei buoni punti di partenza.

  • Combinare il principio SMART: i risultati chiave assomigliano molto alla metodologia SMART di definizione degli obiettivi. I risultati chiave devono infatti essere specifici, misurabili, realizzabili, pertinenti e vincolati nel tempo. Se un risultato chiave non segue queste regole, allora dovrebbe essere modificato o eliminato.

  • Essere collaborativi: nella fase iniziale i leader potrebbero adottare un approccio dall’alto verso il basso, ma con il tempo, attraverso il feedback e le revisioni del team, dovrebbero riuscire a coinvolgere tutte le persone nella gerarchia. Tale partecipazione non solo stimolerà il cameratismo tra i membri del team, ma darà loro anche un obiettivo condiviso. A volte un approccio dal basso verso l’alto funziona meglio perché aiuta a valutare correttamente le capacità e l’impegno necessari per raggiungere gli obiettivi.

  •  Focus sulla durata: gli OKR per le Startup dovrebbero essere redatti pensando a una breve durata, che va da un mese a un trimestre. L’impostazione di OKR a breve termine aiuterà a rimanere flessibili e ad adattarsi ai mutevoli scenari. Inoltre, gli OKR a breve termine forniscono anche una motivazione costante quando il team vedrà gli obiettivi raggiunti, mese dopo mese.

  • Garantire che il team sia in linea con gli OKR: si potrebbe aver speso tempo e denaro per creare OKR eccezionali. Tuttavia, è importante che il team sia allineato e comprenda che i propri obiettivi devono essere legati alle priorità dell’organizzazione.

Twproject: lo strumento ideale per seguire una metodologia OKR

Sebbene gli OKR possano essere scritti in un semplice programma, questi non si realizzeranno solo scrivendoli e tenendoli come riferimento.

Il vero valore degli OKR sarà realizzato quando questi verranno monitorati e lo stato di avanzamento verrà aggiornato costantemente anche con l’intenzione di correggere la direzione se necessario.

Per questo motivo, un valido strumento di project management, come Twproject, diventa necessario.

Twproject aiuta ad individuare e monitorare gli OKR nella forma più corretta.

Attraverso questo sistema si potranno controllare e completare gli obiettivi di una Startup in modo efficiente e collaborativo.

L‘utilizzo di Twproject per una Startup fornisce un modo strutturato e sistematico per definire gli obiettivi e monitorare i progressi.

Aiuta a concentrarsi sulle cose giuste al momento giusto, consentendo ad una Startup di dare priorità ai propri sforzi e ad adottare i cambiamenti richiesti, oltre a prendere decisioni basate sui dati, a migliorare la collaborazione e a semplificare le operazioni aziendali.

Twproject semplifica le operazioni aziendali, aiutando le Startup a concentrarsi sulle cose giuste al momento giusto, migliorando la gestione del tempo e delle risorse, e facilitando il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

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Il Ciclo di Deming (PDCA) e il miglioramento costante della qualità

Prendere atto della qualità e cercare di migliorarla è probabilmente lo scopo principale alla base del miglioramento continuo dei processi aziendali.

Questa filosofia del miglioramento dei processi nasce da una persona chiave, William Edwards Deming, uno statistico, spesso però definito come filosofo della scienza.

L’obiettivo di Deming era di riapplicare il metodo scientifico ai sistemi di gestione dei processi aziendali, cosa che ha fatto appunto con il cosiddetto Ciclo di Deming, o Plan Do Check Act (PDCA).

L’approccio di Deming non riguarda solo il miglioramento dei processi, ma può anche riguardare il miglioramento di un’intera organizzazione in generale.

Che cos’è il Ciclo di Deming

Il ciclo di Deming (spesso chiamato anche ruota di Deming) è un modello di miglioramento continuo della qualità che consiste in una sequenza logica di quattro fasi chiave:

  • P – Plan, ovvero la pianificazione
  • D – Do, ovvero l’esecuzione
  • C – Check, ossia il test ed il controllo
  • A – Act, cioè l’azione

L’esperienza formativa di Deming come ingegnere gli ha fornito una panoramica dei processi industriali e del tentativo reale di standardizzare le operazioni per garantire un funzionamento su vasta scala.

Studiando poi fisica matematica arrivò a trovarsi in una posizione che gli permise di contribuire alla crescente scienza delle statistiche.

Le tecniche di campionamento di Deming, ad esempio, sono ancora in uso presso il Dipartimento di censimento degli Stati Uniti e il Bureau of Labor Statistics.

I punti chiave su cui Deming ha voluto lavorare sono:

  • Avere un sistema in atto per il miglioramento continuo della qualità
  • Ridurre i difetti attraverso livelli più elevati di uniformità della qualità
  • Capire il significato di qualità nel contesto della gestione aziendale
Il Ciclo di Deming e il miglioramento costante della qualità

Vediamo quindi le quattro fasi del Ciclo di Deming nel dettaglio.

Le fasi del Ciclo di Deming: Pianificazione

Il primo obiettivo del Ciclo di Deming è pianificare in anticipo per capire cosa si vuole ottenere in base ai risultati attesi. Si tratta di un passo sia pratico che teorico.

Qui si ha a che fare con i processi aziendali, quindi si ha l’intenzione di migliorare qualcosa all’interno dell’organizzazione.

In questa fase si dovrà testare e analizzare ciò che risulta attualmente sbagliato nel prodotto o nel processo e come questo può essere migliorato.

Si cercherà anche di capire quali cambiamenti è possibile apportare per affrontare questi problemi o per ottenere qualcosa di meglio nel contesto.

Si cercherà di mappare operativamente come questo miglioramento possa essere gestito e raggiunto.

 Le fasi del Ciclo di Deming: Esecuzione

L’esecuzione inizia prima con un test su piccola scala e in un contesto circoscritto.

Qui vengono implementate le modifiche per testare le differenti variabili ed ogni passo verrà documentato.

Invece di decidere semplicemente di fare un cambiamento e improvvisamente di revisionare tutte le operazioni, è fondamentale apportare cambiamenti lentamente e in modo iterativo durante il test delle ipotesi.

L’utilizzo di studi che possono essere misurati rispetto ai gruppi di controllo consente di comprendere meglio i dati ricevuti, consentendo non solo di migliorare l’output, ma di capire esattamente perché l’output è stato migliorato dalle modifiche apportate.

Per Deming, questa fase dovrebbe eseguire un modello come se fosse un esperimento scientifico.

Le fasi del Ciclo di Deming: Test e controllo

In questa fase si studiano e raccolgono i risultati ed i riscontri.

Per Deming, i risultati della pianificazione e dell’esecuzione verranno mostrati proprio in questa fase.

I risultati coincidono con le previsioni? In quali modi i risultati differiscono e perché?

Questa fase di studio, per Deming, insegna a trarre conclusioni proprio come fa uno scienziato dopo un esperimento. Invece di porsi semplicemente la domanda “Ha funzionato?”, per Deming ci si dovrà chiedere “Perché ha funzionato?”.

 Le fasi del Ciclo di Deming: Azione

Questa fase è lo stadio finale del processo e la prima fase del prossimo ciclo.

Qui le modifiche consigliate sono state implementate ed il processo viene reso definitivo. Ora che si è appreso che l’output può essere generato eseguendo l’azione X, questa azione verrà eseguita in ogni caso pertinente.

Questa fase può includere sia l’implementazione di miglioramenti nell’azienda sia l’implementazione di nuove conoscenze all’interno dell’organizzazione.

Proprio come i risultati di esperimenti ripetuti creano nuove conoscenze utili sia per le condizioni di quegli esperimenti che per la conoscenza scientifica nel suo complesso, così questi risultati aziendali devono essere incorporati in nuove premesse da cui è possibile ricominciare il ciclo.

L’azienda continua infatti ad attraversare il ciclo fino a quando i risultati attesi ed effettivi sono gli stessi e non sono necessari ulteriori cambiamenti.

 I pro e i contro

Il Ciclo di Deming è un modo semplice ma potente per la gestione della qualità e per risolvere problemi nuovi e ricorrenti in qualsiasi settore o processo.

Il suo approccio iterativo consente al project manager e al suo team di testare soluzioni e valutare i risultati in un ciclo di miglioramento della qualità.

Il Ciclo di Deming instituisce un impegno al miglioramento continuo, per quanto piccolo, e può migliorare l’efficienza e la produttività in modo controllato, senza il rischio di apportare modifiche su larga scala non testate.

Tuttavia, passare attraverso il Ciclo di Deming può essere molto più lento e laborioso rispetto ad un’implementazione diretta.

Per questo motivo potrebbe non essere l’approccio appropriato per affrontare un problema urgente o un’emergenza.

Inoltre, questa metodologia richiede un significativo “buy-in” da parte dei membri del team e offre minori opportunità di innovazione radicale.

Per Deming, il PDCA tratta gli esperimenti di processo come test di ipotesi ponendo le domande “ha funzionato o non ha funzionato?” e “L’ipotesi è vera o l’alternativa è vera?”

Questo è il ciclo attraverso il quale un’ipotesi viene sviluppata, gli esperimenti vengono condotti, i risultati vengono valutati e l’ipotesi viene rivista e ripetuta.

In sintesi, i suoi vantaggi principali includono:

  • Approccio iterativo: permette un miglioramento costante senza modifiche improvvise e rischiose.
  • Aumento dell’efficienza: aiuta a ridurre gli sprechi e migliorare la produttività.
  • Metodologia basata sui dati: il processo decisionale si basa su analisi concrete e misurabili.

Alcune sfide comprendono:

  • Lentezza nell’implementazione: Seguire tutte le fasi del ciclo può richiedere più tempo rispetto ad altre metodologie più rapide.
  • Necessità di coinvolgimento del team: Per funzionare al meglio, deve essere accettato e applicato da tutta l’organizzazione.

In poche parole, l’approccio di Deming sembra voler togliere i paraocchi.

Bisogna smettere di cercare solo piccole modifiche per eliminare le inefficienze nei processi e iniziare invece a pensare in grande su come i processi possono essere migliorati per aumentare la qualità.

Per Deming, andrebbero usati gli stessi livelli di rigore scientifico che ci si aspetterebbe dai migliori ricercatori. Proviamoci.

Twproject: il Software per una Gestione Efficace del Ciclo di Deming

L’implementazione efficace del Ciclo di Deming richiede strumenti adeguati per gestire progetti, monitorare l’avanzamento delle attività e raccogliere dati utili per il controllo e il miglioramento

In questo contesto, Twproject si rivela un software essenziale per ottimizzare i processi aziendali e garantire un miglioramento continuo dei processi.

Twproject consente di:

  • Pianificare le attività e assegnare responsabilità specifiche a ciascun team.
  • Eseguire i progetti in modo strutturato, con strumenti per la collaborazione e la gestione delle risorse.
  • Monitorare e controllare i progressi grazie a dashboard personalizzate e KPI.
  • Applicare azioni correttive in tempo reale per garantire la qualità e l’efficienza.

Grazie a Twproject, le aziende possono gestire il Ciclo di Deming in modo più efficace, digitalizzando i processi e migliorando la gestione della qualità con strumenti di project management avanzati.

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Matrice RACI: cosa deve essere fatto e da chi

La matrice RACI è uno strumento molto importante che può aiutare nell’implementazione e nel corretto funzionamento di un processo.

Questa matrice viene principalmente utilizzata per allineare gli elementi umani all’interno di un processo.

Di solito ci sono molte persone diverse coinvolte in un processo ed ognuna ha responsabilità diverse.

Una matrice RACI fornisce quindi una documentazione esplicita e mantiene un riferimento pronto da utilizzare in diverse fasi del processo.

Cosa significa RACI?

Per capire cosa sia la matrice RACI è necessario capire il significato della sua sigla.

RACI sta per “Responsible, Accountable, Consulted, Informed”. Ecco la traduzione ed il significato di ciascuno di questi termini:

  • Responsabile: è la classe di persone che sono responsabili di portare a termine il lavoro. Questo può riferirsi ai singoli lavoratori che eseguono l’attività assegnata o potrebbe fare riferimento ad un sistema nel caso in cui l’attività sia automatizzata.
  • Responsabile dell’approvazione dell’attività: è la classe di persone responsabili di supervisionare ed approvare il lavoro che viene svolto. Si tratta di solito di una persona di alto livello all’interno dell’organizzazione.
  • Persone consultate: questi possono essere soggetti che devono essere consultati al momento di un’eccezione, sia internamente che esternamente, i cosiddetti “consulenti”.
  • Persone informate: è la classe di persone che non ha bisogno di essere coinvolta in maniera attiva nel progetto, ma che comunque ha interesse nella sua esecuzione e deve essere tenuta informata. Le persone informate corrispondono agli stakeholder.

Regole per l’utilizzo di una matrice RACI

Vediamo insieme quali devono essere le regole generali per l’utilizzo corretto di una matrice RACI.

Un’unica persona responsabile

È essenziale che a una sola persona vengano assegnati i ruoli di responsabilità segnalati dalle sigle R ed A. Avere più di una persona responsabile per lo stesso compito aumenta infatti l’ambiguità e le possibilità che il lavoro non venga eseguito correttamente.

Sebbene questa sia la regola, avere un’unica persona responsabile può, però, portare ad altri tipi di problemi.

Se la persona responsabile è incompetente, ad esempio, l’intero processo potrebbe non essere svolto correttamente. È per questo motivo che spesso esiste una gerarchia di persone responsabili.

Comunicazione con le persone consultate

Deve esserci un canale di comunicazione a due vie con i cosiddetti “consulenti”. L’aspetto importante è che questa comunicazione sia bidirezionale. Inoltre, è necessario garantire un follow-up adeguato.

Ogni stakeholder coinvolto nel processo deve essere chiaramente identificato nella matrice di assegnazione per assicurarsi che tutte le parti interessate siano informate e che le loro opinioni vengano considerate. 

Ciascun membro del team deve essere consapevole di chi deve consultare e come mantenere aggiornati i consulenti sulle evoluzioni del progetto.

Inoltre, ogni membro dovrebbe essere responsabile di documentare e condividere i feedback ricevuti dai consulenti. Questo non solo aiuta a mantenere una traccia delle consultazioni ma contribuisce anche a garantire che tutti i contributi siano presi in considerazione nelle fasi del progetto.

Informare le persone informate, ossia gli stakeholder

Questo è un canale di comunicazione a senso unico. Di solito è pensato come una metrica di controllo e di solito è automatizzato, ma necessita comunque di un responsabile che se ne occupi in modo da garantirne il corretto funzionamento.

Ci dovrebbe sempre essere almeno una persona responsabile per ogni attività in un processo. Allo stesso modo, deve esserci sempre almeno una persona responsabile per ogni compito.

Non ci può essere più di una persona responsabile per la stessa attività di processo.

Nella stessa attività ci possono però essere diverse persone consultate e informate.

Per approfondire il significato e la definizione di stakeholder e shareholder in azienda leggi qui.

Come creare una matrice RACI

Ora che si conosce il significato delle lettere della parola RACI, è il momento di capire come creare una matrice RACI. Ecco quindi quali sono i passaggi fondamentali:

  • Fare un elenco di tutte le attività di un processo.
  • Fare un altro elenco, questa volta di tutti coloro che sono coinvolti nel processo.
  • Assemblare una tabella con una riga riservata per ogni attività di processo.
  • Nella stessa tabella, creare colonne corrispondenti a ciascuna persona coinvolta nel processo.
  • Analizzare ogni attività e contrassegnarla con una delle lettere che fanno parte della sigla RACI.
RACI matrix

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Vantaggi dell’utilizzo della matrice RACI

Dopo tutto quello ciò che è stato visto finora, una domanda sorgerà spontanea: perché usare la matrice RACI? Quali sono i vantaggi di questo metodo?

Ecco le motivazioni per cui è importantissimo utilizzare una matrice RACI:

  • Facilita il monitoraggio delle responsabilità di ciascun membro.
  • Aiuta altri membri del processo a sapere a chi segnalare, chiedere aiuto o affidare una consegna o attività.
  • Impedisce a un processo di fermarsi perché qualcuno non è riuscito a soddisfare una responsabilità assegnata.
  • Controllo formale e documentato di “chi dovrebbe fare cosa“.
  • Facile da usare e creare, si tratta infatti di uno strumento visivo e intuitivo il che lo rende un metodo che può essere consultato rapidamente.
  • Stimola la comunicazione tra i membri del team di progetto, la collaborazione ed il lavoro di squadra.
  • Permette di avere una divisione chiara e obiettiva dei compiti tra i membri del gruppo di lavoro.
  • Crea un maggiore senso di responsabilità. I lavori e i risultati degli altri dipendono dalle prestazioni di ciascuno su ogni attività.
  • Permette di assegnare le risorse nella giusta misura.
  • Previene la duplicità delle attività.
  • Se un membro del team lascia il progetto, il sostituto sa esattamente cosa fare e dove si trova all’interno del processo.
  • Utilizzando una matrice di assegnazione, si possono chiarire le parti interessate e garantire che tutte le fasi del progetto siano coperte senza sovrapposizioni.
  • La matrice RACI può essere aggiornata per riflettere l’avanzamento del progetto e adattarsi alle nuove esigenze del team e del progetto.

L’utilizzo, quindi, di una matrice RACI, permette al project manager e a tutte le persone coinvolte nel progetto di sapere esattamente e senza fraintendimenti chi è responsabile di cosa.

Implementare la matrice RACI all’interno di un software di project management come Twproject consente di ottenere processi più ordinati e disciplinati all’interno di un progetto, nonché di monitorare lo stato di salute dei medesimi.

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La Statement of Work (S.O.W.): obiettivi e lavoro di un progetto

Una Statement of Work, o S.O.W., è uno dei più importanti documenti nel project management in quanto delinea tutto ciò che deve rientrare in un progetto.

I processi di gestione del progetto includono molti documenti diversi, indipendentemente dal settore, ma nella SOW si può ritrovare una descrizione completa di quello che sarà il progetto.

Non solo schemi dati e numeri previsionali ma un vero e proprio racconto del lavoro progettuale. Verranno descritte le attività da svolgere, i risultati da ottenere e le scadenze, ma anche i prezzi, condizioni e governance del progetto.

In sostanza la Statement of Work è il documento più completo del progetto per avere una visione d’insieme di ciò che ci apprestiamo a realizzare e dei tempi e modi in cui intendiamo farlo.

Vediamo meglio di che si tratta in questo articolo.

Che cos’è una Statement of Work?

Una SOW è un documento di project management formale che ha lo scopo di definire l’intero ambito di lavoro del progetto e chiarire risultati, costi e scadenze.

In questo modo si tengono sotto controllo sia i requisiti del progetto sia le risorse necessarie, evitando confusione o sovrapposizioni di competenze.

Questo tipo di documento viene utilizzato nei casi in cui i progetti coinvolgono fornitori e collaboratori esterni e viene generalmente creato come parte di un contratto, spesso in forma di accordo quadro di servizio, così da stabilire regole chiare tra le parti.

I responsabili di progetto dovrebbero prestare sufficiente attenzione a fornire una SOW chiara a tutti gli stakeholder per evitare controversie riguardanti risultati, budget o scadenze.

Una Statement of Work è praticamente “la Bibbia” per il lavoro che il progetto deve produrre, uno strumento di governance chiave, sia che venga utilizzato per dirigere il lavoro per un fornitore o appaltatore, sia che venga utilizzato per dirigere il lavoro internamente.

Il lavoro contenuto in questo documento fa parte dell’obbligo contrattuale, mentre le attività non contenute saranno svolte solo se concordate reciprocamente o introdotte nel progetto attraverso una richiesta di modifica.

Quando si ha bisogno di una SOW?

Il valore di una SOW risiede nella sua capacità di acquisire tutti gli elementi di lavoro ed attività critiche del progetto ed è particolarmente utile in due situazioni:

  • Quando si stipula un contratto con un fornitore o un consulente esterno
  • Come fase di pianificazione intermedia per un grande e complesso progetto in cui il lavoro viene svolto internamente.

Non si ha bisogno di una Statement of Work quando il progetto è piccolo e abbastanza semplice da mettere in pratica.

La Statement of Work obiettivi e lavoro di un progetto

Quando redigere la SOW?

La SOW deve essere redatta dopo la dichiarazione dell’ambito, quindi durante la fase di pianificazione del progetto.

In particolare, la dichiarazione dell’ambito dovrebbe catturare, seppur in termini molto generali, il prodotto del progetto.

Ad esempio, se si vuole lanciare un progetto per sviluppare un software per acquisire e tenere traccia degli ordini, la dichiarazione di ambito includerebbe un elenco degli utenti impiegati per l’immissione degli ordini, gli ingegneri del software e gli impiegati che spediscono gli ordini.

Inoltre, si potranno anche includere le funzionalità desiderate nel sistema, ad esempio se è accessibile su Internet, quali informazioni deve archiviare su ciascun ordine, come il sistema raccoglierà il pagamento per l’ordine, ecc.

La dichiarazione dell’ambito, in poche parole, fornirà informazioni su ciò che è necessario produrre o costruire attraverso il progetto.

Una volta determinato cosa si sta costruendo, è necessario catturare i dettagli su come verrà costruito; ecco quindi che si prepara la SOW.

La Statement of Work definisce le attività da svolgere e deve quindi essere scritto prima che il lavoro possa essere programmato o che venga creata una suddivisione del lavoro.

Cosa si include nella Statement of Work?

Tutti gli elementi catturati nella dichiarazione dell’ambito di progetto dovrebbero apparire anche nella SOW.

Essa dovrebbe contenere informazioni sui risultati finali a un livello più dettagliato.

Ad esempio, se la dichiarazione dell’ambito include un sistema di acquisizione e gestione degli ordini, è possibile suddividere tale risultato in un database per acquisire, archiviare e tenere traccia delle informazioni, un front-end per interfacciarsi con gli utenti e un sistema di reporting per gestire i report.

Ecco un elenco di categorie di informazioni che solitamente si includono nella SOW:

  • Introduzione: iniziare con la spiegazione del lavoro svolto. Inoltre, indicare chi è coinvolto nel progetto.
  • Qual è lo scopo del progetto, quali sono i risultati, gli obiettivi e il ritorno sull’investimento.
  • Scopo del lavoro: quali attività dovranno essere svolte nel progetto e quali processi? Ciò include i risultati, il tempo necessario e persino i passaggi generali necessari per raggiungere questo obiettivo.
  • Dove sarà svolto il lavoro: il team lavorerà presso una struttura centrale o da remoto? Qualunque sia il caso, in questa parte è necessario dettagliarlo, oltre che indicare dove saranno posizionati l’apparecchiatura hardware e software utilizzati.
  • Compiti: adottare i passaggi generali delineati nel documento dell’ambito e suddividerli in compiti più dettagliati. Se lo si desidera, suddividere le attività in pietre miliari o fasi.
  • Pietre miliari: definire il periodo di tempo previsto per il completamento del progetto, dalla data di inizio alla data di fine proposta. Dettagliare le ore fatturabili alla settimana e al mese e qualsiasi altra cosa si riferisca alla programmazione del progetto, ad esempio, se esiste un numero massimo di ore fatturabili per fornitori e / o contratti.
  • Risultati: spiegare cosa è dovuto e quando è dovuto. Descriverlo in dettaglio, come quantità, dimensioni, colore e tutto ciò che potrebbe essere rilevante.
  • Pianificazione: includere un elenco dettagliato di quando devono essere presentati i risultati finali, a partire da quale fornitore sarà scelto, il periodo di esecuzione, la fase di revisione, lo sviluppo, l’implementazione, i test, la chiusura del progetto, ecc.
  • Standard e test: se ci sono standard di settore che devono essere rispettati, elencarli. Inoltre, se saranno previsti test del prodotto, elencare chi sarà coinvolto in questo processo, quali attrezzature sono necessarie e altre risorse.
  • Definire il successo: annotare ciò che lo sponsor e / o le parti interessate si aspettano affinché il completamento del progetto abbia esito positivo.
  • Requisiti: elencare qualsiasi altra attrezzatura necessaria per completare il progetto e se è richiesta una laurea o certificazione necessaria per i membri del team.
  • Pagamenti: se il budget è stato creato, è possibile elencare i termini di pagamento relativi al progetto e come verranno elargiti – in anticipo, nel tempo o dopo il completamento.
  • Altro: se ci sono parti del progetto che non possono essere ricondotte alle categorie di cui sopra, è possibile aggiungerle in questa fase in modo che tutto sia coperto.
  • Chiusura: determinare in che modo verranno accettati i risultati finali e chi consegnerà, esaminerà e firmerà l’accettazione. Inoltre, in questa parte rientrano anche le specifiche sulle funzioni amministrative finali, come la conferma che tutto sia firmato, chiuso e archiviato.

Talvolta, la SOW può essere elaborata secondo un approccio basato sulle prestazioni, concentrandosi soprattutto su obiettivi chiari e criteri di qualità anziché su un insieme fisso di compiti. Anche in questo caso, rimane fondamentale definire con precisione i ruoli e le responsabilità per evitare incomprensioni o ritardi.

Come è possibile notare, ci sono moltissime informazioni da includere in una SOW.

Il tutto deve essere specifico e definito chiaramente in modo da evitare confusione più avanti nel progetto quando non è possibile permettersi errori di comunicazione o controversie.

Includere elementi visivi nella SOW, grafici o altre illustrazioni, può aiutare a focalizzare meglio l’obiettivo sui vari aspetti del progetto.

Dopo aver redatto la SOW nel dettaglio, il passaggio finale e cruciale è quello di ottenere la sua approvazione.

Per questo, il project manager deve assicurarsi che i responsabili abbiano firmato lo Statement of Work; in caso di controversie in futuro infatti, sarà possibile mostrare il documento firmato a supporto delle proprie azioni.

In conclusione, la SOW aiuta quindi i project manager, in quanto fornisce loro una struttura su cui possono essere costruiti i piani di progetto.

Il documento aiuta inoltre a evitare conflitti durante il ciclo di vita del progetto e mantiene tutti coloro che sono coinvolti sulla stessa pagina oltre ad aiutare a ridurre al minimo la confusione.

Affidarsi a uno dei migliori software di project management come Twproject, che traduca la SOW in azioni quotidiane, rappresenta un ulteriore passo per garantire il successo del progetto. 

Con una SOW ben definita e uno strumento gestionale efficace, è possibile rispettare tempistiche, budget e criteri di qualità, mantenendo tutti gli attori coinvolti perfettamente allineati sugli obiettivi comuni.

Gestisci al meglio i tuoi progetti.

Come stabilire le priorità con la Matrice di Eisenhower

Nella frenesia della vita quotidiana, spesso ci troviamo sommersi da impegni e scadenze, con la sensazione di non avere il tempo sufficiente per tutto.

Il problema che si riscontra frequentemente è la scarsa definizione delle priorità. Avere tante cose da fare non significa essere produttivi.

Per questo motivo, è fondamentale saper stabilire le priorità in modo efficace, concentrandoci su ciò che è veramente importante e urgente.

Le persone hanno la tendenza a dare la priorità ai compiti urgenti rispetto a qualsiasi altra attività, indipendentemente dai vantaggi a lungo termine.

Imparando a distinguere tra compiti urgenti e importanti, è possibile concentrare più tempo ed energie sulle cose che contano di più.

E la matrice di Eisenhower aiuta a fare proprio questo.

In questo articolo, presenteremo la Matrice di Eisenhower, un metodo semplice e pratico per organizzare le nostre attività e gestire al meglio il nostro tempo.

Cos’è la matrice di Eisenhower?

La matrice di Eisenhower, conosciuta anche come Matrice delle Priorità o Metodo Eisenhower, è uno strumento che aiuta ad organizzare le attività in base all’urgenza e all’importanza, in modo da poter dare effettivamente priorità al lavoro che conta.

Fu Dwight D. Eisenhower, il 34° presidente degli Stati Uniti a presentare la prima idea che avrebbe poi portato alla matrice di Eisenhower.

In un discorso del 1954, Eisenhower disse: “Ho due tipi di problemi: quelli urgenti e quelli importanti. Quelli urgenti non sono importanti e quelli importanti non sono mai urgenti”.

Stephen Covey, ispirandosi alle parole del presidente Eisenhower, sviluppò quello che è diventato uno strumento popolare per la gestione delle priorità: la matrice di Eisenhower, anche conosciuta come matrice di gestione del tempo.

La matrice di Eisenhower può aiutare quando:

    • Si passa la giornata a risolvere i problemi che scaturiscono ogni giorno invece di concentrarsi sulle attività che ha senso completare per raggiungere un determinato obiettivo.
    • Una persona è sempre occupata, ma ha la sensazione che il suo lavoro abbia poco impatto.
    • Non si stanno facendo progressi sugli obiettivi a lungo termine.
    • Si soffre di procrastinazione.
    • Si ha difficoltà a delegare compiti.

I quattro quadranti della matrice di Eisenhower

Eisenhower

 

La matrice di Eisenhower ha quattro quadranti che classificano ciascuna attività e ne assegnano un’azione da intraprendere.

Vediamo quali sono nello specifico:

Quadrante 1: compiti urgenti e importanti – da fare immediatamente

Il primo quadrante comprende tutti i compiti urgenti che richiedono attenzione immediata. Queste attività devono essere completate al più presto, altrimenti potrebbero esserci delle conseguenze negative. Questi compiti non sono delegabili.

Alcuni esempi di attività urgenti e importanti possono includere crisi, scadenze imminenti o problemi che richiedono una soluzione immediata.

 

Quadrante 2: compiti non urgenti ma importanti – da fare in un secondo momento

Le attività nel secondo quadrante non sono urgenti, ma sono importanti per raggiungere gli obiettivi a lungo termine.

Pianificare il proprio tempo per queste attività aumenta le probabilità di realizzarle. La pianificazione riduce anche le possibilità di incontrare distrazioni o di dimenticarle del tutto. Se questi compiti vengono ignorati, finiranno per passare al quadrante 1.

Alcuni esempi includono la pianificazione strategica, la formazione del personale e professionale, il networking.

 

Quadrante 3: compiti urgenti ma non importanti – da delegare immediatamente

 Le attività nel terzo quadrante richiedono attenzione immediata ma potrebbero non contribuire agli obiettivi a lungo termine.

Impiegare tempo per le attività del quadrante 3 non farà che rubare tempo ed energie a scapito di ciò che conta veramente. Poiché questi compiti sono comunque ancora urgenti, la risposta è delegarli immediatamente.

Alcuni esempi possono includere interruzioni, telefonate non cruciali, o riunioni non essenziali.

 

Quadrante 4: compiti non urgenti e non importanti – da non fare assolutamente

Le attività che non contribuiscono agli obiettivi e non richiedono un’azione immediata appartengono al quarto quadrante, quello dello spreco.

Questi compiti sono spesso distrazioni che distolgono la concentrazione dalle cose realmente importanti. La cosa migliore è evitare questi compiti o, ancora meglio, eliminarli totalmente dalla lista delle cose da fare.

Alcuni esempi di queste attività includono i social media, i giochi online o guardare programmi televisivi di scarso valore.

Questi quattro quadranti sono fondamentali per distinguere tra urgenza e importanza, permettendo di gestire al meglio il proprio tempo e aumentare la produttività focalizzandosi su ciò che davvero conta.

La differenza tra compiti urgenti e importanti

Abbiamo visto che il principio fondamentale alla base della matrice di Eisenhower è la distinzione tra compiti importanti e urgenti.

Un compito urgente richiede attenzione immediata.

Queste attività possono essere reattive, come ad esempio rispondere a una telefonata per risolvere un problema per un cliente, oppure possono essere necessarie per raggiungere un obiettivo, come finire un documento per rispettare una scadenza.

Inoltre, i compiti urgenti hanno conseguenze negative se non vengono affrontati immediatamente. Non chiamare il cliente potrebbe comportare recensioni negative al proprio negozio, mentre non finire il documento prima della scadenza potrebbe comportare la perdita di un finanziamento.

D’altra parte, un compito importante si allinea ai valori personali e contribuisce al completamento di un obiettivo. Sebbene questo tipo di attività non richieda un’azione immediata, dedicarle del tempo permetterà di avanzare verso traguardi importanti.

Ad esempio, creare un portfolio online può aiutare un freelancer a ottenere un nuovo lavoro.

Inoltre, è importante considerare che rimandare attività importanti per un periodo relativamente lungo, potrebbe farle trasformare in compiti urgenti che non possono più essere ignorati.

Esempi di compiti urgenti e importanti

Per comprendere meglio la differenza tra questi tipi di attività, consideriamo alcuni esempi specifici:

  • Compiti urgenti e importanti: Risolvere un problema tecnico che blocca la produzione in una fabbrica, partecipare a una riunione di emergenza con un cliente chiave, completare una relazione critica per una scadenza imminente.
  • Compiti urgenti ma non importanti: Rispondere a e-mail che richiedono una risposta immediata ma non fondamentale, gestire interruzioni o telefonate non cruciali, partecipare a riunioni di routine che non apportano valore significativo al progetto.
  • Compiti non urgenti ma importanti: Pianificare una strategia a lungo termine per la crescita dell’azienda, sviluppare competenze attraverso la formazione continua, coltivare relazioni professionali e fare networking.
  • Compiti non urgenti e non importanti: Guardare video divertenti online durante l’orario di lavoro, navigare sui social media senza uno scopo specifico, partecipare a eventi sociali non rilevanti per il proprio lavoro.

L’utilizzo di Twproject per la costruzione della matrice di Eisenhower

Ordinare l’elenco delle cose da fare è la parte più difficile della matrice di Eisenhower, ma con l’automazione non è più necessario eseguire questo passaggio manualmente.

Attraverso l’utilizzo di un software di project management come Twproject sarà possibile determinare quali attività hanno la massima priorità.

Con questo strumento si potranno classificare e codificare tramite colori i vari compiti.

Twproject non è un documento statico come una matrice di Eisenhower ma permette di avere un quadro completo delle attività in ogni momento in tempo reale e poter così organizzare e dare le priorità in modo corretto.

E dare le giuste priorità ai compiti è solamente l’inizio. Twproject permette di monitorare i progressi ed il lavoro del team garantendo il successo del progetto.

Le informazioni ed i dati vengono automaticamente acquisiti e visualizzati in grafici e diagrammi personalizzabili e di facile lettura per una panoramica di alto livello.

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Eventi 2024 in Italia e nel mondo di Project Management

Gli eventi nel 2024 in Italia e nel mondo dedicati al project management offrono un’ampia gamma di opportunità di apprendimento e di networking per i professionisti del settore.

In Italia, il settore del project management è in crescita grazie anche ai numerosi eventi che si svolgono sul tema che offrono ai professionisti e agli appassionati l’opportunità di approfondire le proprie conoscenze e competenze.

In questo articolo vi illustriamo i principali eventi italiani e internazionali di project management del 2024.

Eventi 2024 in Italia di project management

Vediamo una panoramica dei principali eventi 2024 in Italia sul project management:

PMexpo 2024 (4 ottobre 2024)

Il principale evento italiano dedicato al project management è PMexpo, che si svolgerà il 4 ottobre 2024, presso il Centro Congressi Auditorium della Tecnica a Roma.

L’evento è organizzato dall’ISIPM (Istituto Italiano di Project Management) e rappresenta un’occasione unica per professionisti del settore di confrontarsi con le ultime novità e le migliori pratiche.

Al momento il programma del PMexpo 2024 non è ancora pubblico ma come nella scorsa edizione non mancheranno keynote, sessioni parallele, workshop e laboratori.

Forum nazionale di Project Management (14 giugno 2024)

Il forum organizzato dalla federazione dei 3 Chapter italiani, è uno degli appuntamenti più importanti a livello italiano per la diffusione della cultura del project management.

Lo scorso 6 ottobre siamo stati presenti in tale occasione con il nostro stand di Twproject per supportare l’evento svoltosi presso il FICO Eatalyworld srl a Bologna.

forum project management italia

L’edizione 2023 ha avuto come tema “Food for Thoughts“, che ha sottolineato l’importanza di un approccio innovativo e creativo nel project management, paragonando il nutrimento del corpo con il cibo al nutrimento della mente con idee innovative e soluzioni creative.

L’edizione 2024 si svolgerà, invece, a Roma il 14 giugno e verterà su “ L’Omniverso del Project Management”.

L’evento mira a fornire una visione completa e dettagliata del mondo del project management, esplorando le varie interazioni tra le attività svolte dai project manager e i diversi ambienti operativi, a prescindere dal contesto specifico.

L’intento principale è di illustrare ciò che i PMI Italy Chapters definiscono l’Omniverso del Project Management, un concetto che comprende le peculiarità, le caratteristiche e i vari contesti dei progetti, i quali influenzano direttamente le responsabilità e le azioni del capo progetto. Per ulteriori dettagli, visita il sito ufficiale pmi-centralitaly.org.

ASSOPM

L’ Associazione Italiana Project Manager si impegna a promuovere la cultura del project management in Italia. Anche se i dettagli specifici degli eventi del 2024 non sono disponibili, l’associazione organizza vari webinar e incontri. Per rimanere aggiornato sugli eventi futuri, visita il sito assopm.it.

PMday Italia

E’ l’evento annuale dedicato al product management, organizzato da 20tab, azienda di formazione e consulenza specializzata in product management.

L’edizione 2023 del PMday Italia è stata dedicata a “Il product manager del futuro” e ha visto la partecipazione di oltre 700 persone, ospitando interventi di esperti del product management provenienti da tutto il mondo.

In attesa di scoprire le novità del 2024, è possibile già iscriversi alla quarta edizione del PMday Italia.  L’ evento aperto a tutti i professionisti del product management, indipendentemente dal loro livello di esperienza, a studenti e appassionati del settore.

International Conference on Project Management, Planning and Control (ICPMPC)

Questa conferenza è organizzata dalla World Academy of Science, Engineering and Technology e coprirà argomenti come la gestione del rischio di progetto, la pianificazione e il controllo del progetto, la gestione delle risorse e molto altro.

Si svolgerà in due città italiane: il 2 e 3 maggio a Roma e il 21 e 22 giugno 2024 a Venezia.

International Conference on Civil Engineering Projects, Planning and Management (ICCEPRPM) e International Conference on Civil Engineering Planning and Project Management (ICCEPPM)

Questi eventi rappresentano opportunità significative per i professionisti del project management per imparare, condividere esperienze e fare networking. Per ulteriori dettagli, puoi visitare i siti web delle conferenze o utilizzare indici di conferenze come Conference Index.

Entrambi gli eventi si terranno il 4 e il 5 aprile 2024 a Venezia e il 22 e il 23 luglio 2024 a Roma.

Eventi mondiali 2024 sul Project Management

Passiamo ora ai principali eventi internazionali del 2024 dedicati al project Management:

  • Regional Scrum Gathering Tokyo (10-11 gennaio 2024): un evento annuale per praticanti Scrum con keynote sessions, relatori e opportunità di networking. Si concentra sul potere delle opportunità di networking e offre una Coaches Clinic con coach Agile esperti per una guida personalizzata.

  • Project Management Symposium (18-19 aprile 2024): un evento per una gamma di approfondimenti globali sulla gestione dei progetti. Le sessioni del 2024 esploreranno metodologie Lean e Agile, la gestione dei programmi federali e Project Management 4.0.

Il tema della conferenza è “Gestione di progetti nell’era dell’intelligenza artificiale” ed esplorerà molti aspetti dell’intersezione AI-PM, tra cui nuove competenze di progetto, quadri etici, sostenibilità, modelli di apprendimento, team e collaborazione, e altro ancora.

  • Project Summit Business Analyst World (22-24 aprile 2024): il principale evento in Nord America per Project Managers e Business Analysts, con speaker esperti da diversi settori a livello mondiale. L’evento si terrà ad Orlando, in Florida e ospiterà conferenze, workshop, tavole rotonde e networking.

  • Global Scrum Gathering 2024 (19-22 maggio 2024): un evento imperdibile a New Orleans, Louisiana, per professionisti agili di tutti i livelli. Offre:
  • Sessioni Approfondite incentrate sulle metodologie e le pratiche agili.
  • Opportunità di Coaching personalizzato
  • Networking per connettersi con altri professionisti agili e condividere esperienze e conoscenze.
  • Supporto alla carriera

  • Agile on the Beach (4-5 luglio 2024): è un evento incentrato sulla metodologia Agile. Si distingue per la sua location unica in riva al mare di Falmouth nel Regno Unito e per un mix di talk, workshop, opportunità di networking e eventi sociali.

L’incontro si svolge in un ambiente rilassante e stimolante, perfetto per chi cerca di combinare lo sviluppo professionale con un’atmosfera ispiratrice.

  • Agile2024 (22-26 luglio 2024): è una conferenza che si svolge a Grapevine, Texas, dedicata all’esplorazione, all’innovazione e all’avanzamento dei valori e dei principi dell’Agile. Organizzata dall’Agile Alliance, è considerata un evento di primo piano per i professionisti del project management interessati all’approccio Agile. Agile2024 è adatta sia ai professionisti Agile esperti che a coloro alle prime armi, offrendo sessioni adatte a diversi livelli di esperienza e interesse.

Il panorama degli eventi di project management nel 2024 è ricco e variegato, e offre numerose opportunità per i professionisti di tutto il mondo.

Partecipare a queste conferenze rappresenta un’opportunità significativa per i professionisti del project management di rimanere aggiornati sulle ultime tendenze, espandere le proprie competenze e connettersi con altri professionisti del settore a livello globale.

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Diagramma SIPOC: cos’è e come utilizzarlo per definire lo scopo di un progetto

Il diagramma SIPOC sai bene che è uno degli strumenti più comunemente usati se lavori nell’area del miglioramento dei processi.

Questo diagramma è, infatti, uno strumento semplice che fornisce una panoramica di alto livello di un processo o prodotto utilizzando una forma visiva che può aiutare il team in vari modi.

Sia che si cerchi di capire meglio un processo corrente nel suo stato o sia che si stia tentando di definire un nuovo prodotto o processo, l’utilizzo di un diagramma SIPOC risulta uno strumento semplice ed efficace, per un aspetto fondamentale.

Il vero valore di un diagramma SIPOC è nel rapporto tra il tempo e le informazioni di restituzione.

Completare il diagramma richiede, infatti, un tempo molto breve – mediamente da 30 minuti a un’ora-  e, una volta terminato, fornisce un’enorme quantità di informazioni. Ma soprattutto, dà un’indicazione dell’ambito del progetto o processo a cui si sta lavorando.

A proposito… L’acronimo SIPOC sta per:

  • Suppliers – fornitori
  • Inputs
  • Process – processo
  • Outputs
  • Customers – clienti

Gli elementi chiave di un diagramma SIPOC

È importante capire che tutte le attività dell’azienda costituiscono un processo. Per processo si intende prendere uno o più input dai fornitori e creare output, indipendentemente dal fatto che si tratti di un servizio o di un prodotto.

La visualizzazione grafica di un diagramma SIPOC, semplifica immensamente la comprensione di questi processi aziendali, identificando le componenti chiave, appunto fornitori, input, processo, output e clienti.

Nello specifico:

  • Il fornitore è chiunque fornisca un input nel processo.
  • Gli input sono le risorse necessarie per eseguire il processo.
  • Il processo indica le azioni effettive necessarie per trasformare gli input negli output desiderati.
  • L’output è il prodotto o servizio effettivo che il cliente riceve.
  • Il cliente è chi riceve l’output del processo.
Diagramma Sipoc mappatura dei processi


Quando usare il diagramma SIPOC?

Vediamo ora quando è consigliabile usare il diagramma SIPOC.

Questo strumento è utile per focalizzare una discussione e aiutare i membri del team a concordare un linguaggio comune e la comprensione di un processo per il miglioramento continuo.

Si dovrebbe usare questo diagramma quando è in corso la gestione del processo o un’attività di miglioramento poiché è importante ottenere in primis una comprensione di alto livello dell’ambito del processo.

Il diagramma SIPOC è particolarmente utile quando non è chiaro quanto segue:

  • Chi fornisce input al processo?
  • Quali specifiche sono poste sugli input?
  • Chi sono i veri clienti del processo?
  • Quali sono i requisiti dei clienti?

 Come generare un diagramma SIPOC efficace

Per generare un diagramma SIPOC efficace, è necessaria una sessione di brainstorming.

Durante una sessione di brainstorming, si può richiedere ai partecipanti di compilare il modello SIPOC, iniziando dalla colonna centrale, quella relativa al processo.

La colonna del processo funziona in modo semplice: idealmente, non elenca più di cinque passaggi e ognuno di questi è costituito da un’azione e da un soggetto.

Una volta che il gruppo concorda su come viene effettuato il processo, si passa all’elenco dei risultati e dei clienti del processo.

Quindi si lavora “all’indietro” rispetto al centro del diagramma per identificare input e fornitori.

Poiché i diagrammi SIPOC vengono spesso affrontati in questo modo, a volte vengono definiti  diagrammi POCIS, appunto in base all’ordine in cui i vari punti vengono analizzati.

Ma come mai si lavora al diagramma in questo modo?

Il diagramma SIPOC è una panoramica a livello avanzato del processo esistente e in regime stazionario.

Il diagramma POCIS invece, è una panoramica di livello avanzato di un processo ottimizzato.

Viene spesso utilizzato in progetti per guardare, e possibilmente razionalizzare, un processo aziendale dal punto di vista del cliente.

Questo approccio è solitamente limitato all’ambito di un singolo progetto e, in genere, anche ad un singolo processo.

I passaggi per creare il diagramma SIPOC

  1. Il primo passo è stabilire un nome o un titolo per il processo. Il nome o titolo scelto deve essere descrittivo e specifico per il contesto, così da far capire immediatamente di cosa tratta il processo. 
  2. Il secondo passo è definire il punto iniziale e il punto finale del processo da migliorare. Il punto di partenza (trigger) potrebbe essere l’arrivo di un input da parte di un fornitore, mentre il punto finale rappresenta il momento in cui il cliente riceve l’output. Stabilire con precisione questi estremi garantisce una visione chiara del flusso di lavoro.
  3. Il terzo passaggio consiste nello stabilire le fasi di livello superiore del processo. È consigliabile mantenere l’elenco tra i quattro e gli otto passaggi principali.
  4. Il quarto passo è elencare gli output chiave del processo. Qui si identificano i risultati finali che il processo produce. Di solito, questo elenco include fino a tre o quattro uscite principali anche se il processo può produrne di più.
  5. Il quinto passaggio consiste nel definire chi riceve tali risultati o output, ovvero i clienti. Questi clienti possono essere interni o esterni all’organizzazione.  In questa fase, si dovrebbe anche valutare quali requisiti specifici hanno i clienti e come il processo può rispondere a tali richieste.
  6. Il sesto passo è elencare gli input da elaborare. Gli input sono le risorse necessarie per avviare il processo. Un elenco dettagliato di input aiuta a identificare cosa deve essere fornito per ottenere il risultato desiderato. È importante tenere traccia non solo degli input tangibili, come materie prime, ma anche di input intangibili, come informazioni o permessi.
  7. Nel settimo passaggio si definisce chi fornisce gli input al processo.

Per chiarire l’utilizzo del diagramma di SIPOC, prendiamo un esempio semplice, oltre i normali processi aziendali e di facile approccio: la creazione di un frullato ?

La creazione pratica di un Diagramma SIPOC

Per iniziare, si crea una tabella con cinque colonne che corrispondono alle cinque parole che compongono l’acronimo SIPOC, così come visualizzato nella tabella precedente.

Innanzitutto, abbiamo il fornitore che ha il compito di creare un frullato per un cliente. Per fare ciò si deve avere a disposizione un preparatore di frullati, un proprietario del negozio dove lavora quella persona, un responsabile della cucina e un addetto agli ordini.

Ciò porta agli input, cioè prima la richiesta o l’ordine del frullato. Dopo aver ottenuto l’ordine c’è la ricetta per farlo, la ricevuta per attestare legalmente la vendita, il bancone per interagire con il cliente e, naturalmente, qualsiasi ingrediente sia necessario per creare il frullato.

Ora arriviamo alla parte dedicata al processo: si inizia ricevendo e preparando l’ordine e gli ingredienti, che devono essere puliti, tagliati e ordinati. Quindi si mescolano gli ingredienti come richiesto dalla ricetta.

L’output di questo processo è l’acquisto completato e – ci auguriamo-  un delizioso frullato e un cliente felice.

Il che infine ci porta al cliente che è entrato nel negozio con una necessità: in questo caso la fame. Ma clienti sono anche l’addetto ai frullati e persino il proprietario del negozio, che diventa cliente quando acquista gli ingredienti.

Per gestire un progetto come questo, che richiede il coordinamento di diverse fasi e attori, l’utilizzo di uno strumento di project management come Twproject può essere estremamente utile. 

Twproject permette di organizzare e monitorare ogni passaggio del processo in modo dettagliato, tenendo traccia dei fornitori, degli input e delle risorse coinvolte, fino all’output finale, assicurando che tutto proceda senza intoppi.

Come si può vedere nell’esempio, tutti gli elementi rilevanti del diagramma SIPOC –  fornitori, input, processi, output e clienti – sono stati considerati ad un livello molto alto.

Questo è lo scopo finale di un diagramma SIPOC che può essere applicato in qualsiasi settore e a qualsiasi processo,  rendendolo una vera e propria guida strategica.

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Performance domain: sviluppo e ciclo di vita

Il ciclo di vita e l’approccio allo sviluppo giocano un ruolo strategico nel Performance Domain.

L’obiettivo, così come descritto nel PMBOK 7, è quello di determinare il ritmo adeguato con cui condurre le attività di un progetto per creare valore.

Si parte da un concetto chiave: ogni progetto è unico, non esiste un singolo approccio allo sviluppo che possa essere applicabile a qualsiasi pianificazione.

In questo articolo abbiamo scelto di approfondire l’argomento e comprenderne appieno gli sviluppi sui nostri progetti aziendali.

Che cosa si intende con approccio allo sviluppo e dominio delle prestazioni del ciclo di vita?

Il Development Approach & Life Cycle Performance Domain descritto nell’ultima edizione del PMBOK, fa riferimento alla gestione di tutte le fasi del ciclo di vita di un progetto, dall’inizio alla fine.

Grazie a questo approccio si può massimizzare il valore di un progetto includendo:

  • la definizione degli obiettivi;
  • la pianificazione delle attività;
  • la gestione delle risorse
  • il monitoraggio dei progressi

Assicurarsi che il progetto soddisfi gli standard di qualità, tempistiche e costi: è questo l’obiettivo ultimo del presente Perfomance Domain.

Approccio allo sviluppo e dominio delle prestazioni del ciclo di vita: le componenti

Perché questo dominio possa essere eseguito effettivamente in modo strategico, e possa dare concretamente risultati, è fondamentale incrociare tre componenti chiave:

  • I deliverable di Progetto e la relativa frequenza di consegna
  • La scelta dello sviluppo del progetto con i relativi approcci
  • La definizione del ciclo di vita del prodotto

Partendo dal deliverable di progetto e dalla cadenza di consegna si determina l’approccio e le fasi da seguire.

Deliverable e consegne di progetto

Le consegne dipendono dalla natura del progetto, dalle preferenze dell’utente finale e dalle esigenze dell’ambito.

Queste sono divise in:

  • Consegna singola: la distribuzione di un prodotto o servizio in un’unica occasione; solitamente al termine del progetto. L’esempio classico è la vendita di un prodotto al cliente finale.
  • Consegne multiple: un progetto potrebbe avere più componenti che vengono consegnate durante momenti diversi, non necessariamente in periodi di tempo regolari. Questo accade soprattutto in progetti di software.
  • Consegne periodiche: simili alle consegne multiple, ma che seguono un programma di consegna fisso e regolare. Ad esempio, un giornale che viene pubblicato settimanalmente o una newsletter mensile.

Approcci allo sviluppo: i più comuni per il PMBok 7

Gli approcci allo sviluppo di un progetto possono variare a seconda della natura del progetto, delle sue esigenze e delle sue sfide.

Ecco alcuni degli approcci più comuni, identificati anche dal PMBok 7 tra i più diffusi:

  1. Approccio predittivo: questo approccio, noto anche come approccio a cascata, prevede una pianificazione dettagliata all’inizio del progetto. Si utilizza quando ambito, costi, risorse, rischi possono essere ben definiti già nelle prime fasi di un progetto. In questo caso il livello di incertezza è minimo poiché il ciclo di vita è sostanzialmente stabile. Di conseguenza anche la pianificazione rimane orientativamente identica durante l’intero arco di vita del progetto.

2. Approccio adattivo: questo approccio è flessibile e permette di adattarsi ai cambi del ciclo di vita di un progetto. Viene utilizzato quando i requisiti di progetto sono soggetti ad un elevato livello di incertezza e volatilità. Si raccolgono ripetutamente i feedback di utenti e stakeholder nel corso dell’intero ciclo di vita del progetto  al fine di adattare e perfezionare la strategia di sviluppo.

3.    Approccio ibrido: questo approccio combina parte di elementi predittivi e adattivi visti in precedenza. Si utilizza questo approccio laddove i livelli di incertezza intorno ai requisiti di progetto siano evidenti. La combinazione di entrambi gli sviluppi – iterativo o incrementale – è utile laddove sia necessario studiare e valutare le diverse opzioni.

Tabella: Tipologie di Approcci allo sviluppo e plus primario

ApproccioDescrizione
PredittivoPianificazione dettagliata all’inizio del progetto
AdattivoFlessibilità e adattamento ai cambiamenti
IbridoCombinazione di elementi predittivi e adattivi

Fasi del ciclo di vita del progetto: alcuni esempi

Il ciclo di vita del progetto descrive le fasi attraverso le quali un progetto passa dalla sua iniziazione alla sua chiusura. Il tipo e il numero di fasi del progetto dipendono da molte variabili, tra cui il ritmo di consegna e l’approccio allo sviluppo.

Ecco alcuni esempi di fasi in un ciclo di vita del progetto:

  • Fattibilità: questa fase determina se il caso aziendale è valido e se l’organizzazione ha la capacità di fornire il risultato previsto.
  • Progettazione: la pianificazione e l’analisi portano alla progettazione del risultato del progetto che sarà sviluppato.
  • Costruzione: viene condotta la costruzione del risultato con attività integrate di assicurazione della qualità.
  • Test: la revisione finale della qualità e l’ispezione dei risultati vengono effettuate prima della transizione, dell’attivazione o dell’accettazione da parte del cliente.
  • Implementazione: i risultati del progetto vengono messi in uso e vengono completate le attività di transizione necessarie per la sostenibilità, la realizzazione dei benefici e la gestione del cambiamento organizzativo.
  • Chiusura: il progetto viene chiuso, le conoscenze e gli artefatti del progetto vengono archiviati, i membri del team del progetto vengono rilasciati e i contratti vengono chiusi.

Il dominio di performance nel PMBOK7 e l’approccio allo sviluppo e al ciclo di vita del progetto sono concetti fondamentali nella gestione dei progetti.

La scelta dell’approccio giusto può avere un impatto significativo sul successo del progetto.

Avevamo bisogno di uno strumento in grado di supportare progetti sia predittivi che iterativi, consentendo a ciascun team di scegliere l’approccio più appropriato. Twproject supporta entrambe le metodologie pronte per l’uso.

Approccio allo sviluppo e ciclo di vita del progetto: interazioni possibili

Quale approccio scegliere per lo sviluppo? Le interazioni possibili sono differenti. Vista la forte correlazione tra ciclo di vita del progetto e approcci, abbiamo pensato di creare una tabella che potesse evidenziare come cambia l’esecuzione dei differenti approcci in funzione delle fasi del ciclo di vita del progetto.

Tabella di confronto tra approcci allo sviluppo e ciclo di vita del progetto

Development Approach & Life Cycle performance domain: le interazioni con gli altri domini

Tutti i Performane Domain descritti nel PmBOK 7 sono intrinsecamente collegati l’uno con l’altro.

La pianificazione è strettamente influenzata dal tipo di approccio scelto e dal ciclo di vita del progetto che ne consegue.

Questo dominio contribuisce alla definizione di obiettivi chiari, pianificazione delle attività e integrazione delle diverse fasi del progetto.

Inoltre, implica il monitoraggio costante delle prestazioni ed eventuali correzioni o adeguamenti necessari.

Rilascio delle deliverable, pianificazione, team, e Stakeholder, misurazioni e incertezze fanno tutti parte dell’approccio allo sviluppo e dominio delle prestazioni del ciclo di vita.

A seconda di ciò che accade in ogni singolo dominio, l’approccio verrà calibrato diversamente e viceversa.

Il Development Approach & Life Cycle Performance Domain è una componente cruciale per garantire il successo di un progetto.

Questo dominio contribuisce a massimizzare il valore del progetto e a raggiungere gli obiettivi prefissati anche grazie a

Inoltre, promuove un approccio integrato e coerente alla gestione del progetto, garantendo una migliore comprensione delle prestazioni desiderate e consentendo una rapida identificazione e risoluzione dei problemi.

Va comunque fatta una precisazione: questo tipo di approccio richiede una combinazione di competenze tecniche, gestionali e relazionali da parte del project manager.

L’implementazione è decisamente più complessa, ma ne vale sicuramente la pena per ottenere risultati di successo.

Chi può darti il giusto supporto in questa attività?

Twproject è lo strumento che ti aiuta a definire e pianificare le attività all’interno del tuo progetto, adattandosi e suggerendoti l’approccio da seguire.

Con questo strumento avrai sempre una vista completa sul tuo progetto, potrai pianificare in anticipo e seguirne l’andamento di ogni suo aspetto durante lo svolgimento, identificando le situazioni critiche ed evitando eventuali colli di bottiglia.

Infatti Twproject ti invia notifiche in caso di ritardi, sovraccarichi, compiti scaduti, team in overbooking, e altre informazioni a ogni livello di progetto.

Le aziende che si affidano a Twproject riescono a pianificare i progetti in modo eccellente e trasparente, migliorando l’efficienza del team e massimizzando la produttività complessiva.

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7 libri di project management da leggere in vacanza

Sei alla ricerca di libri di project management da leggere in vacanza?

Sei nel posto giusto!

La stagione estiva è il momento ideale per rilassarsi, ricaricare le energie e dedicarsi alla lettura.

Se sei un appassionato di project management o desideri migliorare le tue competenze in questo campo, non c’è momento migliore per immergerti in una serie di libri stimolanti.

In questo articolo, ti presenteremo 7 libri di project management che ti forniranno nuove prospettive, strategie e consigli preziosi per affrontare con successo i tuoi progetti professionali.

7 libri di project management da leggere in vacanza

1. The Lean Startup

 Se sei interessato a esplorare nuovi approcci per gestire i progetti e avviare nuovi progetti imprenditoriali, “The Lean Startup” di Eric Ries è un’ottima scelta.

Questo bestseller internazionale offre una metodologia rivoluzionaria per il lancio di nuove imprese in modo efficiente e con il minimo spreco di risorse.

Ries introduce il concetto di “Lean startup“, che si basa sull’applicazione dei principi del pensiero Lean e della metodologia Agile nel contesto imprenditoriale.

Attraverso esempi di successo e storie reali, l’autore spiega come validare rapidamente le ipotesi di business, raccogliere feedback dai clienti e iterare in modo continuo per sviluppare prodotti o servizi di successo.

“The Lean Startup” offre un’alternativa al tradizionale approccio di pianificazione dettagliata e sviluppo a lungo termine, favorendo invece la rapidità e l’adattabilità. Questo libro è particolarmente utile per gli imprenditori e i project manager che lavorano in contesti di incertezza e volatilità, fornendo strumenti e strategie per gestire e mitigare i rischi.

Questo libro ti ispirerà a pensare in modo innovativo, a fare esperienze e a imparare velocemente dal mercato. Con i principi del Lean startup a disposizione, sarai in grado di adattarti alle mutevoli esigenze dei clienti e di sviluppare progetti di successo nel mondo degli affari.

2.Project Management for Dummies

Uno dei libri più popolari e utili per coloro che si avvicinano al project management è “Project Management for Dummies” di Stanley E. Portny.

Questa guida pratica e accessibile offre un’introduzione completa al project management, spiegando i principi fondamentali e le migliori pratiche in modo semplice e comprensibile. Attraverso esempi reali e consigli pratici, il libro ti aiuterà a padroneggiare le competenze chiave del project management come la pianificazione, l’esecuzione e il controllo dei progetti.

detto fatto

3. Getting Things Done

Una delle sfide più comuni nel project management è la gestione efficace del tempo e delle attività. “Getting Things Done” o “Detto Fatto” di David Allen è un libro che offre un sistema collaudato per organizzare il lavoro e massimizzare la produttività.

 Il metodo GTD (Getting Things Done), si basa su principi come la raccolta accurata di informazioni, la definizione di azioni chiare, la pianificazione delle priorità.

Questo libro ti guiderà nel processo di implementazione del sistema GTD, aiutandoti a creare un ambiente organizzato e a gestire in modo efficace le tue attività personali e professionali.

Attraverso la creazione di liste di azioni, la gestione dei progetti e l’adozione di abitudini produttive, potrai affrontare le sfide quotidiane con maggiore efficienza e tranquillità.

E’ utile inoltre, per coloro che desiderano sviluppare abitudini di lavoro più efficienti e ridurre lo stress derivante da una cattiva gestione del tempo.

4. Crucial Conversations

Le conversazioni difficili sono inevitabili in un ambiente di project management.

Crucial Conversations” di Kerry Patterson, Joseph Grenny, Ron McMillan e Al Switzler è una guida essenziale per affrontare le discussioni critiche in modo costruttivo ed efficace.

Questo libro ti fornirà strumenti pratici per gestire conflitti, risolvere problemi e comunicare in modo chiaro ed empatico. Imparerai come stabilire un clima di dialogo aperto e mantenere la calma anche nelle situazioni più complesse.

5. The Mythical Man-Month

The Mythical Man-Month” di Frederick P. Brooks Jr. è un classico del project management che affronta le sfide del coordinamento e della gestione delle risorse in progetti complessi.

Questo libro iconico offre una profonda comprensione dei problemi che si verificano nei progetti di grandi dimensioni e presenta le leggi di Brooks e il concetto di “aggiunta di persone a un progetto in ritardo”.

Leggendo questo libro, acquisirai una prospettiva unica sulla gestione di progetti complessi e sulle dinamiche che possono influenzarli.

6. Fiabe della buona notte per Project Manager

Se stai cercando una lettura più leggera ma allo stesso tempo divertente e stimolante, “Fiabe della buona notte per Project Manager” di Luigi Russo è il libro perfetto.

In questo originale libro, Russo utilizza il formato delle fiabe per presentare allegoricamente le situazioni e le dinamiche tipiche del project management.

Ogni fiaba offre una lezione preziosa, insieme a una dose di umorismo intelligente, che renderà la lettura ancora più piacevole. Questo libro è un’ottima scelta per rilassarsi sotto l’ombrellone, ridere un po’ e allo stesso tempo riflettere sulle sfide che si presentano nella gestione dei progetti.

Ricorda che la lettura non deve essere sempre seriosa e impegnativa e questo libro è la dimostrazione perfetta di come si possa imparare divertendosi.

7. Project & Process Management

Se sei alla ricerca di una guida completa che affronti sia il project management che il process management, non puoi perderti “Project & Process Management” di Stefano Setti.

Questo libro fornisce una visione integrata di entrambe le discipline, offrendo un’ampia panoramica dei principi, delle metodologie e degli strumenti chiave per la gestione di progetti e processi aziendali.

Con una vasta esperienza nel campo, Setti presenta approcci pratici e best practice per la pianificazione, l’esecuzione e il controllo dei progetti, così come per la progettazione, l’ottimizzazione e il monitoraggio dei processi aziendali.

Attraverso esempi concreti e casi di studio, il libro ti guiderà nella comprensione delle interazioni tra progetti e processi e ti fornirà strumenti per massimizzare l’efficienza e l’efficacia delle attività aziendali.

Project & Process Management” è un testo approfondito ma accessibile, che si rivolge a professionisti che desiderano ottenere una visione olistica e integrata della gestione dei progetti e dei processi.

Che tu sia un project manager o un responsabile del processo, questo libro ti offrirà una solida base di conoscenze per affrontare con successo le sfide del mondo aziendale.

Dall’introduzione ai concetti fondamentali alla gestione delle conversazioni cruciali e alla gestione del tempo, questi libri ti forniranno conoscenze preziose per affrontare con successo i tuoi progetti professionali.

 Buona lettura!

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Team performance domain: le novità del PMBoK 7

Team Performance Domain è uno degli 8 Project Performance Domain introdotti nella settima edizione del PMBOK.

Questi hanno sostituito le 10 Knowledge Area presentate nell’edizione precedente del Project Management Body of Knowledge.

Vediamo in questo articolo di capire meglio di cosa si tratta e cosa significa questo cambio per il project management.

Project Performance Domain: cosa sono?

Come abbiamo già detto, i 10 Knowledge del precedentemente PMBOK, sono stati sostituiti nella settima edizione dagli 8 Project Performance Domain.

Questi sono definiti come gruppi di attività interconnesse e fondamentali per la realizzazione efficace di un progetto.

A differenza delle aree di conoscenza della sesta edizione, i domini delle prestazioni sono stati progettati per coprire l’intero ciclo di vita di un progetto e si concentrano meno sui processi rigidi e più sulle pratiche e sui comportamenti che portano ai risultati desiderati.

Gli 8 Performance Domain del progetto sono stati sviluppati per garantire il successo del progetto e includono:

  1. Stakeholder
  2. Team
  3. Development Approach & Life Cycle
  4. Planning
  5. Project Work
  6. Delivery
  7. Measurement
  8. Uncertainty

Essi vanno quindi a coprire tutti gli aspetti del progetto, dalla gestione del team alla pianificazione, dal controllo dei processi alla gestione degli stakeholder.

La differenza più rilevante tra la sesta e la settima edizione del PMBOK consiste nel fatto che l’accento si è spostato da processi e strumenti tecnici a principi più generali.

In altre parole, la settima edizione si concentra maggiormente sui concetti fondamentali del project management, invece di concentrarsi solo su processi e strumenti tecnici specifici.

Questo rende la guida più accessibile e utilizzabile ad un pubblico più ampio, includendo anche coloro che non hanno una formazione tecnica o specializzata.

Team Performance Domain: di cosa si tratta?

Vediamo ora nello specifico la parte relativa al Team Performance Domain o dominio di prestazione del team, del PMBOK.

In particolare, all’interno di questo domain si coprono tre aspetti principali:

1. Team di progetto e come funziona

2. Team Management

3. Capacità di leadership

Il Team Performance Domain si rivolge al supporto, all’organizzazione, alla gestione, alla leadership e alla cultura delle persone responsabili della produzione dei risultati di un progetto.

Questo comporta la definizione della cultura e dell’ambiente che consentono a un insieme di individui diversi di evolversi in un team di progetto ad alte prestazioni.

Ciò include il riconoscimento delle attività necessarie per favorire lo sviluppo del team di progetto e l’incoraggiamento di comportamenti di leadership da parte di tutti i membri della squadra.

Il team di progetto è responsabile della creazione di valore per l’organizzazione producendo le delivery del progetto.

Come abbiamo visto precedentemente, i domini delle prestazioni sono un nuovo concetto introdotto dal PMBOK 7 in sostituzione delle aree di conoscenza.

Allo stesso modo, i gruppi di processi sono stati sostituiti dai principi di gestione del progetto.

Il Team Performance Domain si concentra sulla creazione di un gruppo di lavoro ad alte prestazioni, su un efficace coaching del team, sull’aumento del livello di funzionamento, sulla creazione di spazi di squadra collaborativi e sul monitoraggio e la misurazione delle loro prestazioni.

Per raggiungere gli obiettivi pianificati di questo dominio delle prestazioni, vengono utilizzati determinati processi e azioni.

In PMBOK 7, si presume che, se un team leader esegue con successo tutte le attività del dominio delle prestazioni secondo i principi qui esposti, il risultato sarà un team ad alte prestazioni.

Fra alcuni fattori che contribuiscono a creare un team efficiente si trovano:

  • Comunicazione aperta: un ambiente aperto favorisce riunioni produttive, risoluzione dei problemi, nascita di nuove idee, ecc.;
  • Comprensione condivisa: ciò che il progetto andrà a creare è chiaro per tutti;
  • Proprietà condivisa: più i membri del team si sentono investiti nei risultati del progetto, maggiore sarà la loro motivazione nel lavoro;
  • Fiducia: i dipendenti che si fidano l’uno dell’altro lavorano insieme in maniera più efficace;
  • Collaborazione: i team che collaborano generano più idee innovative;
  • Adattabilità: una squadra performante è in grado di adattarsi ad ambienti e situazioni differenti;
  • Resilienza: in caso di problemi, il team è in grado di riprendersi rapidamente e continuare il lavoro;
  • Potenziamento: coloro che possono prendere decisioni autonomamente senza essere microgestiti in continuazione, ottengono risultati migliori;
  • Riconoscimento: il riconoscimento di un lavoro ben svolto motiva i membri del team a mantenere alta la performance.

Il project manager deve essere in grado di mantenere un ambiente rispettoso, collaborativo e non giudicante che consenta al team di prosperare e di ottenere il massimo ritorno sulle prestazioni.

I risultati attesi del Team Performance Domain

Storicamente, la responsabilità di un progetto veniva sempre assegnata a una singola persona, tendenzialmente al project manager, responsabile nei confronti del successo (o dell’insuccesso) del progetto.

Mentre il team leader di progetto può delegare la responsabilità ai membri della squadra e mantiene comunque la responsabilità assoluta del lavoro.

Tuttavia, osservando come sono state strutturate alcune organizzazioni negli ultimi decenni, in alcuni casi la responsabilità di un progetto, prodotto o servizio è stata assegnata a più di una persona.

Il PMBOK, nel capitolo dedicato al Team Performance Domain, si riferisce a questo come proprietà condivisa.

Ciò significa che ci sono contesti in cui i risultati del lavoro sono assegnati a più di una persona, o al team nel suo insieme.

Questo può essere il caso di un team ad alte prestazioni che è stabile, potenziato e auto-organizzato.

I team stabili diventano una squadra ad alte prestazioni passando attraverso quattro fasi:

  • Formazione: i membri del team lavorano insieme e cominciano a conoscersi,
  •  Assalto: risoluzione dei conflitti e delle tensioni,
  •  Normativa: in questa fase i dipendenti iniziano a capire i punti di forza dei loro colleghi e possono sostenersi a vicenda,
  • Esibizione: quando il team raggiunge il culmine della performance.

Il periodo di tempo per la crescita della squadra nella fase di esibizione può dipendere da diverse variabili e non può essere definito a priori.

Quando però si arriva ad ottenere un team così performante, un’organizzazione può assegnare ai dipendenti un progetto e lasciare che si auto-organizzino per decidere il loro modo di lavorare.

Questi saranno liberi di scegliere ed evolvere i loro processi e pratiche da adottare all’interno del progetto e configurare processi basati sulla politica dell’organizzazione.

In altre parole, l’organizzazione può consentire ad un team ad alte prestazioni non solo di essere responsabile del lavoro, ma anche di possedere i risultati dell’organizzazione.

L’auto-organizzazione del team ad alte prestazioni non solo migliora l’efficienza e l’efficacia del lavoro svolto, ma anche la soddisfazione dei membri del team. Essi si sentono valorizzati e coinvolti nel progetto, aumentando così il senso di appartenenza e il coinvolgimento a lungo termine con l’organizzazione.

Twproject aiuta i team ad ottenere i migliori risultati possibili, fornendo loro gli strumenti necessari per gestire il lavoro in modo agile e produttivo.

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Project management e impatto ambientale: come ridurre la carbon footprint dei tuoi progetti

E’ possibile ridurre l’impatto ambientale nel project management?

Nell’era della crescente consapevolezza ambientale e della necessità di ridurre la nostra impronta di carbonio, il project management sostenibile sta diventando sempre più importante.

In questo articolo, esamineremo l’impatto ambientale dei progetti e come i project manager possono ridurre la loro carbon footprint utilizzando tecniche e strumenti efficaci, tra cui il software di project management Twproject.

La carbon footprint nel project management

La carbon footprint è una misura delle emissioni di gas serra (GHG) prodotte direttamente o indirettamente da un’attività, un prodotto o un’organizzazione.

Nel contesto del project management, la carbon footprint può essere generata da vari aspetti, tra cui l’utilizzo di risorse, il consumo energetico, i trasporti e lo smaltimento dei rifiuti.

Ridurre la carbon footprint attraverso la pianificazione e la progettazione

Una delle principali sfide nel ridurre l’impatto ambientale dei progetti è la pianificazione e la progettazione.

I project manager possono adottare diverse strategie per minimizzare la carbon footprint, tra cui:

  • Utilizzare metodologie di project management sostenibile, come la valutazione del ciclo di vita (LCA) e l’analisi dei costi.
  • Integrare la sostenibilità nelle specifiche del progetto, come l’uso di materiali a basso impatto ambientale e tecniche di costruzione efficienti dal punto di vista energetico
  • Coinvolgere gli stakeholder nella definizione degli obiettivi di sostenibilità e nel monitoraggio dei progressi
  • Adottare un approccio olistico alla progettazione, considerando l’impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita del progetto.
carbon footprint

La comunicazione e la formazione come strumenti per la sostenibilità

Per garantire che tutti i membri del team siano consapevoli dell’impatto ambientale dei progetti e delle azioni necessarie per ridurre la carbon footprint, è essenziale promuovere una comunicazione efficace e fornire formazione adeguata.

I project manager possono:

  • Organizzare workshop e sessioni di formazione sulle migliori pratiche di project management sostenibile;
  • Fornire informazioni regolari sulle iniziative di sostenibilità e sui progressi raggiunti;
  • Coinvolgere gli stakeholder nella condivisione di idee e soluzioni per migliorare la sostenibilità del progetto;
  • Utilizzare strumenti di comunicazione digitali per ridurre la necessità di spostamenti e riunioni in presenza.

Come Twproject può aiutare a ridurre la carbon footprint dei progetti

Twproject è un software di project management completo che consente ai project manager di pianificare, monitorare e controllare i loro progetti in modo efficiente ed efficace.

Grazie alle sue funzionalità avanzate e alla sua flessibilità, Twproject può supportare gli sforzi dei project manager nel ridurre la carbon footprint dei loro progetti.

  • Pianificazione e controllo delle risorse: Twproject permette di ottimizzare l’utilizzo delle risorse, riducendo sprechi ed emissioni di CO2 associate. Ad esempio, è possibile pianificare e monitorare l’uso di materiali a basso impatto ambientale e di tecniche di costruzione sostenibili.
  • Gestione delle attività e dei processi: Twproject aiuta a identificare e monitorare le attività chiave per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, consentendo ai project manager di intervenire tempestivamente in caso di deviazioni o problemi.
  • Comunicazione e collaborazione: grazie alle sue funzionalità di comunicazione integrata, Twproject facilita la collaborazione tra i membri del team e gli stakeholder, riducendo la necessità di spostamenti e riunioni in presenza. Inoltre, la piattaforma permette di condividere facilmente documenti, report e informazioni relative alla sostenibilità del progetto.
  • Monitoraggio e reporting: Twproject offre strumenti di monitoraggio e reporting avanzati, che consentono ai project manager di valutare e comunicare l’impatto ambientale dei loro progetti e di identificare aree di miglioramento.

Esempi concreti di riduzione della carbon footprint nel project management

  • Progetto di costruzione: un’azienda edile può utilizzare Twproject per pianificare e monitorare l’uso di materiali a basso impatto ambientale e di tecniche di costruzione sostenibili. Ad es. l’utilizzo di calcestruzzo a basso contenuto di CO2 o l’installazione di sistemi di isolamento termico efficienti. Inoltre, il software può aiutare a coordinare il trasporto e la logistica, riducendo le emissioni di gas serra associate.
  • Progetto di sviluppo software: un’azienda di sviluppo software può utilizzare Twproject per organizzare e monitorare le attività di lavoro da casa o telelavoro, riducendo la necessità di spostamenti dei dipendenti e le emissioni di CO2 associate. Inoltre, la piattaforma può facilitare la comunicazione e la collaborazione tra i membri del team, riducendo la necessità di riunioni in presenza e di viaggi di lavoro.
  • Progetto di eventi: un’organizzazione che gestisce eventi può utilizzare Twproject per pianificare e coordinare la realizzazione di eventi a basso impatto ambientale, come conferenze virtuali o fiere sostenibili. Il software può aiutare a monitorare l’uso di risorse e servizi eco-compatibili, come il catering biologico e il riciclo dei rifiuti, e a comunicare i risultati in termini di riduzione della carbon footprint agli stakeholder.

Conclusione

Ridurre la carbon footprint dei progetti è un obiettivo fondamentale per i project manager che desiderano contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici e promuovere la sostenibilità ambientale.

Attraverso una pianificazione e progettazione accurata, una comunicazione e formazione efficace e l’utilizzo di strumenti e metodologie avanzate come Twproject, è possibile ridurre significativamente l’impatto ambientale dei progetti e garantire un futuro più sostenibile per tutti.

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Presenza femminile nel project management: quali sfide nel 2023?

La Presenza femminile nel project management è un argomento che ci sta molto a cuore.

La nostra azienda, infatti, è attenta alla parità di genere, con un’equa rappresentanza di uomini e donne.

Quella del project manager è una delle figure professionali più importanti e in rapida crescita in tutto il mondo, e le donne stanno diventando sempre più presenti in questo campo.

Nel 2023, l’industria del project management continua a crescere e le donne hanno un ruolo sempre più importante da giocare in questo settore.

Tuttavia, nonostante l’aumento della presenza femminile nel project management, c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che le donne siano rappresentate in modo equo in questa professione.

In questo articolo, esploreremo lo stato delle donne nel project management nel 2023, analizzando le statistiche attuali e le sfide che ancora affrontano.

Statistiche sulla presenza femminile nel project management

Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), il tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro globale è inferiore al 47%, rispetto al 72% degli uomini. Questa disparità ha implicazioni negative per i team di progetto, poiché team diversi sono essenziali per aumentare il valore.

Tuttavia, la disparità di genere nella gestione dei progetti potrebbe contenere la chiave per risolvere una crisi che le organizzazioni stanno attualmente affrontando.

La pandemia COVID-19 ha innescato interruzioni globali della forza lavoro, influenzando la domanda di impieghi orientati alla gestione dei progetti.

La ricerca del Project Management Institute (PMI) prevede che saranno necessari 25 milioni di nuovi professionisti dei progetti entro il 2030.

Nel 2022, il PMI ha condotto un sondaggio su oltre 1.900 professioniste dei progetti per comprendere meglio lo stato attuale delle donne nella gestione dei progetti e identificare opportunità sia per le lavoratrici che per le organizzazioni.

La panoramica globale mostra che i project manager maschi superano i loro omologhi femminili in tutto il mondo e in ogni settore. Le donne guadagnano meno degli uomini e sono leggermente meno propense a possedere una certificazione o una laurea in gestione dei progetti.

Le donne sono più propense a segnalare l’uso di approcci agili ed ibridi, a lavorare in organizzazioni che utilizzano tecnologie avanzate e ad attribuire un valore maggiore alle competenze di potenza.

Inoltre, secondo il PMI, nel 2021 solo il 36% dei project manager in tutto il mondo erano donne. Questo rappresenta un aumento del 5% rispetto al 2015, ma c’è ancora molto lavoro da fare per ridurre il divario di genere in questo settore.

Tuttavia, ci sono alcune regioni del mondo dove le donne sono più rappresentate nel project management. Ad esempio, in America Latina, il 49% dei project manager sono donne, mentre in Europa il 40%. Tuttavia, in Medio Oriente e Africa, solo il 17% dei project manager sono donne.

Sfide che le donne affrontano nel project management

Nonostante i progressi nell’aumento della presenza femminile nel project management, ci sono ancora molte sfide che le donne devono affrontare in questo settore.

Uno dei principali ostacoli è la discriminazione di genere. Molti datori di lavoro ancora preferiscono assumere project manager uomini piuttosto che donne, anche se hanno la stessa esperienza e competenze.

Le donne che lavorano in questo settore, spesso affrontano anche un ambiente di lavoro ostile e sessista. Possono essere sottoposte a commenti offensivi o a comportamenti inappropriati, il che può essere un’esperienza molto difficile da affrontare.

Inoltre, le donne nel project management possono anche affrontare sfide nella conciliazione tra lavoro e vita privata. Spesso sono ancora considerate le principali responsabili della cura dei figli e della gestione della casa, il che può rendere difficile bilanciare le esigenze della carriera con quelle familiari.

Iniziative per promuovere la presenza femminile nel project management

Ci sono molte iniziative in corso per promuovere la presenza femminile nel project management. Ad esempio, molte organizzazioni stanno promuovendo la diversità e l’inclusione in questo settore, adottando politiche e programmi per aumentare la presenza delle donne nei ruoli di leadership.

Inoltre, ci sono molte organizzazioni che offrono programmi di formazione e mentoring per le donne che desiderano intraprendere una carriera nel project management. Questi programmi mirano a sviluppare le abilità delle donne e a fornire loro le conoscenze e le competenze necessarie per avere successo in questo settore.

In conclusione, il project management è una professione in rapida crescita e le donne stanno diventando sempre più presenti in questo campo.

Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che le donne siano rappresentate in modo equo nel project management e che siano in grado di superare le sfide che affrontano.

Continueremo a lavorare per promuovere la parità di genere in questo settore, perché sappiamo che la presenza femminile nel project management è fondamentale per il successo di questa professione.

Abbiamo gli strumenti, abbiamo la cultura.

PMBoK 7 vs PMBoK 6: Evoluzioni, Sfide e Battute per il Project Manager Moderno

Cari Project Manager, benvenuti al grande match del secolo: PMBoK 7 vs PMBoK 6!

Scherzi a parte, il mondo del project management è in costante evoluzione e, come professionisti del settore, è essenziale tenersi aggiornati sulle ultime tendenze e metodologie.

In questo articolo, esamineremo le differenze tra PMBoK 6 e PMBoK 7, mettendo in evidenza le evoluzioni e le nuove sfide che i Project Manager devono affrontare alla luce di questi cambiamenti.

Prima di iniziare, una battuta ironica: “Il Project Manager è come un giocoliere che deve mantenere in aria il tempo, il costo e la qualità – ma ricordate, le palle sono fatte di gomma, tranne una, quella della qualità, che è fatta di vetro!

Ora che abbiamo alleggerito l’atmosfera, passiamo al sodo.

PMBoK 7 vs PMBoK 6: un’introduzione alle differenze

 1. Principi fondamentali

Il PMBoK 6 si basa su 10 aree di conoscenza e 49 processi, che rappresentano un approccio piuttosto prescrittivo e lineare al project management. Questo approccio ha funzionato per molti anni, ma ha anche mostrato i suoi limiti quando applicato a progetti complessi e adattivi.

Il PMBoK 7, invece, introduce un approccio più flessibile e agile, basato su 12 principi fondamentali. Questi principi, validi per qualsiasi tipo di progetto e settore, permettono ai Project Manager di adattarsi meglio alle sfide e ai cambiamenti che emergono durante lo sviluppo di un progetto.

2. Performance Domains

Mentre il PMBoK 6 si concentra sulle aree di conoscenza, il PMBoK 7 introduce il concetto di Performance Domains, ovvero 8 ambiti di performance che riguardano le diverse dimensioni di un progetto. Questi ambiti sono:

Questi Performance Domains coprono aspetti chiave del project management, offrendo una visione più olistica e integrata del processo di gestione dei progetti.

In questo modo, i Project Manager possono concentrarsi sulla creazione di valore e sull’adattabilità, piuttosto che seguire un approccio rigido e prescrittivo.

3. Approcci ibridi e Agile

Il PMBoK 6 ha introdotto alcune nozioni di Agile, ma il PMBoK 7 va oltre, enfatizzando l’importanza degli approcci ibridi e Agile nel project management moderno.

Questo riflette il crescente bisogno di flessibilità e adattabilità nelle organizzazioni, che devono gestire progetti sempre più complessi e incerti.

Sfide per i Project Manager alla luce del PMBoK 7

1. Adattarsi a un approccio più flessibile e agile

Una delle principali sfide per i Project Manager nel passaggio dal PMBoK 6 al PMBoK 7 è adattarsi a un approccio più flessibile e agile nella gestione dei progetti.

Ciò richiede di abbandonare vecchie abitudini e metodi di lavoro prescrittivi, per abbracciare nuove tecniche e strumenti che promuovono l’adattabilità e la rapidità nella risposta ai cambiamenti.

2. Gestione delle aspettative degli stakeholder

Con l’introduzione dei Performance Domains, i Project Manager devono essere in grado di comunicare efficacemente con gli stakeholder e gestire le loro aspettative durante tutto il ciclo di vita del progetto.

Questo può essere difficile, in quanto i vari stakeholder possono avere obiettivi e priorità diversi. È essenziale instaurare un dialogo aperto e costruttivo con tutte le parti interessate, al fine di garantire il successo del progetto.

3. Concentrarsi sulla creazione di valore

Il PMBoK 7 pone una maggiore enfasi sulla creazione di valore rispetto al PMBoK 6.

I Project Manager devono quindi concentrarsi sul valore che il progetto apporta all’organizzazione, agli stakeholder e ai clienti, piuttosto che limitarsi a completare le attività secondo un piano prefissato.

Ciò richiede una mentalità orientata ai risultati e un’attenzione costante alle opportunità di miglioramento e ottimizzazione delle risorse.

4. Gestione dell’incertezza e dei rischi

Il PMBoK 7 riconosce l’importanza di gestire l’incertezza e i rischi nei progetti. I Project Manager devono essere pronti ad affrontare le sfide impreviste e ad adattare i loro piani di conseguenza.

Questo richiede un approccio proattivo alla gestione dei rischi, l’identificazione tempestiva delle minacce e opportunità e la capacità di prendere decisioni rapide e informate per mitigare gli impatti negativi.

5.Sviluppo delle competenze personali e leadership

Il passaggio al PMBoK 7 richiede anche uno sviluppo delle competenze personali e di leadership dei Project Manager. Oltre alle competenze tecniche, i professionisti devono affinare le loro abilità di comunicazione, negoziazione, gestione del tempo e risoluzione dei conflitti.

Inoltre, devono essere in grado di motivare e guidare i team di progetto verso il raggiungimento degli obiettivi, sfruttando le diverse competenze e punti di forza dei membri del team.

5 Consigli pratici per affrontare le nuove sfide nel Project Management

Ora che abbiamo identificato alcune delle principali sfide che i Project Manager devono affrontare con l’evoluzione dal PMBoK 6 al PMBoK 7, ecco alcuni consigli pratici per aiutarvi a superarle:

1. Formazione e aggiornamento continuo

Mantenere le proprie competenze aggiornate è fondamentale per affrontare le nuove sfide nel project management. Partecipate a corsi di formazione, seminari e workshop, e cercate di apprendere dai colleghi e dai leader del settore.

Inoltre, è importante rimanere informati sulle ultime tendenze, strumenti e best practice attraverso blog, podcast, libri e articoli.

2. Networking e collaborazione

Coltivate le vostre reti professionali partecipando a eventi del settore, conferenze e forum online. Lo scambio di esperienze e conoscenze con altri Project Manager può essere estremamente prezioso e vi aiuterà a comprendere meglio come applicare il PMBoK 7 nella pratica quotidiana.

3. Adottare un approccio sperimentale

Non abbiate paura di sperimentare nuovi metodi e tecniche nel vostro lavoro. L’adozione del PMBoK 7 richiede un certo grado di apertura al cambiamento e alla sperimentazione.

Ricordate, non tutte le soluzioni funzionano per tutti i progetti o contesti. Siate pronti a testare diverse strategie e ad adattarle alle specifiche esigenze del vostro progetto.

4. Riflettere e imparare dall’esperienza

È fondamentale imparare dalle esperienze passate e utilizzare queste lezioni per migliorare le vostre competenze e processi di project management. Prendetevi il tempo per riflettere sulle vostre esperienze e su ciò che avete appreso durante la transizione dal PMBoK 6 al PMBoK 7.

Valutate cosa ha funzionato e cosa potrebbe essere migliorato, e utilizzate queste informazioni per guidare le vostre decisioni future.

5. Mantenere l’equilibrio tra rigore e flessibilità

Infine, è importante trovare il giusto equilibrio tra l’aderenza ai principi e alle pratiche del PMBoK 7 e la flessibilità necessaria per gestire progetti complessi e dinamici.

Non perdete di vista l’obiettivo principale: creare valore per gli stakeholder e l’organizzazione attraverso un project management efficace e adattabile.

Il passaggio dal PMBoK 6 al PMBoK 7 rappresenta una sfida significativa per i Project Manager, ma offre anche l’opportunità di migliorare e innovare nel modo in cui gestiamo i progetti.

Adottando un approccio più flessibile, agile e orientato al valore, i professionisti del project management possono affrontare con successo le sfide di un mondo in continua evoluzione.

Ricordate, però, che un buon Project Manager è sempre pronto a una battuta ironica: “Se il project management fosse un gioco, sarebbe il gioco delle sedie musicali… dove tutti cercano di trovare il loro posto prima che la musica finisca!

Ora, armati delle conoscenze sulle differenze tra PMBoK 6 e PMBoK 7 e consapevoli delle sfide che vi attendono, siete pronti a conquistare il mondo del project management e a guidare i vostri progetti verso il successo.

Buona fortuna, e che la forza del PMBoK sia con voi!

Resta al passo coi tempi.