Earned Schedule

Quello dell’Earned Schedule (ES) è una metodologia piuttosto recente.

Introdotto per la prima volta nel 2003, si tratta di un metodo di analisi che estende e completa i vantaggi dell’Earned Value Management.

Attualmente, il metodo dell’Earned Schedule viene utilizzato globalmente per progetti di qualsiasi tipo e dimensione.

Viene insegnato nelle università, è incluso nei manuali di project management e negli standard dettati dal PMI ed è inoltre un argomento di ricerca a livello universitario.

Non solo teoria ma anche pratica. È ora ampiamente dimostrato che l’ES è utile ai project manager per l’analisi e il controllo delle prestazioni del progetto.

Perché nasce l’Earned Schedule

Tutto nasce e prende spunto dal metodo EVM (Earned Value Management) che offre al project manager e agli altri stakeholder la possibilità di visualizzare lo stato del costo del progetto durante il suo intero ciclo di vita. Questo, come è facile dedurre, permette una gestione più efficace del progetto stesso.

Nella sua forma originale, EVM è stato utilizzato per valutare le prestazioni del progetto e prevedere il costo del progetto al completamento.

Di solito, il controllo del progetto viene stabilito a livello del pacchetto di lavoro o del resoconto dei costi.

Di fatto, però, tale controllo sebbene aiuti nella gestione dei costi, non contribuisce nel controllo dei tempi di realizzazione. I dati EVM, infatti, non sono  generalmente utilizzati per stimare il tempo necessario per completare un’attività, un pacchetto di lavoro o un progetto o per prevederne la data di completamento.

Ciò può portare il project manager a prendere decisioni sbagliate sul progetto.

E’ proprio per colmare questo gap che nasce il concetto di Earned Schedule (ES).

L’ES, infatti,  consente di trasformare le metriche EVM in metriche temporali o di durata per migliorare la valutazione delle prestazioni della pianificazione del progetto e per prevedere la durata necessaria per il suo completamento.

Se combinato con un’adeguata analisi del programma, questo approccio può migliorare la comprensione della stima del tempo al termine del progetto. Può inoltre fornire ulteriori approfondimenti per prendere decisioni migliori in merito alla pianificazione del progetto e su altri parametri correlati.

Vediamo quindi più nel dettaglio di cosa si tratta.

Misura e indicatori dell’Earned Schedule

L’idea di Earned Schedule è analoga al concetto di Earned Value (EV). Tuttavia, invece di utilizzare i costi per misurare le prestazioni del progetto, si utilizza il tempo come unità di riferimento.

Se consideriamo i progetti in ritardo, infatti, utilizzando l’Earned Value, si avranno indicatori irrealistici. Si otterranno valori che, in modo ingannevole, fanno sembrare lo stato del progetto migliore di ciò che è in realtà.

Il problema sta nel fatto che l’Earned Value è un indicatore di valore e non di schedulazione.

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Ciò porta quindi il valore pianificato al termine del progetto a coincidere con il budget al completamento anche se il progetto è in ritardo.
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Il concetto fondamentale dell’ES è quello di determinare, quindi, il momento, in termini di tempo, in cui il lavoro pianificato sarebbe dovuto corrispondere al valore del lavoro svolto in quel determinato momento.

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La formula dell’Earned Schedule

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La formula dell’Earned Schedule corrisponde a
ES = C + I.
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Dove C è il numero di intervalli in cui EV è uguale o maggiore a PV e I è la quota degli intervalli successivi a PV.

Negli studi effettuati, la domanda che veniva posta è se l’ES è un metodo migliore di previsione della durata del progetto finale rispetto ai metodi dell’EVM.

La risposta è che l’ES è considerevolmente migliore di qualsiasi altro metodo relativo all’Earned Value Management.

Tra tutti i metodi e i set di dati studiati, l’ES è indicato come il miglior metodo di previsione della durata del progetto.

Certamente questo metodo è utile per i project manager quando devono prendere decisioni per soddisfare le date di consegna dei prodotti e i deliverable di progetto.

Mentre l’Earned Value fornisce una stima di quando il progetto è probabile che si concluda, l’Earned Schedule produce una comprensione della probabilità di completamento in precisi momenti nel tempo.

L’ES può quindi fornire informazioni utili al project manager e agli analisti e non è difficile da calcolare.

Sicuramente, è necessario del lavoro aggiuntivo, ma non è così dispendioso in termini di tempo quanto una completa revisione bottom-up dell’intero programma di progetto.

EVM ed ES sono stati integrati con limiti di confidenza statistica per ricavare risultati probabili per il costo finale e la durata del progetto.

I risultati di questo lavoro hanno dimostrato che l’approccio proposto è sufficientemente affidabile per l’applicazione generale del metodo di previsione sia per costo che per durata.

Inoltre è dimostrato che l’approccio ES può essere applicato efficacemente indipendentemente dal tipo di lavoro o dall’entità del costo e della durata del progetto.

earned schedule 1

Grandi deviazioni fra lo stato di progetto e le previsioni di solito attirano l’attenzione del management e si traducono in azioni correttive. Piccole deviazioni sono di solito non considerate e tralasciate.

Quantificando ed evidenziando tali deviazioni, è possibile portare la concentrazione del management su progetti o pacchetti di lavoro che richiedono maggiore attenzione.

Di conseguenza, questi strumenti supportano la gestione efficace di progetti e migliorano la gestione del portafoglio di progetti aziendali.

L’utilizzo coerente di queste tecniche per prevedere i risultati del progetto fornisce un approccio uniforme alle revisioni dei progetti, aumenta la fiducia nei risultati del progetto man mano che il tempo progredisce e migliora la capacità del management di intraprendere azioni correttive e decisioni appropriate.

Conclusioni

Per concludere, possiamo dire che l’EVM è una potente metodologia che aiuta il project manager e altri stakeholder nella gestione di progetti e programmi in modo più efficace.

Integrandolo con il metodo ES si sono potuti produrre indicatori validi e previsioni affidabili sulla durata del progetto.

Dalla ricerca è stato concluso che, rispetto agli altri metodi basati su EVM, l’ES produce le migliori previsioni sulla durata del progetto.

L’Earned Schedule ha molto da offrire al project manager per aiutarlo a guidare e controllare il suo progetto dall’inizio fino al suo completamento.

Hai mai avuto modo di applicare l’Earned Schedule ad un tuo progetto? Quali sono le tue osservazioni? Scrivicele nei commenti.

Analizza i tuoi progetti con gli strumenti giusti.

Se il project manager motiva gli altri… cosa motiva il project manager? (capacità di automotivazione)

Molto è stato scritto e detto sulla motivazione delle persone e del team in generale.

Certamente, in un team di progetto, un project manager che si interessa personalmente di ogni individuo, delle singole idee e preoccupazioni, può contribuire enormemente alla motivazione di un team.

Ed è constatato che team ben motivati ottengono un successo maggiore rispetto alle loro controparti disinteressate, così come approfondito in questo articolo. Ma questo presuppone che ci sia un project manager ben motivato per infondere entusiasmo nel team.

E quindi, cosa motiva il project manager?

Tecniche motivazionali

Esistono due tipi principali di motivazione che possono essere descritti in generale come:

  • Intrinseco = amore. In altre parole, “lo faccio perché voglio”
  • Estrinseco = denaro. In altre parole, “lo faccio perché devo”.

Sia nel lavoro che nella vita, possiamo incontrare persone motivate da entrambi i fattori e, più spesso, da una combinazione dei due.

Le motivazioni delle persone cambiano anche in momenti diversi e di fronte a compiti e sfide diverse.

Per essere un leader efficace, è necessario essere consapevoli dell’equilibrio tra motivazioni intrinseche ed estrinseche. In particolare, bisogna sapere quali sono le cose che si amano e che si accetterebbero anche senza essere pagati – chiaramente in senso figurato.

Essere automotivati significa fare bene il proprio lavoro perché lo si desidera e non solamente perché si riceve lo stipendio alla fine di ogni mese.

Gli individui, e quindi i project manager, auto-motivati vogliono essere il meglio che possono indipendentemente da dove lavorano o su cosa stanno lavorando. Spesso si assumono le responsabilità anche quando non sono i diretti interessati.

Gli individui auto-motivati tendono a:

  • Lavorare più a lungo
  • Imparare nuove abilità e seguire regolarmente corsi di formazione
  • Assumere la proprietà dei problemi
  • Andare oltre la job description del loro ruolo.

Esistono cinque metodi generali che possono aiutare un project manager a ritrovare la motivazione sul posto di lavoro. Vediamo quali sono:

1. Controllare quello che si può e lasciare andare il resto

Come project manager, ci sono sempre cose che non sono sotto il tuo controllo, ma questo non significa che ci si deve arrendere.

Bisogna avere chiare in mente quali sono i fattori e le dinamiche che è possibile controllare e, di conseguenza, concentrarsi a fare bene quelle.

In poche parole, si tratta di gestire le attuali responsabilità al meglio delle proprie capacità.

2. Mettersi continuamente alla prova

Il lavoro non è difficile né particolarmente impegnativo? Trova allora un’altra strada per metterti alla prova.

Fai un corso di formazione, aiuta un collega in particolare che potrebbe avere difficoltá, agisci per migliorare le tue capacitá…

Non lasciare che il tempo scivoli sedendoti sugli allori e poi dire che sei annoiato e senza motivazione.

Da adulti abbiamo la tendenza a rimanere fermi con quello che abbiamo e non cercare piú nuove opportunitá di crescita.

Se non si riesce ad ottenere questa sfida in ufficio, si può sempre cercare altrove, attraverso hobby, nuove esperienze, ecc.

Non solo migliorare continuamente le proprie capacitá è importante per i membri del team, ma anche per il project manager.

3. Mindfulness

Si potrebbero scrivere libri sull’applicazione della mindfulness nel ruolo di manager.

Nell’ambiente stressante di oggi, è necessario riuscire a fare un passo indietro e prendersi tempo per se stessi, anche solo 10 minuti.

La vita è semplicemente troppo breve per essere stressati e di corsa tutto il giorno.

Ognuno, anche il project manager quindi, deve trovare un modo per mantenere l’equilibrio e trovare una sana stabilitá fra lavoro e vita privata, fra obblighi e tempo libero, qualunque cosa possa significare per il singolo individuo.

D’altronde se un project manager non ascolta e non gestisce prima di tutto se stesso e le proprie esigenze, come sará in grado di gestire quelle dei membri del team?

4. Divertirsi, anche al lavoro

Il divertimento non è inteso qui come un’attivitá costosa o dispendiosa in termini di tempo.

Con divertimento in ufficio, si intende la pianificazione di un evento di squadra al quale anche il project manager potrá partecipare direttamente.

Un gioco a premi interno, una caccia al tesoro in ufficio, un corso per tutto il team che esuli da quello che è il lavoro, esistono infinite possibilità.

La gestione dei progetti è un argomento serio, ma ciò non significa che non sia possibile divertirsi sul posto di lavoro.project manager

5. Annotare i motivi per cui si ha scelto la carriera di project manager

Cosa ti piace della professione? Cosa ti rende eccitato ogni giorno? Cosa non vorresti assolutamente eliminare dalla tua routine lavorativa?

Quando i tempi diventano difficili si ha la tendenza a dimenticare gli elementi positivi di una situazione, anche nel lavoro.

Questo è un ottimo esercizio non solo per il project manager, ma anche per i membri del team.

In questo modo si apprenderanno e si avranno chiari in mente tutti i fattori positivi della professione scelta e, di conseguenza, sará molto piú facile ritrovare la motivazione e proseguire con successo.

Abbiamo visto quindi i metodi per un’auto-motivazione generale del project manager, ma vediamo ora quattro consigli specifici per rimanere motivati quando si tratta di un progetto particolarmente impegnativo.

1.Concentrarsi su risultati piccoli, ma significativi

Non è necessario essere soddisfatti solamente una volta raggiunto l’obiettivo finale di un progetto.

Esistono delle tappe intermedie, delle milestone, che potrebbero essere altrettanto importanti durante tutto il ciclo di vita del progetto.

Queste possono essere utilizzate per trovare la soddisfazione alla fine di ogni giornata lavorativa.

2.Rivalutare gli obiettivi

Se si sta affrontando uno stallo nel progetto, concentrarsi di nuovo su degli obiettivi personali puó essere sempre utile e stimolante, oltre che una via di uscita.

Lavorando su questi altri aspetti, è possibile trovare la risposta ai problemi che stanno soffocando il progetto.

3.Concedersi task secondari

E’ importante sentirsi realizzati ogni giorno. Quando peró il progetto è come se si estendesse all’infinito, è difficile ottenere questa soddisfazione.

In questo caso la chiave è rendersi utili in altri modi, ad esempio contribuendo brevemente ad un altro compito, aiutare un membro di un altro team, offrirsi come una risorsa extra per un progetto temporaneo.

4.Tutto passerà

Probabilmente il consiglio più importante di tutti.

Quando ci si trova nel bel mezzo di un progetto lungo e complicato, sembra che questo non finisca mai. Ma un cosa è certa, tutto passerà.

Anche se il progetto non si chiuderá positivamente, anche il malessere passerá.

Se si considera il lavoro come una via per continuare ad apprendere, crescere e svilupparsi, esiste una verità: aver gestito un’esperienza difficile è il miglior curriculum che si possa avere.

Cosa può bloccare la motivazione in un project manager?

  • Cattive abitudini: per soddisfare i risultati desiderati, i project manager dovrebbero essere in grado di valutare quei fattori che impediscono loro di raggiungere gli obiettivi desiderati e di sostituirle con abitudini positive o produttive.
  • Mancanza di risorse adeguate: in assenza di disponibilità di risorse adeguate, i leader non riescono a raggiungere gli obiettivi desiderati. Possono avere problemi legati alla carenza di fondi, alla mancanza di personale qualificato, ai limiti tecnologici o agli sconvolgimenti della gestione.
  • Pressioni o circostanze esterne: le pressioni e le circostanze esterne ostacolano il livello di auto-motivazione dei project manager. Queste possono essere ad esempio la mancanza di sostegno e cooperazione da parte degli stakeholder o dei membri del team.

project manager 2

Molti fattori ostacolano l’auto-motivazione dei project manager, questi possono variare da fattori personali come cattive abitudini a fattori ambientali o fattori circostanziali.

I leader efficienti e altamente motivati sono però in grado di superare tutte le sfide esplorando modi o alternative per raggiungere i risultati desiderati.

Possiamo quindi concludere che l’auto-motivazione per un project manager è un prerequisito essenziale e coloro che hanno un alto senso di auto-motivazione sono in una posizione migliore per raggiungere i risultati strategici e spingere la crescita e la produttività di se stessi e del team.

I leader auto-motivati ​​stimolano un senso di passione tra i membri del team per raggiungere obiettivi ambiziosi.

Questi individui svolgono un ruolo cruciale nel guidare l’eccellenza organizzativa creando esempi e best practice ai quali il team può ispirarsi.

Quali sono le tue motivazioni in ufficio? Hai mai avuto problemi ad auto-motivarti? Come hai affrontato la situazione? Raccontaci la tua esperienza.

Gestisci i tuoi progetti in modo semplice.

Delegare in modo efficace le attività di un progetto: (7) suggerimenti chiave

Delegare le attività di un progetto è un’operazione delicata, ma il più delle volte necessaria nella gestione di progetti complessi.

Lavorando da soli si può svolgere solamente una quantità limitata di lavoro. Le ore in una giornata sono infatti limitate.

Spesso però, soprattutto nel caso del project manager, verrà richiesto molto di più.

Questo può portare ad un reale senso di pressione e sovraccarico, portando a situazioni di stress ed infelicità, se non ad una vera e propria burn out.

Uno dei modi più comuni per superare questa limitazione è imparare come delegare il proprio lavoro ad altre persone.

Se viene fatto nel modo corretto, è possibile costruire rapidamente un gruppo di persone forti e di successo.

Questo è il motivo per cui la delega è una competenza così importante in un project manager.

La delega è infatti la chiave principale per massimizzare la produttività di una singola persona.

Il problema è che molti manager non sanno come delegare in modo efficace, o non sono disposti a farlo a meno che non sia assolutamente necessario.

Ma niente paura, la delega delle attività di un progetto è un’abilità che, come qualsiasi altra, può essere appresa e migliorata nel tempo.

Ecco quindi 7 suggerimenti chiave per delegare in modo efficace le attività di un progetto.

delegare le attività di un progetto : Imparare a lasciare andare.

Per il project Manager probabilmente, è questo il suggerimento più difficile da mettere in pratica.

Il più grande problema riscontrato dalla maggior parte dei manager è, infatti, l’incapacità di abbandonare una parte del proprio lavoro a favore di terzi.

A volte ci si sente talmente coinvolti nel progetto e nel portare a termine le scadenze che si rifiuta l’aiuto di altre persone.

Altre volte, si teme che nessun altro abbia le abilità o le capacità necessarie per eseguire efficacemente il lavoro. In entrambi i casi si finisce per sovraccaricarsi e, paradossalmente, allontanarsi dall’esito positivo del progetto stesso.

Ecco perché imparare a “lasciar andare“ diventa fondamentale per il successo del progetto.

Ma come in tutte le cose, l’inizio può sembrare talmente complicato da essere rimandato.

“È troppo importante questo progetto… per questa volta lo completo io, la prossima volta magari delego…” (E la prossima volta non arriva mai.)

Allora uno stratagemma per iniziare è quello di partire con piccoli passi, delegando quindi solo le attività più piccole e basilari, per poi progredire.

delegare le attività di un progetto:  Stabilire un sistema di priorità.

Ovviamente, questo sistema varierà in base all’esperienza, al settore ed ai tipi di attività che normalmente vengono gestiti.

In linea generale però può essere d’aiuto creare categorie, in base al grado di impegno richiesto da un compito e al grado di abilità.

La categoria con le competenze più elevate dovrebbe contenere attività che il project manager dovrà svolgere in prima persona, mentre quelle delle categorie meno specializzate possono essere delegate.

Il grado di impegno è un buon punto di riferimento per capire quali sono le attività più importanti da delegare: ad esempio, delegare la responsabilità di un compito di alta intensità e bassa abilità farà risparmiare molto tempo al project manager.

Molto interessante per definire il giusto approccio è la matrice di Eisenhower, o Matrice di Covey, di cui parleremo in un prossimo articolo.

Quello che abbiamo voluto creare in TWproject (in linea con tale aspetto) è la possibilità di pianificare la giusta priorità per ogni assegnazione.

Grazie a questo il PM può vedere le assegnazioni per la settimana, cambiare la priorità o rimuovere i punti di cambiamento: e può farlo per ogni risorsa coinvolta nel workgroup.

delegare le attività di un progetto

Non solo: Twproject mostra la priorità assegnazioni ovunque possibile, anche per il singolo partecipante. In tal modo ciascun componente del progetto è in grado di visualizzare e monitorare le priorità delle proprie assegnazioni.

delegare le attivita di un progetto - priority of assignments

delegare le attività di un progetto: Valutare i punti di forza del team e dei collaboratori

Un project manager dovrebbe conoscere i punti di forza e di debolezza di ciascun individuo del team, compresa la sua attuale e potenziale gamma di abilità.

Quando si delega, è necessario valutare il proprio team e assegnare i compiti a chiunque abbia il maggior numero di abilità rilevanti per quel compito.

Sembrerebbe ovvio, ma l’errore in cui cadono molti è quello di delegare a chi ha il carico di lavoro più leggero o è il più conveniente.

Inoltre, è anche importante essere coerenti. Ad esempio, delegare lo stesso tipo di task allo stesso membro del team aumenterà l’attitudine di quell’individuo per svolgere quelle attività.

delegare le attività di un progetto : Includere sempre le istruzioni.

Anche se il processo agli occhi di un project manager sembra ovvio, è necessario assicurarsi di includere le istruzioni per ogni attività che viene delegata.

Se si hanno preferenze specifiche su come deve essere eseguito l’incarico, è necessario includere tali informazioni. Se esistono una scadenza o dei traguardi rigorosi, bisogna essere chiari.

L’inclusione di dettagli e istruzioni semplici sin dall’inizio eviterà gran parte delle lacune comunicative e consentirà di eseguire le attività in modo efficace.

Ecco, quindi, che inserire un documento specifico, visibile solo all’operatore con le indicazioni dell’attività è un’attimo con Twproject, ma è il beneficio è duraturo.

Questa azione strategica proattiva verrà decisamente apprezzata dai collaboratori.

delegare le attività di un progetto: Insegnare nuove abilità.

La mancanza di qualcuno nel team in grado di eseguire una determinata attività, non significa che il lavoro non possa essere delegato.

Ci hai mai pensato?

La maggior parte delle abilità può essere appresa, quindi non bisogna temere di insegnare queste competenze come parte del processo di delega.

Anche se l’assegnazione iniziale dei primi compiti richiederà più tempo di quanto in concreto viene risparmiato, bisogna considerarlo un investimento.

Trasferendo tali competenze, sarà possibile assegnare tutte le attività simili a quell’individuo in futuro, risparmiando quindi più tempo a lungo termine.

delegare le attività di un progetto: Fidarsi è bene, comunicare è meglio.

Una volta che un compito è stato delegato, è giusto fidarsi del collaboratore.

Ciò consentirà alla persona di affrontare il lavoro in modo sereno.

Tuttavia, non bisogna aver paura di intervenire di tanto in tanto e verificare che l’attività si muova come pianificato.

Ad esempio, se la delega è stata fatta da una settimana, è giusto fidarsi del fatto che il membro del team stia lavorando al task, ma attivare una comunicazione diretta non è mai sbagliato.

Questo incoraggia la fiducia ed il rispetto all’interno della squadra e aiuta a prevenire interruzioni nella comunicazione o nella comprensione.

delegare le attività di un progetto: Utilizzare il feedback.

Il feedback è la parte più importante del processo di delega e funziona in entrambe le direzioni.

Se i collaboratori hanno svolto bene un compito assegnato, è bene ringraziarli; se il lavoro non è stato svolto nel migliore dei modi, è bene invece criticarli in modo costruttivo per evitare gli stessi errori in futuro.

Allo stesso modo, anche i membri del team devono condividere le loro opinioni su come sta funzionando il processo di delega.

Si tratta di un momento fondamentale per poter determinare se il project manager sta fornendo abbastanza informazioni e se si stanno assegnando le attività giuste alle persone giuste.

La delega non è sempre facile, ma quanto prima si inizia, tanto prima si svilupperanno le competenze per farlo in modo efficace.

A prima vista la delega può sembrare più problematica di quanto in realtà valga, ma delegando in modo efficace è possibile espandere enormemente la quantità di lavoro che è possibile offrire.

Nel tuo lavoro deleghi regolarmente? Come gestisci il processo di delega? Raccontaci la tua esperienza.

Delega in maniera efficace.

Project Management & Gamification: usare il gioco per la gestione dei progetti

Vi starete chiedendo: “Gioco e Project Management? Ho letto bene??” Sì, avete letto benissimo!

“Ma come funziona?”. L’idea è piuttosto semplice: usare un modello di gioco per creare ricompense in termini di produttività e obiettivi.

Si tratta di utilizzare le tecniche utilizzate nei giochi in contesti non di gioco, al fine di aumentare il coinvolgimento nelle attività. Chi affronta il lavoro come un gioco non ha la sensazione di lavorare. Si diverte e quindi aumenta la sua partecipazione a tutto vantaggio dei risultati.

In Azienda ci possono essere vari livelli in cui si possono implementare tecniche di gioco. Qui in particolare stiamo parlando di un livello completamente nuovo di gaming, in cui si gioca per raggiungere il massimo livello di ottimizzazione sul posto di lavoro.

L’intera conversione dei progetti e dei task aziendali in una visione di gioco si chiama processo di gamification.

Le premesse della Gamification

Il mondo del lavoro sta cambiando: mentre alcune aziende continuano ad avere un ufficio fisico e a seguire un approccio tradizionale, altre lo hanno eliminato. Ci si spinge verso un nuovo mezzo che ha già dimostrato di essere vincente: il sistema del telelavoro o del lavoro in remoto.

Uno dei maggiori problemi che si rileva all’interno delle organizzazioni infatti è il disimpegno degli impiegati.

La Società americana con sede a Washington “Gallup”, riferisce che l’87% dei lavoratori è “attivamente disimpegnato” sul proprio posto di lavoro.

Forzare i dipendenti a seguire lo schema tradizionale della settimana lavorativa di 40 ore con tempo di ferie limitato è un “antico” modello che in molte realtà sta già scomparendo perchè poco produttivo.

Con questo netto aumento del disimpegno dei dipendenti, il mondo aziendale sta cercando altri modelli, sistemi e piattaforme entusiasmanti e invitanti affinché i dipendenti raggiungano il livello necessario di motivazione e impegno attivo.

Per gestire i lavoratori, soprattutto quelli remoti, è infatti fondamentale concentrarsi sui risultati che generano ed anche il sistema di analisi delle ore di lavoro dovrebbe essere maggiormente flessibile.

Che cos’è il processo di gamification in concreto?

Con processo di gamification si intende l’applicazione di diversi elementi coinvolti in un gioco, come punti, livelli e regole, ad altre aree di attività, in particolare nelle attività aziendali.

Questa modifica al modello di business porta, come già detto, ad un coinvolgimento maggiore dei dipendenti nel lavoro che svolgono, rendendolo più simile ad un vero e proprio gioco.

Grazie al coinvolgimento dei dipendenti il lavoro reso è più concentrato e di alta qualità poiché ogni aspetto del lavoro viene sottoposto al processo di gamification.

Alle persone piace il riconoscimento e sentirsi parte di qualcosa: le tecniche di gamification si ricollegano a questo concetto.

I giochi sono composti da punti, livelli e premi. Inserire questi elementi, considerati attivatori sociali, sul posto di lavoro dovrebbe quindi far sentire le persone più coinvolte.

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Unione del processo di gamification con Project Management

L’idea di fondere il processo di gamification con la gestione del progetto sembra perfetta.

Infatti la premessa è di utilizzare il modello di un gioco e progettare attentamente sistemi e punti per il dipendente attorno alla produttività giornaliera e al contributo agli obiettivi del progetto.

Si possono così avere membri del team che vengono premiati e assegnati a un livello più alto ogni volta che contribuiscono al business in modo adeguato.

I principi del processo di gamification e della gestione di progetto possono semplicemente essere fusi.

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Nella gestione del progetto si ha infatti un obiettivo da raggiungere – la fine del gioco – ed i membri del team sono il mezzo per raggiungere questo obiettivo – i giocatori.[/av_notification]

E’ necessario anche mantenere i dipendenti soddisfatti dell’ambiente in cui operano. Ciò servirà a far desiderare loro una porzione maggiore di lavoro – e di successo – ogni volta.

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La fusione fra processo di gamification e gestione di progetto rappresenta quindi una situazione vantaggiosa sia per l’organizzazione che per i dipendenti.

L’idea può evolvere in una serie di situazioni positive: si potrebbe, per esempio, avere un meeting settimanale in cui viene redatta la classifica con il numero di punti di ciascun lavoratore; ovvero premiare chi raggiunge la vetta della classifica con segnali di apprezzamento o applausi di fronte ai colleghi, etc.

Insomma ogni piccolo gesto può trasformarsi in un grande incentivo alla produttività, se inserito in un ambito di gioco.

I benefici della Gamification

Nel corso degli anni, gli studi hanno dimostrato che questo modello ha dei risultati davvero interessanti nella produzione e nella qualità dell’organizzazione.

I benefici comprovati includono:

  • Produttività incrementata: il lavoro diventa divertente, quindi le persone sono più focalizzate e si fermano più volentieri per un periodo di tempo più lungo;
  • Aumento della soddisfazione dei dipendenti: il posto di lavoro diventa un posto eccitante ed i lavoratori non vorranno perderlo;
  • Aumento della fidelizzazione dei dipendenti: se un’organizzazione sta dando tutto ciò di cui si ha bisogno, non c’è motivo di andarsene;
  • Aumento della qualità: aumenta la qualità complessiva del processo e l’azienda produce quindi prodotti di più alta qualità;
  • Aumento del morale dei dipendenti: il riconoscimento può essere molto gratificante per l’animo e può elevare l’umore dei dipendenti.

Cosa tenere a mente sul processo di gamification

Il processo di gamification è rivoluzionario sul fronte aziendale e la gestione del progetto ne trae enormi benefici.

Questo rappresenta sicuramente un vantaggio, ma tutto dipende anche da come viene gestito.

Di seguito sono elencati 5 aspetti essenziali necessari da tenere a mente quando si intende implementare il processo di gamification all’interno dell’organizzazione:

  • Le sfide ed il gioco fanno parte del divertimento ma, quando i giochi sono troppo difficili o complicati, ci può essere frustrazione e calo di motivazione. E’ importante assicurarsi quindi che i giochi non siano così difficili da decifrare;
  • Creare giochi che diano l’opportunità a tutti di avere buone probabilità di vincere; non dovrebbe esserci sempre solo un vincitore. Ciò può demoralizzare i dipendenti e dissuaderli dal cercare di dare il meglio;
  • Il project manager deve essere il motivatore e parte della squadra. Questo è un aspetto fondamentale per mostrare il calibro di leader e unire e coinvolgere la squadra;
  • Evitare la ripetizione delle sfide che vengono presentate al team e ai dipendenti. C’è sempre scontento quando esistono alti livelli di ripetizione nelle attività offerte.
  • Il processo di gamification non funzionerà per ogni dipartimento o team in modo univoco e dovrà essere adeguatamente studiato prima dell’implementazione. Sta quindi nel project manager e nella dirigenza prendere decisioni al riguardo. Inoltre, se il processo di gaming non soddisfa il pubblico di destinazione, non bisogna esitare ad eliminarlo.

Conclusioni

In conclusione, il processo di gamification all’interno delle aziende offre alle organizzazioni quell’opportunità di consentire agli “umani di essere umani”.

Le funzionalità di gamification consentono a manager e leader di ottenere la completa fiducia dei propri dipendenti e aiutarli a far sì che aumentino la loro produttività.

Il processo di gamification permette di raggiungere una situazione win-win:

  • per le aziende, perchè i target e gli obiettivi prefissati vengono raggiunti,
  • per i lavoratori, perchè il loro livello di soddisfazione aumenta.

I processi di gamification stanno lentamente prendendo piede e molte organizzazioni hanno già adottato questo nuovo sistema per incrementare con successo la loro produzione complessiva.

Chissà se diventerà un modello riconosciuto dalla maggior parte delle imprese italiane!.

Hai mai sentito parlare del processo di gamification? Ne hai mai preso parte? Dicci cosa ne pensi.

Cambia il tuo modo di gestire i progetti.

Una prova vale più di un milione di parole.

Le competenze del Project manager: 9 (+1) abilità chiave

Quali sono le competenze del Project Manager oggi? Bella domanda!

Il project management non è un lavoro facile. In realtà, si tratta di una serie di lavori non facili, tra cui l’avvio, la pianificazione, l’esecuzione, il controllo, la chiusura di un progetto e, da non dimenticare, il team management.

Ed il project manager deve fare tutto ciò con successo, per questo deve possedere una varietà di competenze non solo tecniche, ma anche trasversali.

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Il project manager non si occupa infatti solo di sistemi e processi, ma anche di persone.
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Ecco allora un elenco di 10 competenze (9+1) che ogni project manager dovrebbe avere.

1. Leadership

Una delle prime capacità che vengono in mente quando si pensa ad un manager: la leadership.

Si tratta di una skill che alcuni considerano innata e che quindi non può essere acquisita.

Noi pensiamo però che tutti abbiano il potenziale per imparare come applicare le tecniche di leadership.

La leadership può presentarsi in diversi stili, a seconda della personalità del project manager.

2. Comunicazione

Questo aspetto è strettamente legato con la leadership.

Non è possibile essere un leader efficace se non si è in grado di articolare i bisogni e le necessità, ma anche gli elogi ed i complimenti.

Non solo un project manager comunica con il proprio team, ma anche con gli stakeholder, i fornitori ed i clienti.

La comunicazione riguarda non solo quella personale, ma anche quella attraverso tool specifici come strumenti di reporting o di collaborazione via chat, condivisione di file e altri mezzi per taggare le discussioni a livello di task.

3. Pianificazione

Questa è una skill tecnica, assolutamente essenziale in un project manager – altrimenti è molto probabile che abbia sbagliato lavoro.

L’unico modo per raggiungere gli obiettivi del progetto entro i tempi stabiliti è quello di suddividere l’obiettivo in singole attività lungo la linea temporale e associare ad ogni attività uno o più membri del team.

Questa in poche parole è la pianificazione ed è il cuore di ciò che fa un project manager.

Esistono molti strumenti che aiutano questo processo. Uno di essi è il diagramma di Gantt, che fornisce una visualizzazione del programma con compiti, durata, dipendenze e milestone.

competenze project manager

4. Gestione dei rischi

Fare qualsiasi cosa è un rischio. Pianificare un progetto, grande o piccolo, è legato ad alcuni rischi.

Fa parte del lavoro di un project manager prevedere questi eventi prima che diventino problemi reali.

Pertanto, prima di eseguire il progetto, è necessario inserire il lavoro di identificazione, valutazione e controllo del rischio.

Più un project manager è in grado di gestire il rischio, più è probabile che il suo progetto abbia successo.

Naturalmente, non è possibile anticipare tutto ciò che potrebbe accadere nel corso del ciclo di vita di un progetto.

Problemi imprevisti possono sorgere, quindi è necessario avere un processo valido e pronto per gestirli nel momento in cui si presentano.

5. Gestione dei costi

Il concetto è chiaro, senza soldi non si fa nulla.

Una volta creato il budget, il primo compito è quello di assicurarsi che questo sia realistico e che sia possibile soddisfare le esigenze finanziarie del progetto.

In secondo luogo, si dovranno regolarmente controllare i costi durante l’esecuzione del progetto.

Il mancato rispetto di questa esigenza potrebbe danneggiare le organizzazioni che gestiscono budget limitati.

Un buon project manager ha la capacità di concludere progetti non solo nei termini di tempo accordati ma anche di budget.

6. Negoziazione

Essere bravi a negoziare è una specie di sottoinsieme della comunicazione, ma merita un discorso a parte.

La negoziazione non si limita al fatto di negoziare il prezzo migliore da un fornitore, anche se questo ne fa certamente parte.

Guidare un progetto significa essere in costante negoziazione.

Ad esempio, probabilmente si potranno ricevere richieste da parti interessate che possono avere un impatto sull’ambito di un progetto, e queste devono essere gestite e negoziate.

Stessa cosa per quanto riguarda i possibili conflitti che insorgeranno tra i membri del team o altre persone coinvolte nel progetto.

Una forte capacità di negoziazione permetterà di risolvere queste dispute prima che esplodano e minaccino il progetto.

7. Pensiero critico

I project manager non sono gli unici a poter beneficiare di questa abilità.

La maggior parte di noi non pensa, ma reagisce e segue una serie di risposte che abbiamo detto o imparato, come una sorta di pilota automatico.

Il pensiero critico è semplicemente il più obiettivo possibile nell’analizzare e valutare un problema o una situazione, in modo da poter formulare un giudizio imparziale.

Ogni giorno che si sta lavorando ad un progetto si vuole che le proprie decisioni siano imparziali.

L’unico fattore a guidare la decisione dovrebbe essere il perseguire la cosa migliore per il progetto.

8. Gestione delle attività

competenze project manager

 

Ecco un’altra di quelle abilità tecniche che dovrebbero essere impresse nel DNA di ogni project manager.

Ci possono essere miriadi di attività che completano un progetto che devono essere create, assegnate e gestite.

Ciò significa che la cattiva gestione di questo processo può avere un impatto grave sul successo del progetto in generale.

In questi casi uno strumento di gestione per project management potrebbe essere un valido aiuto.

Si necessiteranno funzionalità che promuovano la collaborazione con il team, che aiutino a stabilire le priorità e che forniscano aggiornamenti di stato istantanei quando le attività sono state completate o sono in esecuzione.

9. Gestione della qualità

Questa skill è spesso trascurata dai project manager ed è quella che ha bisogno di avere più attenzione.

È possibile essere negligenti in favore del rispetto delle scadenze.

Rispettare le deadline è sicuramente importante, ma il progetto in generale è inutile se produce qualcosa di scadente.

10. Senso dell’umorismo

Con questo non intendiamo essere un comico sul posto di lavoro, ma ci sarà certamente un tempo e un luogo per un po’ di sano umorismo.

Il senso dell’umorismo permette di avere una prospettiva diversa, permette di vedere un problema in modo diverso e, chissà, magari di vederne la soluzione.

L’umorismo allevia lo stress sia nel caso del project manager che del team. Solo quando le tensioni si risolvono, infatti, le azioni e le idee possono essere più proficue e produttive.

Il senso dell’umorismo aiuta anche il morale. Si lavorerà duro, ma questo non significa che l’ambiente in cui si lavora debba essere soffocante.

Anche se questo può sembrare assurdo, questa abilità non è assolutamente da sottovalutare per quanto riguarda la gestione del progetto.

Ecco quindi le più importanti skill che un project manager dovrebbe possedere per migliorare la sua efficacia e la sua produttività nella gestione di un progetto.

Possedere queste capacità non solo avvantaggerà l’organizzazione, ma anche la carriera manageriale in generale.

Quali sono per te le skill più importanti che un project manager deve possedere? Ne abbiamo dimenticata qualcuna che per te è rilevante? Scrivici la tua opinione.

Valorizza al massimo le tue competenze.

Una prova vale più di un milione di parole.

Visual project management

Il Visual Project Management è un approccio interessante per la gestione del progetto. Una strategia di project management progettata per aumentare il successo attraverso la visualizzazione dei componenti del progetto, come dati e attività.

E’ un dato di fatto che le persone ricevono più dell’80% delle informazioni attraverso il senso della vista.

Scriviamo e disegniamo, fin dalla più tenera età, per visualizzare i nostri pensieri, emozioni e cose da ricordare.

Perché non usare quindi questo senso per rendere il lavoro più semplice ed efficiente? La visualizzazione è, infatti, qualcosa che possiamo implementare nella gestione dei progetti.

La gestione visuale del progetto

Adottando una gestione del progetto visuale, team e organizzazioni possono completare progetti di qualsiasi tipo con maggiore velocità ed efficienza.

Il Visual project management diviene, quindi, una tecnica per la gestione del lavoro.

Invece di elencare le attività in “to do list” o di perdere tempo prezioso per rintracciare informazioni nella casella di posta, cartelle di file condivisi e fogli di calcolo, è molto piú facile tracciare il lavoro utilizzando uno strumento di gestione visuale delle attività.

Le funzionalità visive possono essere una risorsa preziosa per qualsiasi stile di progetto, ma sono più comunemente associate a metodi agili come Scrum e Kanban.

In un certo senso, il Visual Project Management prende spunto dalla “cara e vecchia” lavagna di scuola.

La lavagna funge da roadmap, progress tracker e strumento di collaborazione per tutti i tipi di team di sviluppo.

Ecco perhè in TW project oltre all’utilizzo di strumenti visuali di cui abbiamo già a parlato (come per esempio il diagramma di gantt, e la gestione delle issue) abbiamo creato delle vere e proprie lavagne.

Lavagne fisiche e lavagne digitali per la gestione visuale

Le lavagne fisiche sono un modo comune per condividere informazioni, ad esempio per raccogliere argomenti per un meeting. In Twproject esistono le “analoghe digitali” delle lavagne fisiche.

Una lavagna è un “open space” dove tutti (quasi tutti, la sicurezza è sempre in background) possono attaccare un messaggio.

Ecco come appare una lavagna usata per un po’.

screen1150 lavagne

In qualsiasi momento, durante un progetto si manipolano, trasformano e comunicano centinaia di singoli dati.

Questi dati includono stime del lavoro, spese di capitale e operative, elenchi di attività, metriche prestazionali, calendari, analisi costi-benefici, profili di rischio, dati di tendenza, ecc.

Con l’aumentare della velocità del business e la necessità di concentrarsi su un numero sempre crescente di dati per mantenere sotto controllo l’esecuzione dei progetti, sono necessari strumenti e tecniche nuovi e innovativi per aiutare i project manager.

La visualizzazione di dati e processi complessi si è dimostrata preziosa nel soddisfare tali esigenze.

Il Visual Project Management come facilitatore

Gli strumenti visuali tradizionali come i diagrammi di Gantt, le schede Kanban, i diagrammi di processo, i calendari dei team di progetto, i grafici di organizzazione degli stakeholder e simili sono vantaggiosi a modo loro, ma non raccontano la storia collettiva dello stato generale del progetto.

Complicando la questione, gli sponsor e gli stakeholder chiave del progetto potrebbero non avere più il tempo per lunghe relazioni sullo stato del progetto o riunioni di briefing settimanali.

Le decisioni devono essere prese al momento, con qualsiasi dato disponibile.

Per questo motivo, la tradizionale disciplina di project management che sfrutta processi e documenta approcci in modo “pesante” viene rapidamente abbandonata a favore di metodi più agili.

Alcuni studi hanno anche dimostrato che le informazioni presentate in formati testuali sono inefficaci e inefficienti.

L’occhio umano può vedere schemi visivi 65.000 volte più velocemente su un’immagine piuttosto che in forma tabellare.

visual project management 1

Questi fatti hanno quindi portato alla creazione di una nuova nicchia all’interno della comunità di project management conosciuta appunto come Visual Project Management.

Lo stile Scrum-ban

In termini di metodologia attuale, molti degli strumenti visivi che si sono rivelati utili combinano gli aspetti migliori di Kanban e Scrum a cui i team di progetto sono abituati.

Alcuni utenti hanno iniziato a chiamare questo stile “Scrum-ban“.

Le caratteristiche visive comuni includono:

  • Dashboard in tempo reale
  • Linea del tempo
  • Rapporti grafici (Gantt, burndown, ecc.)
  • Boards (Kanban)
  • Roadmap del prodotto

[av_notification title=’Scrum-ban’ color=’silver’ border=” custom_bg=’#444444′ custom_font=’#ffffff’ size=’large’ icon_select=’yes’ icon=’ue8b4′ font=’entypo-fontello’]
Il vantaggio chiave di questo nuovo approccio è la velocità, poiché le informazioni critiche del progetto possono essere prodotte, replicate e digerite in modi più efficaci ed efficienti.
[/av_notification]

L’adozione di questo nuovo approccio offre inoltre ulteriori vantaggi distinti ai project manager, ai membri del team e, soprattutto, ai principali stakeholder:

  • Lo stato delle attività di pianificazione, esecuzione, monitoraggio e controllo del progetto sono disponibili in una vista unica, a colpo d’occhio e di facile comprensione
  • Migliora la chiarezza, la visibilità e la comprensione dell’ambito e del piano operativo generale del progetto
  • Le allocazioni di risorse, o sovra-allocazioni, attraverso il progetto o più progetti, sono chiaramente visibili.
  • Conseguente al punto precedente: migliore pianificazione e allocazione delle risorse
  • Gli impatti delle modifiche all’ambito, al piano, alla priorità o alle risorse sono disponibili in tempo reale
  • Le informazioni vengono fornite in modo tale che chiunque possa accedervi in qualsiasi momento, luogo e modo conveniente
  • Capacità di isolare le aree problematiche più velocemente

Accellerare i processi con il Visual Project Management

Il Visual Project Management può accelerare i progressi trasmettendo le informazioni sul progetto in tempo reale in un modo che al quale è più facile accedere, comprendere e condividere.

Il project manager di oggi ha molto più da gestire rispetto al solo ambito di progetto, deliverable, comunicazioni e team.

La gestione visiva del progetto non è in realtà un approccio radicalmente nuovo che stravolge la disciplina.

È solo un insieme di strumenti e tecniche che rafforzano ciò che già sappiamo: le persone lavorano e gestiscono i progetti in modo più efficiente quando hanno una visione chiara di come i componenti del progetto si spostano e si collegano.

Il modo migliore per rappresentare e condividere queste informazioni in tempo reale non è con un elenco un foglio di calcolo o una serie di e-mail, ma un’immagine.

Anche tu hai adottato il visual project management nel tuo lavoro? Raccontaci la tua esperienza.

Gestisci il tuo progetto in maniera visuale ed intuitiva.

Una prova vale più di un milione di parole.

Coaching Aziendale. Come prepararsi al meglio potenziando 4 skill chiave. (Articolo ad uso dei Project Manager)

Il Coaching aziendale per un project manager sta diventando un aspetto chiave della attività.

John Whitmore, riconosciuto da tutti come il padre fondatore del Coaching, lo definiva come la capacità di

 

“… Liberare le potenzialità di una persona perché riesca a portare al massimo il suo rendimento, aiutarla ad apprendere piuttosto che limitarsi ad impartirle insegnamenti.”

 

Il Coaching Aziendale: Premessa

Sempre più frequentemente, il Project Manager affronta eventi in cui è necessario risolvere problemi, presentare idee e mostrare risultati ad altri.

Il project Manager passa la maggior parte del tempo a comunicare con i membri del team e con gli stakeholder, interni (a tutti i livelli dell’organizzazione) o esterni al progetto.

Non dimentichiamo che , inoltre, deve giornalmente anche motivare la propria squadra.

Potenziare e incoraggiare i membri del team a migliorare le loro abilità, attitudini ed empatia al fine di ottenere risultati migliori è, infatti, altrettanto importante che risolvere le problematiche o comunicare correttamente con gli stakeholder.

Inoltre, al project manager è richiesta capacità strategica nelle decisioni e comportamenti adeguati al raggiungimento degli gli obiettivi del progetto.

Insomma, il Project Manager ha oggi più che mai bisogno di crearsi una squadra di lavoro e di “condurla” al successo.

Questo significa saper delegare, supervisionare, ma anche motivare.

La sua figura in sostanza per il suo Team è quella di un vero e proprio Coach che non solo detta gli schemi ma che incita aiuta supporta sprona e gratifica.

Per questi motivi, un buon metodo che il project manager può utilizzare nella propria routine è quello di istruire altre persone nel progetto. Può anche utilizzare diversi strumenti che possano aiutarlo a migliorare gli obiettivi e le comunicazioni.

Coaching Aziendale: gli effetti

Secondo una ricerca condotta dall’Università di Amsterdam (Theeboom, Beersma e Vianen, 2013), il coaching aziendale ha significativi effetti positivi su

  • Prestazioni e competenze (60%),
  • Benessere (46%),
  • Coping (43%),
  • Atteggiamenti lavorativi (54%),
  • Raggiungimento degli obiettivi (74%).

In generale, la loro ricerca ha indicato che il coaching nelle organizzazioni è uno strumento efficace per migliorare il funzionamento degli individui nelle aziende.

Inoltre, secondo un altro studio di Bersin di Deloitte (Garr, 2011), le organizzazioni che preparano efficacemente i manager nel coaching hanno il 130% di probabilitá in più di realizzare risultati aziendali più soddisfacenti.

Il Coaching Aziendale: le skill da migliorare

Sulla base di quanto appena detto, i project manager dovrebbero migliorare almeno quattro skill per diventare Coach efficaci.

Sono sostanzialmente quattro skill chiave che potrebbero aiutarli quando interagiscono con altre persone:

  1. ascolto attivo;
  2. domande potenti;
  3. comunicazione diretta;
  4. creazione di consapevolezza.

Vediamole uno ad uno.

Il Coaching Aziendale: l’Ascolto attivo

Con ascolto attivo ci riferiamo ad un atteggiamento specifico.

[av_notification title=” color=’blue’ border=’solid’ custom_bg=’#444444′ custom_font=’#ffffff’ size=’large’ icon_select=’yes’ icon=’ue80b’ font=’entypo-fontello’]
Sforzarsi per ascoltare non solo le parole che un’altra persona sta dicendo, ma anche cercare di capire il messaggio completo che viene inviato.
[/av_notification]

Per fare ciò, la persona deve prestare particolare attenzione all’altro.

Sembra facile, ma non lo è!

I contesti in cui viviamo ci hanno abituato ad una superficialità d’ascolto.

Prendiamo le parole dell’altro, ma il più delle volte non le contestualizziamo, perdendo, così sfumature ed aspetti chiave del messaggio.

Per questo se il project manager ha a cuore il buon esito del progetto dovrebbe ascoltare ad un livello più profondo.

Cioè, ascoltare il significato racchiuso dietro le parole che vengono espresse.

Per diventare ascoltatori attivi, ci vuole molto impegno ed allenamento.

Ma esistono piccoli accorgimenti con cui iniziare.

Ascoltare attivamente ciò che l’altra persona sta dicendo e trasmettere realmente questa percezione all’altro sono passaggi che possono essere migliorati.

Ecco alcuni “esercizi” per migliorare l’ascolto attivo:

  • prestare attenzione, guardando direttamente chi sta parlando,
  • mettere da parte i pensieri che distraggono ed evitando di farsi distrarre dall’ambiente circostante.
  • mostrare che si sta ascoltando sorridendo e usando altre espressioni facciali e incoraggiando l’oratore a continuare con piccoli commenti verbali come “sì” e “mh”.
  • fornire un feedback, riassumendo il concetto di chi sta parlando e facendo domande per chiarire alcuni punti.
  • rimandare giudizi e commenti personali al termine del discorso (anche se la tentazione è forte!). Consentire al relatore di terminare ogni punto prima di fare domande e non interromperlo con argomenti contrari è fondamentale.

In conclusione, vale sempre la regola del buon senso.

Si dovrebbe rispondere in modo appropriato, trattando gli altri nel modo in cui si vorrebbe essere trattati 🙂 .

Coaching Aziendale

Il Coaching Aziendale: Domande potenti

Cosa sono le domande potenti?

Sono quelle domande fatte per far riflettere l’interlocutore. Quelle domande che hanno la capacità di creare prospettive diverse, ampliare orizzonti che prima non erano stati presi in considerazione.

Una domanda potente apporta chiarezza, azione, scoperta, intuizione o impegno.

Crea maggiori possibilità, nuovo apprendimento o una visione più chiara.

Domande potenti inducono le persone a pensare da soli. E quando si pensa da soli, si impara generalmente di più.

Le domande sono potenti quando hanno un impatto sulle persone, inducendole a pensare.

Tendono ad essere domande aperte, iniziano generalmente con la parola “cosa” o “come” e sono molto dirette in merito all’argomento.

Inoltre, una domanda potente dà alla persona la consapevolezza di un argomento e l’opportunità di esplorarlo ulteriormente.

Porta la persona a pensare fuori dagli schemi, aiutandola a cambiare prospettiva.

A volte, domande potenti possono causare un po’ di disagio, ma una domanda potente dovrebbe essere libera di giudizio. Deve essere semplicemente una domanda curiosa.

Se i project manager imparano a porre domande potenti, ciò li aiuterà ad aumentare le loro capacità di comunicazione personale ed aziendale.

La chiave è essere sempre sinceramente curiosi della persona con cui si sta parlando.

Il Coaching Aziendale: Comunicazione diretta

La comunicazione diretta è la capacità di comunicare efficacemente durante una conversazione e di usare un linguaggio che abbia il maggior impatto positivo sulla persona.

La comunicazione diretta è chiara, articolata, condivide e fornisce feedback.

È importante riformulare e articolare il concetto per aiutare le persone a vederlo da un’altra prospettiva.

Inoltre, i project manager dovrebbero usare un linguaggio appropriato e rispettoso per la persona, ad esempio, non sessista, non razzista, non tecnico, non gergo.

coaching aziendale

Inoltre, l’uso di metafore, storie e analogie dovrebbe essere usato per aiutare a illustrare un punto o dipingere un’immagine verbale ed aiutare così la comunicazione.

Il Coaching Aziendale: Creare consapevolezza

Creare consapevolezza è la capacità di integrare e valutare accuratamente molteplici fonti di informazione e di aiutare le persone che stanno parlando con il project manager ad ottenere i risultati concordati.

Un project manager svolge un ruolo importante nel creare le condizioni per far emergere la consapevolezza. Deve fare in modo che le persone possano colmare il divario tra dove sono ora e dove desiderano essere.

Il project manager ha la responsabilità di creare un ambiente di supporto in cui le persone possano esplorare e scoprire le loro capacità.

Una volta che le persone sono a conoscenza di qualcosa, il project manager dovrebbe aiutarle a intraprendere l’azione che consente loro di ottenere risultati migliori e di successo per il progetto.

I project manager sono persone organizzate, appassionate e orientate agli obiettivi.

Hanno un ruolo strategico e sono agenti di cambiamento per le loro organizzazioni.

Perseguono l’apprendimento, implementano i cambiamenti e raggiungono il successo.

Inoltre, coltivano le abilità interpersonali necessarie per sviluppare la fiducia e la comunicazione tra gli stakeholder del progetto.

Hai mai avuto modo di applicare queste tecniche di coaching? Ce ne sono altre che per te sono importanti? Scrivici la tua opinione nei commenti.

Inizia a pianificare in maniera professionale.

Work Breakdown Structure: alcuni suggerimenti per utilizzarla al meglio

Una Work Breakdown Structure, abbreviata con WBS, è uno strumento visivo per la definizione ed il tracciamento di un deliverable di progetto e di tutti i piccoli componenti necessari per crearlo.

Con una Work Breakdown Structure, il project manager può concentrarsi su ciò che deve realizzare mentre si avvicina la scadenza del progetto.

Questo è uno strumento fondamentale per il PM in quanto aiuta a pianificare, gestire e valutare qualsiasi tipo di progetto.

Con una WBS, si parte dal risultato o il prodotto finale desiderato, analizzandolo e decomponendolo nei deliverable più piccoli o nelle attività necessarie per crearlo.

In una WBS, il deliverable può essere un oggetto, un servizio o un’attività.

Concentrandosi sui deliverable, piuttosto che sui metodi – il cosa, non il come – una Work Breakdown Structure aiuta ad eliminare il lavoro non necessario e superfluo.

Una WBS ben ponderata aiuta nella pianificazione, nella stima dei costi e nell’analisi del rischio.

Di solito si tratta di un grafico o un diagramma visivo che definisce la sequenza temporale e il processo di un progetto. Si scompone in ciascuna attività che verrà eseguita durante il ciclo di vita del progetto.

Una WBS viene spesso rappresentata come una struttura, come un sommario, ma può essere anche organizzato utilizzando tabulazioni o altri sistemi organizzativi visivi.

Quali sono le finalità di una Work Breakdown Structure?

Ecco alcuni dei vantaggi che derivano dalla creazione di una Work Breakdown Structure:

  • Fornisce una rappresentazione visiva di tutte le parti di un progetto
  • Offre una visione continua su come procede l’intero progetto, aiutandone la gestione
  • Definisce risultati specifici e misurabili
  • Scompone il lavoro in blocchi gestibili
  • Fornisce un sistema che permette di rendere ripetibili le esperienze di successo
  • Imposta una base per la stima dei costi e l’allocazione delle risorse, sia umane che di altro tipo
  • Evita le sovrapposizioni o la mancanza di lavoro per le risorse
  • Riduce al minimo la possibilità di dimenticare un risultato critico o un rischio.

 Una buona WBS può far funzionare il team come una macchina ben oliata, presentando i seguenti vantaggi:

  • Migliora la produttività
  • Aiuta i project manager a prevedere i risultati in base a vari scenari
  • Aiuta con l’organizzazione del progetto
  • Aiuta a descrivere lo scopo del progetto alle parti interessate
  • Aiuta a distribuire le responsabilità
  • Consente una stima corretta dei costi, dei rischi e del tempo
  • Aumenta e migliora la comunicazione
  • Consente più creatività e brainstorming
  • Si concentra sugli obiettivi finali
  • Organizza i dettagli
  • Previene potenziali problemi
  • Affronta problemi di programmazione
  • Aiuta a gestire i rischi
  • flessibilità al team
  • Elimina la confusione
  • Fornisce descrizioni chiare dei compiti di ogni membro del team
  • Fornisce una base per un chiaro rapporto sullo stato del progetto, dal momento che ogni pacchetto di lavoro è un’unità misurabile

I template di una Work Breakdown Structure

Per una WBS sono possibili diversi tipi di formati e template:

  • Formato grafico: enfatizza la visualizzazione visiva del progetto;
  • Struttura lineare: presenta un intervallo di tempo e dipendenze fra le componenti di un progetto;
  • Struttura gerarchica: posiziona in cima gli elementi più importanti di un progetto per una maggiore enfasi;
  • Vista tabulare: consente ai membri del team di navigare facilmente nelle sezioni più pertinenti per loro.

Non tutti i progetti richiedono lo stesso tipo di formato.

Ciò può e deve essere adattato al tipo di progetto e al tipo di membri che compongono il team.

Work Breakdown Structure: Le best practice

1. Concentrarsi sui risultati finali, non sui metodi/azioni.

La chiave sta nel pensare al cosa, non al come.

Lo scopo principale di una WBS è definire il deliverable principale in termini di piccoli componenti che lo compongono.

Se il deliverable non è un prodotto fisico, in ogni caso si deve fornire un risultato specifico e misurabile.

Ad esempio, se si sta creando una WBS per un servizio professionale, è necessario definire i risultati di tale servizio.

2. Regola del 100 percento

Il lavoro rappresentato dalla Work Breakdown Structure deve includere il 100% del lavoro necessario per completare l’obiettivo generale senza includere alcun lavoro estraneo o non correlato.

Anche le sotto-attività, a qualsiasi livello, devono tenere conto di tutto il lavoro indispensabile per completare l’attività principale.

In altre parole, gli elementi nel secondo livello sono pari al 100% e gli elementi nel terzo livello ed inferiori si posizionano all’interno della percentuale del livello a loro superiore.

Il progetto finito non dovrebbe mai dare una somma maggiore o minore del 100 percento.

Work Breakdown Structure 2

3. Regola 8/80

Uno degli errori in cui è possibile incappare è quello di spacchettare eccessivamente il lavoro o non spacchettarlo abbastanza. Esistono diversi modi per decidere quando un pacchetto di lavoro è abbastanza piccolo senza essere esageratamente piccolo.

La regola 8/80 è uno dei suggerimenti più comuni: un pacchetto di lavoro non dovrebbe richiedere meno di otto ore di lavoro, ma non più di 80.

Altre regole suggeriscono di non prevedere attività che superino i dieci giorni lavorativi – che è uguale a 80 ore se si considera un lavoratore impiegato a tempo pieno.

In altre parole, un pacchetto di lavoro non dovrebbe richiedere più di un mese per essere completato.

Chiaramente questa regola viene applicata se ha senso all’interno del progetto e dell’industria in cui si opera.

4. Attenzione al livello di dettaglio

In generale, i pacchetti di lavoro dovrebbero fornire attività che possono essere completate da un membro del team, o dal team in generale, entro un periodo di riferimento.

Se il team è meno esperto e ha bisogno di più supervisione e affiancamento, una soluzione è di rendere i pacchetti di lavoro più piccoli e più brevi.

Se si dispone di un deliverable che potrebbe richiedere più tempo per essere completato o costare di più rispetto al budget preventivato, può essere utile suddividere il progetto in deliverable più piccoli con tempi di lavoro più brevi.

Con un reporting e un tempo di revisione più frequenti è possibile risolvere i problemi e risolverli anche prima.

Un altro suggerimento è quello di creare incarichi e delegare le attività all’inizio di un progetto, ma  eventualmente creare nuovi incarichi e nuove deleghe, se necessario, nel corso di un progetto.

Abbiamo ottenuto un’ottimizzazione del tempo grazie alla strutturazione dei progetti con l’ausilio della funzionalità di templating e clonazione di interi progetti o porzioni

Come creare una Work Breakdown Structure

Il primo passo per creare una WBS è riunire la squadra.

Indipendentemente dal fatto che la squadra lavori in una sede comune o in remoto, è essenziale che i membri partecipino all’identificazione dei derivable.

I collaboratori devono sapere veramente ed esattamente cosa sta succedendo.

Il project manager dovrà inoltre assemblare i documenti chiave di progetto per iniziare lo sviluppo della Work Breakdown Structure: la carta del progetto, il problema che il progetto andrà a risolvere, la definizione dell’ambito, la documentazione che si riferisce ai processi esistenti per la gestione del progetto, ecc.

Per iniziare la creazione, è necessario definire il livello uno, cioè il principale risultato del progetto.

Quindi, gradatamente si aggiungeranno il maggior numero di dettagli possibile. Passando dal secondo livello si scenderà ai pezzi più piccoli fino al terzo livello, al quarto livello, e oltre se necessario.

Bisogna definire sempre ciò che è richiesto nel livello precedente nel modo più dettagliato possibile prima di passare ai livelli successivi. Sarà indispensabile per poter scomporre ulteriormente il lavoro.

Ecco una breve struttura che può essere utile per la redazione di una WBS:

  • Determinare e descrivere l’obiettivo del progetto;
  • Evidenziare tutte le fasi necessarie del progetto;
  • Dividere i risultati finali in compiti gestibili;
  • Assegnare ogni sezione e assicurarsi che ogni proprietario, cioè il membro del team corrispondente, abbia tutte le informazioni, capacità e conoscenze necessarie per concludere il lavoro.
  • Garantire feedback frequenti. La WBS è un documento dinamico, il cui contenuto può essere rivisito, anche frequentemente, per assicurare la corretta esecuzione e consegna del progetto.

Per concludere, la creazione di una Work Breakdown Structure è uno sforzo di squadra ed è il punto di arrivo di molteplici input e prospettive per il progetto dato.

Il suo obiettivo è rendere più gestibile un grande progetto.

La suddivisione in blocchi più piccoli significa che il lavoro può essere svolto simultaneamente da diversi membri del team. Questo porterà a una migliore produttività e ad una gestione più semplice del progetto in generale.

Hai mai creato una struttura WBS per il tuo progetto? Quali strumenti e tattiche hai usato?

Condividili con noi nei commenti qui sotto.

Inizia a creare la tua Work Breakdown Structure.

Total quality management: pianificare la gestione della qualità di un progetto

Il Total Quality Management è un approccio di gestione organizzativa esteso e strutturato. Si concentra sul miglioramento continuo della qualità di prodotti e servizi utilizzando un feedback continuo.

L’origine esatta del termine Total Quality Management non è certa. Quel che è certo è che sicuramente è stato ispirato dalle opere di Armand V. Feigenbaum e Kaoru Ishikawa.

Dalle sue origini il concetto è stato sviluppato e può essere utilizzato per quasi tutti i tipi di organizzazioni, non solo aziende tradizionali ma anche scuole, alberghi, comunità, ecc.

Oggigiorno, il Total Quality Management viene utilizzato anche nel settore dell’e-business e percepisce la gestione della qualità interamente dal punto di vista del cliente.

L’obiettivo del Total Quality Management sta nel fare le cose per bene ed in modo soddisfacente per il cliente e di ripetere questa esperienza positiva.

Ciò consente all’organizzazione di risparmiare il tempo necessario per correggere il lavoro scadente e le implementazioni non riuscite di prodotti e servizi, ad esempio le riparazioni in garanzia.

Il Total Quality Management può essere impostato in maniera differente a seconda del tipo di organizzazione o per una serie di standard da seguire, come ad esempio nel caso dell’ISO 9000.

In questo tipo di approccio vengono utilizzati i canali di strategia, dati e comunicazione per integrare i principi di qualità richiesti nelle attività e nella cultura dell’organizzazione.

I principi del Total Quality Management

Il Total Quality Management ha una serie di principi di base che possono essere riassunti nei punti seguenti:

  1. Focus sui clienti
  2. Coinvolgimento dei dipendenti
  3. Accentramento del processo
  4. Sistema integrato
  5. Approccio strategico e sistematico
  6. Processo decisionale basato su fatti
  7. Comunicazione
  8. Miglioramento continuo

Focus sui clienti

Quando si seguono i principi di questo approccio è di fondamentale importanza ricordare che solo i clienti determinano il livello di qualità.

Indipendentemente dagli sforzi compiuti per quanto riguarda la formazione dei dipendenti o il miglioramento dei processi, solo i clienti determinano, attraverso questionari ad esempio, se gli sforzi hanno contribuito al miglioramento continuo della qualità dei servizi e dei prodotti.

Coinvolgimento dei dipendenti

I dipendenti sono clienti interni di un’organizzazione.

Il coinvolgimento dei dipendenti nello sviluppo di prodotti o servizi di un’organizzazione determina in larga misura la qualità di questi prodotti o servizi.

Tutti i collaboratori all’interno di un’azienda devono capire che hanno un ruolo importante da svolgere nell’assicurare elevati livelli di qualità nei prodotti e servizi che l’organizzazione produce.

E’ bene quindi creare una cultura aziendale in cui i dipendenti si sentano coinvolti nell’organizzazione.

total quality management - meeting

Accentramento del processo

Il processo di pensiero e la gestione dei processi sono una parte fondamentale nel Total Quality Management.

I processi sono il principio guida e le persone li supportano sulla base di obiettivi che sono collegati alla missione, visione e strategia in generale.

Sistema integrato

E’ importante disporre di un sistema organizzativo integrato che può essere modellato, ad esempio secondo le norme ISO 9000, o un sistema di qualità aziendale per la comprensione e la gestione della qualità dei prodotti o servizi di un’organizzazione.

Approccio strategico e sistematico

Un piano strategico deve abbracciare l’integrazione e lo sviluppo della qualità dei prodotti e dei servizi di un’organizzazione.

Processo decisionale basato su fatti

Il processo decisionale all’interno dell’organizzazione deve basarsi solo su fatti concreti e non su opinioni, emozioni ed interessi personali. I dati dovrebbero supportare il processo decisionale.

Un sistema di gestione della qualità è efficace solo quando è possibile quantificare i risultati; è necessario infatti vedere come e se il processo implementato sta avendo l’effetto desiderato.

Ciò aiuterà a stabilire gli obiettivi per il futuro e ad assicurarsi che ogni dipartimento stia lavorando per lo stesso risultato.

Comunicazione

Una strategia di comunicazione deve essere formulata in modo tale che sia in linea con la missione, la visione e gli obiettivi aziendali.

Questa strategia comprende tutte le parti interessate, valuta i canali di comunicazione, la misurabilità dell’efficacia, la tempestività, ecc.

Miglioramento continuo

Utilizzando i giusti strumenti di misurazione e il pensiero innovativo e creativo, saranno avviate e implementate proposte di miglioramento continuo in modo che l’organizzazione possa svilupparsi in un livello superiore di qualità.

Il Total Quality Management non è qualcosa che viene fatto una volta e poi dimenticato. Non è una fase di gestione che terminerà dopo che un problema è stato corretto.

I miglioramenti reali devono verificarsi frequentemente e continuamente al fine di aumentare la soddisfazione e la fedeltà dei clienti.

Approccio pratico al Total Quality Management

Quando si implementa il Total Quality Management, si implementa un concetto.

total quality management

Non si tratta infatti di un sistema predefinito da “montare”, ma si tratta di una linea di ragionamento che deve essere incorporata nell’organizzazione e nella sua cultura.

La pratica ha dimostrato che esiste una serie di presupposti di base che contribuiscono al successo del Total Quality Management all’interno di un’organizzazione.

Questi presupposti basilari sono:

  • Formare l’alta direzione sui principi di Total Quality Management e chiedere il loro impegno in merito;
  • Valutare la cultura aziendale attuale, la soddisfazione del cliente e il sistema di qualità;
  • Il senior management determina i valori e i principi fondamentali desiderati e li comunica all’interno dell’organizzazione;
  • Sviluppare un piano di gestione della qualità totale utilizzando i principi di base di cui abbiamo parlato precedentemente;
  • Identificare e dare priorità alle esigenze dei clienti e del mercato e determinare i prodotti ed i servizi dell’organizzazione che possono soddisfare tali esigenze;
  • Determinare i processi critici che possono dare un contributo sostanziale ai prodotti e ai servizi;
  • Creare team capaci di lavorare sul miglioramento dei processi;
  • I manager devono supportare i team attraverso la pianificazione, le risorse e la formazione;
  • La gestione integra le modifiche desiderate per il miglioramento dei processi quotidiani. Dopo l’implementazione di processi migliorati, avviene la standardizzazione;
  • Valutare continuamente i progressi e aggiustare la pianificazione o altre criticità se necessario;
  • Stimolare il coinvolgimento dei dipendenti. Consapevolezza e feedback portano a un miglioramento generale dell’intero processo.

In sintesi, il Total Quality Management non è una soluzione rapida e bisogna capire che i risultati reali possono non verificarsi immediatamente.

Non è un investimento a breve termine è bensì progettato per aiutare un’organizzazione a trovare il successo a lungo termine.

Qual è la tua esperienza con il Total Quality Management?

Vengono applicati i suoi principi all’interno dell’organizzazione con cui collabori?

Esistono altri presupposti di base che secondo te sono importanti? Lasciaci il tuo feedback qui sotto.

Gestisci la qualità dei tuoi progetti in maniera professionale.

Brainstorming e Project management: la creatività al servizio del successo di un progetto

Il brainstorming, una tecnica tanto lontana (all’apparenza), eppure così utile per un Project Manager.

Nella vita di un project manager, infatti, il pensiero creativo è richiesto ogni giorno per risolvere i problemi.

Lo sottolineava anche lo stesso Steve Jobs con la frase: “La creatività non è altro che connettere le cose”. In effetti, molte job description per project manager specificano il pensiero creativo come una skill indispensabile.

Il brainstorming è un metodo eccellente per elaborare nuove idee e soluzioni creative ai problemi.

Ma per trarre il massimo beneficio da questo esercizio mentale è indispensabile saperlo utilizzare correttamente.

Ecco perché il brainstorming è una soluzione interessante:

  • È molto più produttivo rispetto ai tradizionali metodi di risoluzione dei problemi;
  • È meno strutturato e aiuta le persone a trovare soluzioni più creative;
  • Aiuta maggiormente ad ottenere il consenso dei membri del team sulla soluzione scelta;
  • Offre un ambiente aperto che incoraggia le persone a contribuire;
  • Esalta le diverse esperienze dei membri del team;
  • Aiuta i membri del team a creare un legame più forte, sia fra di loro sia con l’organizzazione.

Vediamo quindi quali sono i passi per svolgere sessioni di brainstorming efficienti.

Il Brainstorming deve avere uno scopo

Il moderatore del meeting di brainstorming dovrebbe presentarsi con un problema specifico da risolvere o una domanda a cui rispondere; è così che ci si assicura infatti un incontro produttivo.

Se necessario e se ha un senso, si possono fornire al team le informazioni ed i dati di base un paio di giorni prima dell’incontro.

Il contributo sarà concreto, ragionevole ed applicabile solamente se le persone sapranno verso quale  direzione sta andando il loro sforzo.

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Preparare il team al brainstorming

Assicurarsi che l’ambiente della riunione aiuti il team a concentrarsi.

La stanza dovrebbe essere ben illuminata e includere tutte le risorse o gli strumenti necessari, come ad esempio una lavagna, post-it, penne, ecc.

Una soluzione molto apprezzata è anche quella di includere qualche rinfresco. Soluzione valida sia per rendere l’atmosfera più gradevole, sia per evitare che le persone vengano sviate creando via vai verso le macchinette distributrici di bevande 🙂 .

Preparare le informazioni di base – se queste non sono state inviate precedentemente – senza esagerare.

Troppi dati possono facilmente limitare il potenziale creativo della squadra durante una sessione di brainstorming.

Infine, considerare e scegliere bene le persone che parteciperanno all’incontro.

Se i membri del team invitati al brainstorming la pensano allo stesso modo, non si potrà contare su molte idee creative ed innovative.

Un gruppo eterogeneo è quindi da preferire.

L’ideale sarebbe quello di scegliere persone di vari dipartimenti e ruoli che sicuramente avranno stili di pensiero diversi.

Stabilire delle regole di base del brainstorming

Per assicurarsi che la discussione proceda senza intoppi, stabilire regole di base all’inizio e attenersi a queste.

Le persone dovrebbero alzare la mano prima di parlare? O si potranno invece fare suggerimenti in qualsiasi momento?

Definire le regole di base garantirà una discussione ed una comunicazione fluida.

Durante il brainstorming moderare la discussione

Ricordare ai partecipanti che la sessione di brainstorming non è una competizione, ma uno sforzo collaborativo per risolvere un problema.

È così che si aiuta il team a sviluppare le idee – anche quelle di altre persone – e a creare nuove soluzioni.

Incoraggiare tutti a contribuire. Scoraggiare i collaboratori dal criticarsi a vicenda. Attenersi a un’idea alla volta e rifocalizzare la squadra quando la discussione perde il focus.

Se la sessione di brainstorming diventa lunga, organizzare delle pause per aiutare i membri a riprendere la concentrazione.

Comfort di chi partecipa al brainstorming

C’è solo un modo per ottenere molte idee creative: dare alle persone la libertà di esprimersi.

Anche se un’idea sembra sciocca o scandalosa, deve essere comunque esposta e discussa, potrebbe infatti indirizzare verso una nuova soluzione mai pensata prima.

Sicuramente alcuni collaboratori saranno restii ad esporre e condividere le loro idee per la paura di essere giudicati o che queste vengano considerate insensate.

E’ quindi creando un ambiente in cui i partecipanti si sentano a loro agio che non si correrà questo rischio.

Inoltre, è importante mostrare al team che va bene avere idee divertenti o strane.

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Usare i trucchi del brainstorming

Ecco alcuni trucchi da utilizzare durante una sessione di brainstorming:

Chiedere al team cosa è l’opposto di ciò che si vuole ottenere.

Ad esempio: qual è il peggior progetto di navigazione su un sito web?

Queste domande portano a pensare ad un problema in un modo insolito.

Giocare

Ad esempio, qualsiasi persona in qualsiasi momento potrà dire “Ruota!” e tutti nella stanza dovranno alzarsi e spostarsi sulla sedia alla loro sinistra.

Questo tipo di esercizio fisico aiuta le persone a muoversi, non solo fisicamente, ma anche mentalmente, e può diventare utile quando il team si sente bloccato o manca l’energia.

Introdurre un nuovo vincolo al problema, spesso esagerato.

L’idea qui non è di rendere più difficile il lavoro del team, ma di aiutarlo a pensare in modo creativo.

Ad esempio, si può suggerire che il prodotto verrà utilizzato solo da persone mancine o che il budget per un determinato (grande) progetto deve essere di 100€ o meno.

Sfide di questo tipo risvegliano le persone e, poiché il vincolo è così esagerato, quasi ridicolo, le persone si sentiranno più sicure ad esporre qualsiasi tipo di idea.

Al termine di una sessione di brainstorming non bisogna dimenticare di mantenere i partecipanti informati sul proseguimento del processo e sulle nuove idee e soluzioni, attraverso follow-up.

In conclusione, un brainstorming efficace porta a una maggiore creatività e alla generazione di idee di qualità.

Inoltre, può essere anche molto divertente per il team!

Quali altri aspetti sono importanti per un brainstorming di successo? Scrivici la tua opinione!

Gestisci le tue nuove idee in modo innovativo.

Differenze tra Program manager e Project manager: le due figure a confronto.

Program manager e project manager, due ruoli con titoli così simili non saranno così diversi, giusto? Sbagliato!

È facile confondersi sia per un fatto di assonanza, ma soprattutto perché in alcune organizzazioni il Project Manager svolge task ed attività che sono molto simili a quelle del Program Manager.

In realtà il Program Manager ed il Project Manager, pur condividendo responsabilità simili, hanno posizioni ben distinte da differenze chiave.

Progetti vs. Programmi

Prima di discutere le somiglianze e le differenze tra i due ruoli, è fondamentale capire cosa separa i progetti dai programmi.

I progetti sono temporanei, vengono realizzati una tantum, e sono generalmente vincolati da costi, risorse, budget e vincoli di tempo.

I progetti hanno date finali chiare e obiettivi a breve termine che si tramutano in risultati o derivable tangibili.

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I programmi sono composti invece da diversi progetti sottostanti ed interconnessi.

Questi progetti si completano a vicenda per raggiungere un obiettivo aziendale più ampio e a lungo termine.

Un programma di successo porta benefici strategici e crescita organizzativa, piuttosto che un singolo risultato tangibile.

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In breve, un project manager ha una visione più focalizzata sul lavoro che riguarda un singolo progetto; il program manager ha una visione ampia di tutti i flussi di lavoro che portano ad un obiettivo più “alto”.
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Cos’è un Program Manager?

Un Program Manager è un professionista che articola la strategia e gli obiettivi di un programma. La sua valutazione riguarderà il modo in cui il programma impatterà sull’azienda in generale.

Il raggiungimento degli obiettivi generali, passerà da  un elenco di progetti dipendenti tra loro che Lui (o Lei) deve definire e supervisionare.

Il program manager crea una pianificazione principale per gestire le dipendenze tra i progetti. Viene così creato un piano di gestione dei rischi del programma e un piano di comunicazione del programma.

Il program manager non gestisce quindi i progetti, ma fornisce piuttosto la supervisione necessaria per garantire che i pezzi di ciascun progetto siano completati in modo efficace ed efficiente. Il fine è quello di soddisfare le esigenze di altri progetti per raggiungere l’obiettivo generale.

Può essere utile pensare a un program manager come un architetto che disegna un progetto.

Un architetto non installa l’impianto elettrico e non costruisce i muri di una casa, ma si assicura che tutti questi pezzi si uniscano per creare un edificio solido ed utilizzabile.

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Il ruolo del Program Manager si estende oltre il completamento dei singoli progetti per la realizzazione a lungo termine dell’intero programma aziendale.

Le responsabilità del Program Manager

Le responsabilità del Program Manager includono: arruolare team, implementare strategie, misurare il ROI e altre attività e task di alto livello.

Un program manager è un leader altamente qualificato con una visione verso il futuro dell’organizzazione.

Il program manager dovrebbe informare correttamente e con precisione i responsabili di progetto dell’obiettivo aziendale che deve essere raggiunto.

Se la strategia aziendale cambia, il program manager deve comunicarlo ai vari project manager in modo che questi siano consapevoli dei cambiamenti e possano attuare le dovute modifiche ai singoli progetti.

Il program manager si concentra sulla strategia e sul piano di attuazione e, di conseguenza, effettua la delega dei progetti secondo tali requisiti.

Il controllo di un program manager si estende oltre la durata di vita dei singoli progetti e ha come focus i benefici a lungo termine per l’impresa.

Cos’è un Project Manager?

Il project manager supervisiona le operazioni dei singoli progetti all’interno dei programmi.

Egli coordina il tempo, il budget e le risorse per completare il lavoro all’interno delle linee guida del programma. Inoltre riferisce al Program Manager sui progressi e su eventuali modifiche apportate al piano di progetto iniziale.

Il ruolo del project manager è più tattico rispetto al program manager. Se i program manager sono architetti, i project manager sono i Responsabili di cantiere o Capi squadra.

Un project manager si concentra principalmente sull’esecuzione e sulla gestione degli elementi funzionali del progetto, ciò include rispettare le scadenze, rispettare il budget, delegare le attività e raggiungere i risultati.

Una volta che il progetto è stato completato e il suo obiettivo è stato raggiunto, il ruolo del project manager, riferito a quel singolo progetto, cessa.

Program Manager e Project Manager

Ricapitoliamo le tre principali differenze tra un program manager ed un project manager:

  • I program manager supervisionano gruppi di progetti; i project manager supervisionano i singoli progetti;
  • I program manager si concentrano su obiettivi aziendali a lungo termine; i project manager lavorano per raggiungere risultati concreti a breve termine;
  • I program manager sono strategici; i project manager sono tattici.

Si può pensare e credere che un program manager abbia una serie più ampia di abilità e potere rispetto ad un project manager.

In realtà, un program manager deve indossare occhiali diversi per guardare il programma da diverse prospettive e avere così la visione d’insieme.

Attraverso queste diverse prospettive sorge la corretta individuazione e segregazione dei singoli progetti per raggiungere l’obiettivo aziendale.

Una volta stabilite queste prospettive ed effettuata la segregazione, il ruolo dei project manager diventa prevalente.

I project manager non hanno bisogno di occhiali per avere la visione generale, ma piuttosto si fissano sugli obiettivi del progetto e gestiscono il processo e il flusso di lavoro che portano al successo del singolo progetto.

Dopo aver elencato le principali differenze fra queste due figure professionali, rimane solamente da elencare una grande somiglianza tra i due.

Entrambi sono ruoli “strutturati” che richiedono abilità eterogenee ed individui che si sforzino di fare la differenza nel mondo degli affari e dell’industria a cui appartengono.

Conoscevi la differenza fra project manager e program manager? Credi esistano ulteriori differenze degne di nota fra i due ruoli?

Lasciaci la tua opinione.

Gestisci programmi e progetti in maniera professionale.

Cambiamento in azienda: gli 8 motivi che alimentano le difficoltà e le resistenze

La resistenza al cambiamento in azienda è, oggi, un argomento molto importante, ed allo stesso tempo molto delicato.

Nel Business è, infatti, scontato che le organizzazioni, grandi o piccole, debbano cambiare per rimanere competitive e sopravvivere in un mercato sempre in evoluzione.

Tuttavia, affrontare questo (grande) cambiamento porta ad imbattersi in barriere di resistenza.

Esistono molti tipi diversi di cambiamenti organizzativi.

Le organizzazioni possono cambiare:

  • la loro strategia,
  • il loro uso della tecnologia,
  • la struttura,
  • la cultura,
  • qualsiasi combinazione di questi aspetti.

Ecco perché avere una visione prospettica diventa fondamentale.

Solo proiettandosi in avanti e definendo la nuova organizzazione e il nuovo modo di operare delle persone coinvolte sarà possibile identificare gli aspetti chiave del processo di cambiamento.

Insomma, sarà opportuno pianificare “come deve avvenire il cambiamento ipotizzato” e definire le azioni necessarie a contrastare i possibili ostacoli che possano sorgere.

E’ necessario capire a fondo fino a che punto le persone, in questo caso i dipendenti, sono pronte ad accettare i cambiamenti e se il processo li minaccia in qualche modo.

Per un manager che deve gestire efficacemente il processo di implementazione del cambiamento, è importante essere consapevole dei motivi per cui le persone potrebbero resistere ai cambiamenti. La comprensione delle motivazioni è indispensabile per trovare e applicare modalità che incoraggino la cooperazione.

La resistenza può ritardare o rallentare il processo di cambiamento, ostacolare la sua implementazione e aumentarne il costo. Un Manager non può permetterselo.

Perché le persone resistono al cambiamento?

In pratica, ci sono 8 motivi per cui le persone resistono al cambiamento sul posto di lavoro.

Un buon Manager deve riconoscerle facilmente e capire le emozioni che i dipendenti provano in questa fase. Proviamo ad esaminare singolarmente le cause di resistenza ai cambiamenti che possono verificarsi.

1.Perdita di lavoro

In un’azienda, qualsiasi progresso tecnologico, processo o cambiamento di prodotto includerà un lavoro più ottimizzato. Si tenderà alla  riduzione dei costi, a migliorare l’efficienza e si punterà a tempi di completamento più rapidi.

Tutto ciò significa che ci saranno cambiamenti che potranno intaccare determinati ruoli e posti di lavoro. Il il team tenderà a resistere per proteggere il proprio ruolo.

2.Paura dello sconosciuto

Le risposte dei dipendenti al cambiamento aziendale possono variare. Si può andare dalla paura al sostegno più totale.

Durante i periodi di cambiamento, alcuni dipendenti possono sentire la necessità di attenersi al passato perché più sicuro, conosciuto e prevedibile.

Se quello che hanno fatto in passato ha funzionato bene per loro, potrebbero opporre resistenza al cambiamento per paura che ciò cambierà in futuro.

D’altronde come biasimarli?

Ciò che si conosce è decisamente un’ancora, un porto sicuro per l’uomo, qualunque sia l’ambito in cui si trova.

Ecco perché ascolto e dialogo diventano in questo ambito fondamentali. In situazioni simili sono molto utili incontri periodici, confronti e comunicazione sul cambiamento.

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3.Perdita di controllo

Chiedere di cambiare il modo in cui si opera può far sentire i dipendenti impotenti e confusi.

Le persone hanno maggiori probabilità di comprendere e applicare i cambiamenti quando sentono di avere una qualche forma di controllo su di essi.

La chiave è quindi mantenere aperte le porte della comunicazione e sollecitare input, supporto e aiuto da parte dei dipendenti.

4.Mancanza di competenza

Questa è una paura che difficilmente i dipendenti ammetteranno apertamente.

Alcune persone sentiranno che non saranno in grado effettuare la transizione. Questo a causa delle loro (poche o insufficienti) competenze.

Di conseguenza, l’unico modo per loro di sopravvivere o di non palesare la propria “ignoranza”, è quello di contrastare il cambiamento.

Alcuni dipendenti esprimono una riluttanza a imparare qualcosa di nuovo in generale. In questo modo però, oltre ad ostacolare il cambiamento, ostacolano anche la loro crescita personale.

5.Tempi sbagliati

È importante tenere a mente che il cambiamento è, esso stesso, un evento!

Pertanto, il cambiamento deve essere introdotto quando non ci sono altre iniziative importanti in corso.

In questo caso è fondamentale preparare una strategia di gestione al cambiamento fin dall’inizio. Va valutata la situazione generale dell’organizzazione e non bisogna limitarsi nell’analisi.

In certi casi può essere utile assumere un consulente di gestione del cambiamento aziendale. Questo per progettare una strategia di gestione del cambiamento efficace ed oggettiva.

6.Mancanza di ricompense

I dipendenti dell’organizzazione possono resistere ai cambiamenti quando non vedono alcuna ricompensa. Della serie “Chi me lo fa fare?”.
Senza ricompensa, infatti, non vi è alcuna motivazione a sostenere il cambiamento nel lungo periodo.

Dunque per supportare la gestione del cambiamento è importante che i sistemi di ricompensa dell’organizzazione siano modificati. Il cambiamento deve essere vissuto come un sistema premiante, migliorativo per l’azienda stessa.

7.Ambiente sociale

Ogni azienda ha una propria politica interna. Quindi, alcuni dipendenti resistono al cambiamento a priori, come “strategia politica”.

Un modo come un’altro per andare contro la dirigenza.

I dipendenti possono anche coalizzarsi contro il cambiamento. Possono farlo, ad esempio, per dimostrare che la persona che guida il cambiamento non è all’altezza del compito.

Allo stesso modo, i dipendenti possono resistere al cambiamento per proteggere i loro colleghi di lavoro. Lo fanno quando, ad esempio, potrebbero essere a rischio di cassa integrazione.

Alle volte anche i manager stessi potrebbero opporre resistenza al cambiamento per proteggere i loro gruppi di lavoro.

8.Mancanza di fiducia e supporto

Un cambiamento aziendale non può avere successo se avviene in un clima di sfiducia. La fiducia implica la fede nelle intenzioni e nel comportamento degli altri.

In questo caso, qualsiasi cambiamento sul luogo di lavoro può essere causa di timore per i dipendenti. Il timore che i loro ruoli all’interno dell’azienda possano cambiare.

Nelle aziende dove c’è un alto grado di fiducia e ogni dipendente è trattato con rispetto e dignità, c’è meno resistenza al cambiamento.

cambiamento in azienda

Riconoscere la resistenza al cambiamento

Come fare a sapere se c’è resistenza al cambiamento in azienda?

A volte le persone dicono o dimostrano abbastanza direttamente che non sono felici o che non parteciperanno ai piani.

Spesso, tuttavia, la resistenza è meno ovvia. Tende ad agire in modo nascosto.

Chi resta in silenzio può resistere altrettanto fermamente di coloro che comunicano apertamente il loro dissenso.

Il silenzio non significa sempre consenso. Può essere più difficile da gestire un dissenso silenzioso della resistenza aperta e dimostrata.

Altri potrebbero mettere in discussione la metodologia. Potrebbero farlo ancora una volta non opponendosi apertamente al cambiamento, ma minando il processo attraverso il quale i cambiamenti sono stati decisi. Tenderanno insomma ad indebolire così l’iniziativa stessa del cambiamento.

Poi ci sono quelli che sono troppo impegnati per pensare ad implementare i cambiamenti.

Correndo freneticamente tutto il giorno, inviando messaggi e rispondendo continuamente alle chiamate, non hanno il tempo di apportare modifiche alle loro modalità operative.

Quindi, come si gestisce la resistenza ovvia e quella meno ovvia al cambiamento?

 

Strategie per superare la resistenza

Se nuove iniziative sembrano svanire prima di andare avanti ed i migliori piani non vanno da nessuna parte, questi sono segnali che i collaboratori stanno resistendo al cambiamento.

Anche se non tutte le resistenze sono negative, l’incapacità di adattarsi al cambiamento può avere conseguenze disastrose.

Diverse ricerche hanno dimostrato che circa il 70% dei cambiamenti in un’organizzazione fallisce a causa della resistenza della forza lavoro.

Quindi cosa fare per affrontare la resistenza al cambiamento? Ecco alcuni suggerimenti.

[av_font_icon icon=’ue812′ font=’entypo-fontello’ style=” caption=” link=” linktarget=” size=’40px’ position=’left’ color=’#145b79′][/av_font_icon]Collegare il cambiamento ad altre questioni che interessano le persone. Per migliorare la percezione di un cambiamento, si può pensare di collegarlo ad altre questioni che le persone hanno a cuore (ad es. la sicurezza sul lavoro). Mostrando come il cambiamento sia connesso a questi fattori è possibile rendere meno probabile una resistenza.

[av_font_icon icon=’ue812′ font=’entypo-fontello’ style=” caption=” link=” linktarget=” size=’40px’ position=’left’ color=’#145b79′][/av_font_icon]Mostrare attenzione e comprensione alle preoccupazioni. Comunicare con i dipendenti sulle nuove iniziative e sui loro progressi. Chiedere loro quali sono le loro preoccupazioni che intravedono dietro il cambiamento. Dimostrare di ascoltare le opinioni altrui è il primo passo per influenzarle.

[av_font_icon icon=’ue812′ font=’entypo-fontello’ style=” caption=” link=” linktarget=” size=’40px’ position=’left’ color=’#145b79′][/av_font_icon]Identificare i membri del team che supportano il cambiamento. Queste persone sono i sostenitori del nuovo modo di lavorare. Possono essere l’anello di congiunzione fra cambiamento ed il resto della squadra. Assicurarsi che partecipino ai forum ed alle iniziative sul cambiamento in modo che le loro voci possano essere ascoltate.

[av_font_icon icon=’ue812′ font=’entypo-fontello’ style=” caption=” link=” linktarget=” size=’40px’ position=’left’ color=’#145b79′][/av_font_icon]Conversare apertamente. E’ fondamentale dare informazioni precise su cosa accadrà e quando, quali aspetti cambieranno e cosa rimarrà invariato. È più probabile che le persone si stressino quando non conoscono al 100% la situazione e non conoscono i dettagli.

[av_font_icon icon=’ue812′ font=’entypo-fontello’ style=” caption=” link=” linktarget=” size=’40px’ position=’left’ color=’#145b79′][/av_font_icon]Offrire risorse e strumenti. In un cambiamento, uno dei maggiori ostacoli può essere rappresentato dai dipendenti che sono impreparati a gestire le modifiche. Bisognerà fornire corsi di formazione, attrezzature e tutto ciò che non solo li aiuterà ad adattarsi, ma anche a eccellere nell’ambiente cambiato. In questo modo, non solo possono smettere di resistere, ma possono addirittura sentirsi incoraggiati e fiduciosi verso il nuovo.

[av_font_icon icon=’ue812′ font=’entypo-fontello’ style=” caption=” link=” linktarget=” size=’40px’ position=’left’ color=’#145b79′][/av_font_icon]Il tempismo è tutto. Il buon tempismo è cruciale quando si tratta di cambiare. Se si tenta infatti di attuare importanti cambiamenti tutti in una volta o troppo rapidamente, i dipendenti potrebbero essere più propensi a resistere. E’ buona prassi introdurre il cambiamento in dosi misurate per dare ai dipendenti la possibilità di acclimatarsi. Questo non solo garantisce il minor numero di interruzioni all’attività, ma rende anche più propensi e quindi più produttivi i collaboratori.

È un cliché, ma è vero che il cambiamento è difficile, in tutti gli ambiti, sia nella sfera lavorativa che in quella privata.

Seguendo alcune semplici strategie e un piano ben congegnato di cambiamento, è possibile però rassicurare i propri collaboratori che l’impegno dell’Azienda è quello di assicurare, come mai prima d’ora, il loro benessere ed il loro successo.

Ti sei mai ritrovato in una situazione di cambiamento aziendale? Da che parte ti sei schierato? Raccontaci la tua esperienza.

Gestisci il processo di cambiamento.

Documenti di progetto : best practices per gestirli al meglio

Una documentazione di progetto chiara e dettagliata è fondamentale per il successo dello stesso.

Ogni buon project manager lo sa bene!

È, infatti, necessario essere costantemente aggiornati per rimanere in linea con il progetto.

La redazione della documentazione di progetto può essere però un compito difficile e poco amato.

Per alcune organizzazioni e progetti esistono addirittura dei requisiti legali a cui attenersi per la redazione e conservazione dei documenti.

Sono requisiti che, se disattesi, possono mettere a repentaglio non solo il singolo progetto, ma l’azienda in generale.

Tutto chiaro quindi, la documentazione è importante e la sua corretta redazione e conservazione è fondamentale.

Quindi qual’è il problema? Il problema è in realtà molto semplice: la maggior parte delle persone odia redigere una documentazione.

È un processo che richiede tempo!

È considerato noioso e spesso viene sottovalutato o ignorato non solo dai collaboratori che devono occuparsene, ma anche dalle persone stesse che lo hanno richiesto.

Ogni progetto è unico e, pertanto, richiede una documentazione unica che aiuti a guidare il progetto ad una conclusione positiva.

Diventa fondamentale quindi, per ogni progetto, individuare quali sono i documenti critici ed importanti.

Di seguito forniamo una semplice classificazione di progetto che potrebbe aiutare ad individuare la relativa documentazione importante:

  • Piccoli progetti: questi progetti hanno una durata che va da uno a quattro mesi. L’enfasi è sulla velocità e il completamento del progetto il più rapidamente possibile. Esempi di tali progetti sono la creazione di un sito Web o semplicemente un aggiornamento dei sistemi esistenti.
  • Progetti di medie dimensioni: questi progetti richiedono fino a 12 mesi per essere completati e sono la norma per la maggior parte delle aziende. Non sono così veloci e di solito coinvolgono fornitori esterni. Il livello di rischio e controllo dei cambiamenti aumenta rispetto ai piccoli progetti.
  • Progetti super dimensionali: questi sono i progetti più grandi e complessi. Potrebbero essere necessari addirittura anni per completarli. Un esempio di tale progetto è la costruzione di un edificio.

Determinazione delle esigenze di documentazione di progetto

La domanda fondamentale da porsi per ogni progetto è: qual è la documentazione di progetto minima di cui si ha bisogno?

La documentazione scritta richiede infatti tempo e denaro.

Pertanto, la dimensione del progetto ha una certa influenza sul numero dei documenti necessari.

Inoltre, lo sviluppo della documentazione progettuale diventa ancora più cruciale quando si lavora con la pubblica amministrazione e le istituzioni pubbliche.

documenti di progetto

È, ad esempio, il caso del settore medico, farmaceutico o della difesa.

Un’indagine australiana del CSIRO (The Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation), che ha preso in considerazione circa 350 aziende, ha rilevato che una documentazione non completa ha causato una riduzione dell’efficienza del progetto.

Nei casi in cui esisteva pochissima documentazione, i progetti avevano un superamento medio dell’11% che, superfluo dirlo, è una percentuale bassissima.

Per i piccoli progetti, l’enfasi è quindi sui requisiti minimi e su una minima documentazione.

I progetti di dimensioni medie richiedono gradualmente più documentazione, mentre i progetti di grandi dimensioni richiedono il massimo dell’impegno documentale perché necessitano di un elevato livello di comunicazione e coordinamento.

Creare la documentazione giusta

A volte i project manager non vogliono creare nuovi documenti per ogni loro progetto.

Come alternativa, possono utilizzare una vasta gamma di modelli di progetto collaudati.

Ciò permette al project manager di avere più tempo per concentrarsi sul progetto reale, piuttosto che sprecare tempo per lo sviluppo di nuovi documenti da zero.

Sia che il project manager gestisca l’intero ciclo di vita di un progetto o semplicemente una fase, dovrà comunque avere a che fare con dettagli e informazioni provenienti da varie fonti.

Si pensi agli imput provenienti da clienti, utenti e venditori, e ad un certo punto dovrà anche scrivere qualcosa.

Nello specifico, la documentazione del progetto si concentra per:

  • Definire lo scopo e l’ambito del progetto;
  • Identificare risultati ed i punti chiave;
  • Documentare i parametri tecnici e le tecnologie da utilizzare;
  • Affrontare il modo in cui le derivable saranno costruite o distribuite;
  • Valutare elementi come la qualità, l’ambito, le risorse, i rischi, la formazione e i costi;
  • Documentare qualsiasi back-out o imprevisto che potrebbe verificarsi;
  • Comunicare i progressi e aggiornare gli stakeholder di progetto.

Ancora una volta si può comprendere quanto nna corretta documentazione sia fondamentale per il successo di un progetto.

Che si tratti di semplici documenti cartacei o documentazione trasmessa in formato elettronico, è necessario pianificare e sviluppare la documentazione del progetto prima di avviare il progetto stesso.

I project manager devono quindi anticipare il tempo necessario richiesto per sviluppare tali documenti all’interno della pianificazione di progetto e aggiornare quest’ultima ogni volta che si verifica un cambiamento.

Cosa bisogna documentare

Indipendentemente dalla struttura dell’organizzazione, la capacità di registrare e documentare tutti gli aspetti di un progetto è vitale per essere un project manager di successo.

Report, grafici, documenti, richieste di modifica e aggiornamenti di stato devono inoltre essere conservati per tutto il ciclo di vita di un progetto e, molto spesso, anche oltre.

documenti di progetto

Importante è considerare quanto segue per determinare cosa vale la pena documentare:

  • Documentazione sul cliente: in merito a questo argomento è sufficiente un semplice esempio. Immaginiamo che un cliente interroghi improvvisamente il project manager su una decisione presa un paio di mesi fa. Il cliente afferma di aver scelto chiaramente una direzione, ma l’azienda ha deciso di seguirne un’altra. Una documentazione chiara sulle riunioni con i clienti, con la specifica di date, orari e partecipanti, aiuterà tutti a ricordare la decisione presa e a chiarire ogni malinteso.
  • Documenti legali: Per alcuni progetti esistono requisiti legali che richiedono la redazione di determinati documenti. Per i progetti pubblici ad esempio, potrebbero essere necessari processi di supervisione e revisione che analizzano un progetto dopo il suo completamento. I requisiti legali di un progetto devono essere chiari già all’inizio del progetto stesso.
  • Documentazione sui processi: i processi importanti all’interno di un progetto devono essere documentati. Questa documentazione potrà tornare utile anche come risorsa per eventuali progetti similari futuri. In caso di dubbio, l’approccio migliore è sempre documentare.
  • Documentazione sulle modifiche di progetto: gli aggiornamenti di un progetto sono essenziali per documentare quando gli obiettivi, o l’esecuzione del progetto, si modificano a causa di fattori interni o cause esterne. Gli stakeholder inoltre devono essere informati di queste modifiche e ricevere la relativa documentazione.

Best practice di documentazione

Quali sono le migliori strategie da usare per mantenere una documentazione efficace, efficiente e tempestiva? Ecco le best practice:

  • Prendersi il tempo: molte persone pensano che il calendario serva solamente per fissare riunioni e meeting. Non è solo così! Il calendario può essere utilizzato per programmare blocchi di tempo da dedicare alla riflessione e alla redazione di un documento essenziale per il progetto. Bisogna prendere del tempo per scrivere un documento ufficiale. Questo non può avvenire quando si continua a rispondere al telefono, a scrivere e-mail e a parlare con i collaboratori. Allo stesso modo, si possono pianificare blocchi di 10-15 minuti ogni settimana per rivedere e aggiornare la documentazione.
  • Inserire i giusti dettagli: a seconda del target della documentazione, questa dovrà contenere più o meno dettagli e, a seconda del ruolo del pubblico target, i dettagli dovranno essere di un certo tipo o di un altro. Ad esempio, un ingegnere avrà bisogno dei dettagli tecnici di progetto, mentre un responsabile marketing sarà concentrato su altri fattori. Il project manager deve decidere il giusto livello di dettaglio all’interno della documentazione.
  • Smart Storage: la documentazione deve essere facile da individuare e facilmente accessibile. Questo include anche l’utilizzo di parole chiave chiare e facilmente individuabili.
  • Condividere: la documentazione deve essere condivisa e non deve rimanere salvata singolarmente sul pc del project manager. Condividere la documentazione, con i collaboratori giusti, permette inoltre di ricevere feedback costruttivi qualora siano necessarie delle modifiche.
  • Aggiornamento della documentazione: mano a mano che il progetto progredisce, è necessario assicurarsi che la documentazione di progetto sia correttamente aggiornata. Inutile infatti perdere tempo nella redazione di documenti iniziali e poi rinchiuderli nel dimenticatoio.

Per concludere, la documentazione è sicuramente un argomento ostico per molti project manager, ma rappresenta uno strumento fondamentale che in certi casi può addirittura semplificare l’esecuzione del progetto.

E’ importante quindi dare il giusto valore alla documentazione di progetto.

Per questo in TWproject abbiamo reso la vita semplice!

La gestione dei documenti è di per sé un argomento così ampio da avere dozzine di applicazioni specifiche (chiamate DMS).

In Twproject non vogliamo competere con questi strumenti specifici.

Siamo, infatti, consapevoli che ogni azienda ha il proprio sistema di archiviazione documenti ormai collaudato e strutturato.

Per questo abbiamo scelto di mantenere la gestione dei documenti all’essenziale.

Al contempo abbiamo pensato di integrare questo aspetto con qualche potente e semplice tecnica.

Abbiamo realizzato quindi in Twproject un sistema intelligente per gestire e archiviare i documenti del progetto.

I tuoi documenti saranno sempre a un click di distanza dai tuoi progetti (e dalle risorse, e anche dalle issue).

Potrai collegare e accedere ai tuoi documenti in tre modalità:

  1. Caricando un documento direttamente su TWproject;
  2. Creando un collegamento ad un archivio di file;
  3. Aggiungendo un collegamento, se già hai un repository dei documenti.

Così avrai accesso ai tuoi documenti direttamente da Twproject: un unico luogo da dove gestire tutto e mettere tutto a disposizione del team.

Non male, vero?

Il tutto lavorando anche da remoto o accedendo da mobile.

Insomma abbiamo cercato di soddisfare tutte le esigenze del PM per supportare concretamente la necessità di gestione dei documenti di progetto.

E tu che rapporto hai con la documentazione di progetto?

Rappresenta per te un compito difficile o fai parte dei project manager che non hanno difficoltà ad affrontarlo?

Dacci la tua opinione, ma soprattutto raccontaci quali sono le necessità in merito.

Ci piacerebbe sapere cos’altro possiamo implementare nel software per migliorare il tuo lavoro.

Gestisci i tuoi documenti di progetto.

Organizzare il tempo di lavoro del team: livellamento delle risorse o smoothing?

Riuscire ad organizzare il tempo di lavoro del proprio team è fondamentale per la riuscita di ogni progetto.

Questo anche perchè non sempre un project manager ha tutte le risorse necessarie per completare il progetto stesso.

E comunque, anche qualora le risorse fossero sufficienti, durante l‘esecuzione del progetto si verificano situazioni e potenziali rischi che possono, anche improvvisamente, togliere questo “lusso”.

Anche quando si hanno tutte le risorse necessarie, quindi, è responsabilità del project manager utilizzare le risorse in modo efficiente e risparmiare sui costi aziendali.

Per raggiungere questi obiettivi, si utilizzano tecniche di ottimizzazione delle risorse.

Oggi in particolare ne vediamo due:

  • Livellamento delle risorse;
  • Smoothing delle risorse.

Queste tecniche permettono di completare il progetto con un’ostruzione minima.

Livellamento delle risorse

Si utilizza il livellamento delle risorse quando si dispone di risorse limitate.

In questi casi, si può estendere la pianificazione del progetto e una o più deadline possono essere posticipate.

Se le risorse non sono disponibili, infatti, la durata del progetto potrebbe cambiare.

Il livellamento delle risorse viene utilizzato principalmente quando:

  • Una risorsa importante potrebbe non essere disponibile per un certo periodo di tempo;
  • Una risorsa importante potrebbe non essere disponibile in un determinato momento;
  • Bisogna condividere una o piú risorse con un altro progetto;
  • La domanda di una risorsa è maggiore dell’offerta. Se il fabbisogno di risorse supera la disponibilità delle risorse, in qualsiasi momento, alcune attività possono subire ritardi fino a quando la disponibilità delle risorse diventa nuovamente sufficiente.

Questa tecnica viene utilizzata anche quando si deve mantenere l’utilizzo delle risorse a un livello costante.

Nel livellamento delle risorse, infatti, viene chiesto di ottimizzare le risorse limitate assegnate.

Il livellamento delle risorse risponde alla domanda su quando sarà possibile completare il progetto con le risorse fornite.

Il livellamento delle risorse è talvolta anche chiamato programmazione a risorse limitate, in inglese “resource constrained scheduling” (RCS).

In questo caso, un progetto deve essere completato con le risorse disponibili, da qui il concetto di “risorse limitate“.

Facciamo un esempio concreto di livellamento delle risorse che causa un’estensione della pianificazione prevista e, quindi, un ritardo del progetto.

Stiamo sviluppando un programma per un progetto di costruzione di un edificio a due piani.

La costruzione del primo piano non presenta problematiche ma per il secondo piano abbiamo bisogno di un’impalcatura aggiuntiva.

Indagando all’interno dell‘organizzazione scopriamo che, abbiamo si a disposizione un’impalcatura extra che possiamo prendere da un altro progetto, ma dobbiamo aspettare una settimana in piú rispetto alla data che avevamo prefissato.

Di conseguenza, le attività di costruzione del secondo piano dell’edificio ritarderanno di una settimana.

Smoothing delle risorse

Si utilizza lo smoothing delle risorse quando è necessario ottimizzare le risorse e non è possibile estendere la pianificazione.

Poiché non è possibile posticipare una o piú deadline, la data di completamento del progetto e il percorso critico rimarranno gli stessi.

Nello smoothing delle risorse, è necessario fare di tutto per evitare qualsiasi ritardo per qualsiasi attivitá in quanto potrebbe influenzare il ciclo di vita e la pianificazione del progetto.

Il tempo qui è il principale vincolo.

organizzare il tempo di lavoro

Si ha un programma fisso ed immutabile ed è quindi necessario ottimizzare le risorse di conseguenza.

Lo smoothing delle risorse è noto anche come programmazione a tempo limitato o, in inglese, “time costrained scheduling” (TCS).

TCS sottolinea il completamento di un progetto entro un determinato periodo di tempo.

In TCS, le date di inizio e fine del progetto sono importanti e devono essere necessariamente rispettate.

TCS considera anche l’offerta (disponibilità) e la domanda (requisito) delle risorse. Qui, tuttavia, esiste un limite predefinito per la richiesta di risorse, che non può essere superato.

Anche in questo caso facciamo un esempio concreto.

Supponiamo che uno studente debba fare un esame ed abbia stanziato 60 ore per studiare in tre mesi.

Questo si traduce in 20 ore al mese.

Tuttavia, mentre pianifica la data per l’esame, scopre che l’unico appuntamento disponibile è tra due mesi.

In questo caso lo studente deve distribuire queste 60 ore per due mesi, ovvero 30 ore al mese.

Questo è un esempio di smoothing delle risorse.

Dal momento che la data dell’esame non puó essere posticipata, lo studente dovrá lavorare piú duramente ed impegnarsi maggiormente per raggiungere la meta.

Diversamente non passerá l’esame, il che equivale, per un project manager, all’insuccesso del progetto.

Le differenze tra il livellamento e lo smoothing delle risorse

Di seguito sono riportate alcune differenze tra il livellamento delle risorse e lo smoothing delle risorse:

  • Nel livellamento delle risorse la data di fine progetto può cambiare mentre nello smoothing non cambia;
  •  Nel livellamento delle risorse, il percorso critico di progetto cambia (generalmente aumenta) mentre nel caso dello smoothing delle risorse non lo fa. Le attività, inoltre possono essere ritardate solamente all’interno del loro float, pianificato in partenza.
  • Generalmente lo smoothing delle risorse viene eseguito solamente dopo il livellamento delle risorse.
  • Nel livellamento delle risorse, le risorse stesse sono il vincolo principale, mentre nello smoothing delle risorse è la data di fine progetto il vincolo da tenere in considerazione.
  • Il livellamento delle risorse viene utilizzato quando le risorse sono sotto o sovra allocate. Lo smoothing delle risorse viene utilizzato invece quando le risorse sono allocate in modo non uniforme.
  • Il livellamento delle risorse può essere applicato alle attività durante il percorso critico mentre nello smoothing delle risorse le attività ed il percorso in generale non si toccano.

Le somiglianze tra il livellamento delle risorse e lo smoothing delle risorse

Le seguenti sono alcune somiglianze tra queste due tecniche:

  • Entrambe aiutano ad ottimizzare l’utilizzo delle risorse;
  • Entrambe aiutano a pianificare l’analisi del network.

Il livellamento e lo smoothing delle risorse sono tecniche differenti e vengono utilizzate in diverse situazioni.

Non è sempre necessario utilizzare entrambe le tecniche; si puó scegliere, a seconda dei casi, solamente una di esse.

Tuttavia, se si utilizzano entrambe, come detto prima, è solitamente il livellamento delle risorse a precedere lo smoothing, dal momento che è necessario considerare i vincoli di risorse, prima di poterle ottimizzare.

Il livellamento delle risorse e lo smoothing, sono due tecniche di ottimizzazione delle risorse.

Se utilizzate, in qualsiasi progetto aumentano le possibilità di completare il progetto con successo entro le deadline e rispettando i limiti di costo approvati inizialmente.

La differenza essenziale è che il livellamento delle risorse viene utilizzato per bilanciare la domanda e l’offerta di risorse, mentre lo smoothing delle risorse aiuta a garantire un utilizzo uniforme delle stesse.

In Twproject puoi controllare sempre il carico delle tue risorse, sia nella pianificazione, sia nella gestione quotidiana del progetto.

Più completi il livello di informazioni in Twproject e più i tuoi grafici si avvicineranno alla realtà.

Per esempio quando avvii un progetto, la prima cosa che devi dire a Twproject è quanto intendi lavorare su un progetto: devi fare una stima.

organizzare il tempo di lavoro

La stima viene impostata di comune accordo. Questo è anche un modo per coinvolgere e impegnare le persone del team.

Valutare il tempo necessario, anche con qualche variazione ed imprecisione di stima, è comunque un’ottimo esercizio per porre i componenti del team davanti a compiti e responsabilità di risultato.

Ma torniamo alle potenzialità di TWproject.

Dopo aver impostato il tempo stimato, accedendo al “carico operatore”, avrai qualcosa di simile a questo:

organizzare il tempo di lavoro

In questa pagina per ogni risorsa del workgroup selezionato avrai una rappresentazione grafica del carico totale per giorno.

La rappresentazione è dettagliata: ogni colore rappresenta un task diverso.
Cliccando su una colonna avrai una spiegazione minuziosa dei componenti del carico.

Puoi verificare il carico dell’operatore e servirti di TWproject per migliorare la distribuzione del lavoro.

In TW project piano e carico di lavoro interagiscono, raccogliendo dati da ogni sorgente e in tempo reale.

Hai mai implementato, durante un tuo progetto, un livellamento o uno smoothing delle risorse?

Hai riscontrato delle difficoltá? Quali?

Raccontaci la tua esperienza.

Organizza il tempo di lavoro del tuo team.

Il Metodo dell’Earned Value: Cos’è e come usarlo

Il metodo dell’Earned Value è, nel project management, uno degli strumenti per la gestione del progetto più apprezzati e conosciuti.

Si tratta di una tecnica di gestione del progetto per misurare le prestazioni e il progresso.

In concreto, combina le misure del triangolo di gestione del progetto: ambito, tempo e costi.

In un unico sistema integrato, il metodo dell’earned value è in grado di fornire previsioni accurate sui problemi di performance del progetto.

Puoi ben capire quindi quanto possa essere importante il suo contributo per la gestione del progetto.

Altrettanto facili da comprendere sono i vantaggi derivanti dall’uso di un software per la gestione dei progetti in grado misurare ogni metrica di performance e di fornire una reportistica completa.

Cos’è il metodo dell’earned value?

Il metodo dell’earned value, letteralmente “lavoro realizzato“, è conosciuto anche come Earned Value Analysis (EVA).

È un metodo che consente al project manager di misurare la quantità di lavoro effettivamente eseguito su un progetto.

Grazie all’EVA, si ha la possibilità di misurare il progetto in base ai progressi raggiunti.

Il project manager è quindi in grado, utilizzando i progressi misurati, di prevedere il costo totale di un progetto e la data di completamento.

Spesso il termine “earned value” è definito come costo preventivato del lavoro svolto, in inglese Budgeted Cost of Worked Performed o BCWP.

Questo valore consente al project manager di calcolare gli indici di efficienza del progetto.

Fornisce, inoltre, informazioni su come il progetto si sta muovendo in relazione alla sua pianificazione originale.

Questi indici, se applicati ad attività future, consentono al project manager di prevedere come sarà lo sviluppo futuro del progetto, a patto che gli indici di prestazione non fluttuino.

I requisiti per l’analisi dell’earned value

Affinché l’analisi dell’earned value sia accurata, è necessario creare un piano di progetto solido.

In particolare è possibile utilizzare lo Scope Statement, la base per eccellenza di un progetto.

Lo Scope Statement, in poche parole, è un documento elaborato dal project manager sull’avvio di progetto.

Include le finalità e gli obiettivi di progetto, i requisiti del prodotto finale, le principali milestone e l’analisi dei rischi di progetto.

Al fine di sviluppare quella comprensione comune del lavoro del progetto, dovrebbe essere creata anche un’altra struttura chiave, la Work Breakdown Structure (WBS), anche chiamata struttura di scomposizione del lavoro o struttura analitica di progetto.

La WBS è un vero e proprio elenco di tutte le attività di progetto, una scomposizione gerarchica orientata al deliverable del progetto.

Ogni livello discendente rappresenta una definizione sempre più dettagliata del lavoro del progetto.

Una WBS documenta la gerarchia e la descrizione dei compiti da eseguire e la relazione di questi con il prodotto finale.

La WBS suddivide tutti gli ambiti di lavoro in elementi appropriati per la pianificazione:

la definizione del budget, la contabilità dei costi, la misurazione dei progressi ed il controllo di gestione.

La pianificazione del progetto è quindi una necessità non solo per poter utilizzare il metodo dell’earned value, ma anche per il successo del progetto in generale.

Stabilite le basi, vediamo ora le tre informazioni necessarie per calcolare l’EVA.

I concetti fondamentali dell’Earned Value

Il metodo dell’earned value consente al project manager di rispondere alle seguenti tre domande in merito al progetto:

  1. Dove eravamo?
  2. Dove siamo adesso?
  3. Dove stiamo andando?

Nel metodo dell’earned value, a differenza della gestione tradizionale, sono presenti tre fonti di dati:

  • il budget del lavoro pianificato (planned value – PV);
  • il valore effettivo del lavoro completato (actual value – AV);
  • l’earned value del lavoro concreto completato.

Il metodo dell’earned value, partendo da queste tre fonti, estrapola i dati ed è in grado di confrontarli.

earned value

Il valore pianificato o planned value

Il valore pianificato descrive fino a che punto, il lavoro riguardante il progetto, dovrebbe trovarsi in un determinato punto della schedule di progetto e della stima dei costi.

La baseline della schedule di progetto e quella dei costi, si riferiscono al lavoro fisico pianificato e al budget approvato per portare a termine il lavoro programmato.

Insieme, questi due valori determinano un valore importante: il valore pianificato o planned value (PV).

Questo valore può essere esaminato in due modi: cumulativo oppure corrente.

Il PV cumulativo è la somma del budget approvato per le attività pianificate da eseguire in generale.

Il PV corrente è il budget approvato per le attività pianificate da eseguire durante un determinato periodo.

Questo periodo potrebbe essere di giorni, settimane, mesi, ecc.

Il costo effettivo o actual cost

Il costo effettivo (AC), anche chiamato costo effettivo del lavoro eseguito (ACWP), è invece il costo effettivamente sostenuto per l’esecuzione di un lavoro per un progetto.

Questa cifra indica ciò che si è realmente speso e, come nel caso del valore pianificato, può essere visto in termini di cumulativo e corrente.

L’AC cumulativo è la somma del costo effettivo per tutte le attività eseguite fino al momento storico in cui viene calcolato.

L’AC corrente è il costo effettivo delle attività svolte durante un determinato periodo. Anche qui il periodo considerato può essere di giorni, settimane, mesi, ecc.

L’earned value (EV) del lavoro completato 

L’earned value è la quantificazione del valore del lavoro effettivamente svolto fino ad una certa data.

In altre parole, l’EV indica, in termini concreti, cosa si è realizzato durante il progetto.

L’EV cumulativo è la somma del budget per le attività svolte fino alla data in cui questo valore viene calcolato.

L’EV corrente è la somma del budget per le attività svolte in un determinato periodo.

Analisi dello scostamento o Variance Analysis

L’analisi dello scostamento è un metodo con cui i risultati di un progetto ottenuti sono messi a confronti con i risultati attesi.

Al momento della concessione dell’approvazione del progetto, vengono stabiliti per lo stesso determinati risultati attesi ed una pianificazione per poterli raggiungere.

L’analisi dello scostamento, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, serve per capire l’entità della differenza fra i risultati attesi e quelli effettivamente raggiunti.

Dopo aver valutato l’entità del gap, diventa ovviamente fondamentale capire quali sono state le cause di questa mancanza.

Questa tecnica viene utilizzata per evidenziare varianze di costo e di tempo, cioè la cost variance e la schedule variance.

Scostamento dei costi o Cost Variance (CV)

Questo valore dà l’idea di come il progetto si sta evolvendo rispetto al budget inizialmente stimato.

Lo scostamento dei costi si calcola sottraendo l’earned value dai costi effettivamente sostenuti, utilizzando quindi la seguente formula: CV = EV – AC.

Se il risultato equivale a 0, significa che il progetto sta rispettando esattamente il budget.

Nel caso di risultato negativo, significa che il progetto è fuori budget, cioè che i costi sostenuti sono maggiori di quelli pianificati.

In questo caso è quindi necessario prendere dei provvedimenti.

Se invece lo scostamento è positivo, significa che il progetto è sotto budget, cioè che i costi sostenuti sono inferiori rispetto a quelli pianificati.

Scostamento dei tempi o Schedule Variance (SV)

Rispetto alla schedulazione inizialmente accordata, il progetto potrebbe essere in ritardo, addirittura in anticipo o in linea con la pianificazione iniziale.

Questo valore rappresenta la Schedule Variance (SV).

È fondamentale comprendere come questo indicatore non fornisce dati sull’impatto che un eventuale ritardo del lavoro ha sul progetto e sui suoi risultati.

Esso si limita ad indicare se il lavoro è in linea con la pianificazione o no.

La Schedule Variance, rappresentando a situazione effettiva del progetto rispetto alla pianificazione, si ottiene sottraendo dall’earned value i costi pianificati fino al momento in cui si effettua l’analisi.

Ecco la formula: SV = EV – PV.

Se il risultato è uguale a 0, significa che il progetto è in linea con la pianificazione iniziale.

Se il valore è positivo, significa che il progetto è in anticipo rispetto a quanto programmato.

Nel caso, invece, in cui si trovi un valore negativo, vorrà dire che il progetto è in ritardo rispetto alla pianificazione e sarà necessario assumere dei provvedimenti.

Indici di efficienza di progetto

Un’altra analisi che può essere eseguita utilizzando il metodo dell’earned value è quella dell’efficienza di progetto.

In particolare, esistono due tipi di analisi di efficienza: l’indice di efficienza della schedulazione o Schedule Performance Index (SPI) e l’indice di efficienza dei costi o Cost Performance Index (CPI).

L’SPI è un indicatore dell’efficienza del programma di un progetto.

È, di fatto, il rapporto tra l’earned value (EV) ed il valore pianificato (PV): SPI = EV / PV.

Se l’SPI risulta uguale o maggiore di uno, questo indica una condizione favorevole. Significa, cioè, che il progetto si sta svolgendo in maniera efficiente.

Al contrario, un valore minore di uno, indica una situazione sfavorevole.

Il CPI è invece l’indicatore di efficienza economica di un progetto ed è il rapporto tra earned value (EV) e costi effettivi (CA): CPI = EV/AC.

Un CPI uguale o maggiore di uno indica una condizione favorevole e un valore inferiore a uno indica una situazione negativa.

In generale quindi è possibile che il nostro progetto sia in linea con le previsioni o sia in situazioni di efficienza o inefficienza.

Ma quali sono le cause più frequenti che determinano questi scostamenti? Vediamole insieme.

L’efficienza di un progetto si può ottenere grazie alle seguenti condizioni:

  • Lavoro meno complesso del previsto;
  • Meno revisioni e rielaborazioni;
  • Fluttuazioni favorevoli del mercato nel costo del lavoro o del materiale;
  • Diminuzione delle spese in generale.

Al contrario, le possibili cause che portano ad un’inefficienza del progetto potrebbero essere:

  • Lavoro più complesso del previsto;
  • Molte revisioni e rielaborazioni;
  • Requisiti non chiari;
  • Scope Creep o cambiamento non controllato dell’ambito, cioè scostamento dello scope di progetto da ciò che inizialmente era stato concordato e pianificato;
  • Fluttuazioni di mercato sfavorevoli nel costo del lavoro o materiale;
  • Aumento di spese in generale.

Stima e bilancio al completamento

Vediamo ora come analizzare il futuro.

Non parliamo di magia ma di cosa ci si aspetta che accada in un progetto, date le misurazioni dei progressi registrate fino al momento in cui effettuiamo l’analisi.

Queste stime ci permetteranno di determinare quando il progetto sarà completato e quanto costerà completarlo.

Esaminiamo quindi la stima al completamento (EAC Estimate At Completion) e il bilancio al completamento (BAC Budget At Completion).

earned value

La stima al completamento (EAC) è il costo totale previsto per un’attività schedulata.

Si stima che il lavoro rimanente venga eseguito secondo pianificazione e si prevede che il lavoro rimanente venga eseguito in base al CPI e all’SPI attuali.

L’EAC è una valutazione periodica del progetto.

Solitamente viene svolta su base mensile o quando si verifica un cambiamento significativo nel progetto.

Una formula comune per determinare l’EAC è espressa come budget al completamento diviso per l’IPC corrente del progetto: EAC = BAC / CPI.

Il budget al completamento (BAC) indica il valore totale dei costi previsti inizialmente per il progetto e si calcola sommando i costi iniziali previsti per ogni singola attività.

Il BAC deve sempre essere uguale al PV totale del progetto.

Se questi due valori non corrispondono, i calcoli e le analisi legate all’earned value saranno imprecise.

Sfruttando le analisi di worklog, le risorse hanno imparato a domandarsi nelle occasioni di sforamento stime il perché la loro pianificazione non era stata ottimale rispetto ai dati reali consuntivati.

Conclusione: 5 regole per l’Earned Value Management

Per concludere, ecco cinque regole di base per un’efficace Earned Value Management:

  1. Organizzare il team di progetto e lo scope di progetto utilizzando una Work Breakdown Structure (WBS);
  2. Pianificare le attività in modo logico ed in modo che gli elementi di livello inferiore supportino gli elementi successivi e le pietre miliari di livello superiore;
  3. Controllare il bilancio ed il budget regolarmente;
  4. Stabilire mezzi oggettivi per misurare la realizzazione del lavoro. Il budget dovrebbe sempre rispettare quanto pianificato.
  5. Controllare il progetto analizzando gli scostamenti di costo e di tempo, valutando i costi finali, controllando le modifiche rispetto alla baseline di progetto e sviluppando azioni correttive quando necessario.

Deve essere chiaro che applicare il metodo dell’earned value è sicuramente più complesso rispetto a quanto possa apparire in questo articolo.

Richiede molta disciplina per essere applicato correttamente e aggiornamento costante (leggi qui per un approfondimento sugli indicatori di performance di progetto e per un grafico sull’earned value nel Project Management).

Ciò che è fondamentale ricordare è che tutto inizia da una buona pianificazione di progetto.

Dunque, l’utilizzo di un buon software di project management può fare la differenza.

Twproject ti aiuta a semplificare processi complessi, perché ha tutte le funzionalità utili al project management integrate su un’unica piattaforma. Registra e incrocia tutti i dati inseriti, rendendo il tuo business più semplice ed efficiente.

E tu hai mai avuto modo di mettere in pratica il metodo dell’earned value in un tuo progetto? Raccontaci la tua esperienza!

Inizia a pianificare il tuo progetto.