Come gestire un team di lavoro a distanza

L’idea di gestire un team di lavoro a distanza fino a soli 20 anni fa era pura follia.

Internet ha cambiato la storia, e le Aziende stanno imparando ad adeguarsi.

Nel mondo moderno in continua evoluzione e in rapido sviluppo, è quasi impossibile immaginare qualcosa di stabile e stazionario.

La comunicazione, il lavoro di squadra e la società stessa sono cambiate radicalmente.

Oggigiorno, infatti, sempre più aziende e freelance offrono i loro servizi a livello globale, trasformando il posto di lavoro virtuale da una mera eccezione alla normalità.

Questa tendenza offre innumerevoli opportunità a professionisti ed aziende da ogni angolo del mondo.

In Italia sempre più aziende attivano processi di lavoro a distanza, trasferendo parte del lavoro del personale in modalità remota.

Gestire in modo efficace una squadra da remoto rappresenta, quindi, la nuova sfida per i project manager!

Ecco allora una serie di suggerimenti per aiutare il project manager nella organizzazione e gestione di un team di lavoro a distanza.

Come gestire un team di lavoro a distanza: Scegliere i membri giusti per il team

Tutti sognano di lavorare comodamente da casa, ma solo pochi riescono a farlo.

Riuscirci effettivamente con professionalità e senza farsi sopraffare dalle attività quotidiane non è semplice.

In un ufficio tradizionale, l’ambiente è forzatamente più sociale.

Si interagisce con i colleghi anche perché evitarli è praticamente impossibile.

Alcune persone hanno bisogno di quel livello extra di responsabilità sociale per funzionare correttamente nella loro posizione.

Ma ci sono anche altre persone che riescono a gestirsi da sole.

Riescono ad organizzare il proprio carico di lavoro in autonomia e ad essere allineate con il lavoro del team.

Riescono a farlo anche a distanza.

È fondamentale quindi assumere questo secondo tipo di lavoratore in un team che deve lavorare a distanza.

Questa persona non ha bisogno di stare con gli altri per lavorare febbrilmente e proficuamente al suo compito.

Squadre remote efficaci sono composte da individui auto-motivati che possono completare i compiti in tempo senza essere gestiti da vicino.

Questi lavoratori devono essere impegnati nella comunicazione.

Sanno che una comunicazione chiara, dettagliata e continua è vitale per un team in buona salute.

Si impegneranno e faranno ogni sforzo per interagire con il resto del team ogni giorno.

In generale, però, è molto più facile fingere di essere un professionista su Internet che nella vita reale.

Pertanto, prima di assumere qualcuno, è necessario assicurarsi della sua competenza, della sua esperienza e delle sue conoscenze del settore.

Ma come si fa quindi a sapere se una persona è realmente quella giusta per il lavoro?

Una possibile e semplice soluzione è di iniziare con una prova.

Basteranno un paio di settimane per capire se il collaboratore è valido per il progetto o se è meglio cercare ancora.

Come gestire un team di lavoro a distanza: La comunicazione è la chiave

Una comunicazione chiara e regolare è la chiave del successo di qualsiasi lavoro di squadra.

Nel caso di team remoti, l’interazione continua e fluida è la linfa vitale.

Oggigiorno c’è un’abbondanza di servizi gratuiti o a pagamento che facilitano la gestione del team virtuale.

A seconda dello scopo della comunicazione e della sua urgenza, si può scegliere lo strumento più adatto ai membri del team.

In Twproject abbiamo creato uno strumento molto utilizzato per le discussioni aziendali, sia formali che informali: la chat.

Il suo utilizzo tra i nostri clienti è stato da subito molto apprezzato e diffuso.

gestire un team di lavoro

La chat di TWproject è stata pensata e realizzata per consentire di avere tutte le comunicazioni integrate.

Un unico luogo per comunicare, parlare dei singoli progetti ed avere la cronistoria di quanto accaduto.

E non solo. Capita spesso, infatti, che nelle discussioni emergano attività da farsi, non programmate o previste.

Ecco che grazie alla chat di TWproject è possibile segnare qualsiasi messaggio e trasformarlo in una attività/issue.

gestire un team di lavoro

Chattare con i colleghi , anche senza parlare sempre di lavoro, non danneggia certamente il processo.

Al contrario, aiuterà le persone a legarsi più strettamente, proprio come una squadra.

Li aiuterà a sentirsi importanti per gli altri membri del team.

Per questo in TWproject le chat possono essere create anche tra soli colleghi.

Perché se è vero che a tutti piace parlare di lavoro, è vero che a volte si può mantenere la relazione anche discutendo di un bel film.

Per migliorare la lettura delle chat, Il log di queste chat è visibile solo dai partecipanti.

La chat di Twproject è inclusa gratuitamente in ogni piano. (un ulterire risparmio, oltre quello di tempo )

Dunque se in generale, la strategia migliore è quella di avere tutto in un solo luogo, esistono alcuni casi in cui è necessario utilizzare altri strumenti di comunicazione.

Questo avviene quando le situazioni si complicano: ci sono problemi che devono essere gestiti “faccia a faccia”.

Skype, Google Hangouts, GoToMeeting o altri software di videoconferenza sono indispensabili per una collaborazione remota di successo.

A volte, è necessario vedere le emozioni di una persona e parlarci direttamente per capire come stanno andando le cose.

Serve ad avere il polso di cosa sta realmente accadendo dall’altra parte.

È consigliabile inoltre pianificare dei meeting regolari, settimanali o mensili.

La cadenza sarà dettata dalla frequenza con cui è necessario comunicare con il team.

In questo modo, è possibile capire lo spirito con cui i collaboratori stanno lavorando. Aiuterà il Project Manager ed essere sicuro dell’allineamento del Team sugli obiettivi di progetto.

Come gestire un team di lavoro a distanza: Tracciamento e segnalazione dei progressi

Gli strumenti che vengono utilizzati per la comunicazione ed il controllo all’interno del team sono importanti.

Essi però non determinano il successo del progetto su cui si sta lavorando.

Il successo del progetto infatti dipende sempre dalle persone assunte e dal modo in cui si costruisce il processo di lavoro complessivo.

Quando si ha a che fare con un team a distanza, la risposta ad una domanda del project manager potrebbe non essere immediata.

A volte il project manager potrebbe aspettare molte ore prima di ricevere una risposta. Questo a causa, ad esempio, di una differenza di fuso orario.

Ecco perché è necessario implementare un sistema facile e trasparente di tracciamento e segnalazione dei progressi.

Ogni professionista dovrebbe avere una chiara visione e comprensione del passo che sta facendo e di quello che verrà dopo.

Strumenti per la gestione del team in remoto come TWproject aiutano tutti i membri del team ad essere sulla stessa linea d’onda.

Possono, inoltre, ottenere l’assistenza della persona giusta quando necessario.

In generale questi strumenti aiutano le persone a:

  • rimanere organizzate;
  • pianificare il lavoro in modo efficace,
  • essere più produttive.

Ruoli, obiettivi e aspettative ben definiti aiutano ogni membro del team a svolgere i task in modo più produttivo e indipendente.

Come gestire un team di lavoro a distanza: L’importanza del feedback

Ogni relazione salutare si basa sulla fiducia e sulla comunicazione. La gestione remota del team non fa eccezione a questa regola.

Il project manager deve essere consapevole delle aspettative della squadra.

I collaboratori, a loro volta, dovrebbero sapere esattamente cosa il project manager si aspetta da loro.

È facile infatti perdere la motivazione e “la guida” quando si lavora lontano dal resto della team e quando la comunicazione non è eccellente. Per questo costruire una ascolto empatico è fondamentale.

Un buon manager di team remoto non dovrebbe solo preoccuparsi del completamento delle attività.

Dovrebbe anche mostrare un genuino interesse per il benessere generale dei membri del team!

gestire un team di lavoro

Interessarsi della loro soddisfazione per il lavoro ed essere attento ad eventuali ulteriori aspettative.

L’auto-motivazione di un dipendente è un must per i lavori a distanza. Non durerà per sempre senza una corretta comunicazione, feedback e interazione.

Inoltre, anche chiedere regolarmente al team un feedback è fondamentale.

Se si sono ingaggiate persone preparate e volenterose, perché non chiedere loro quanto sono soddisfatti del modo in cui stanno andando le cose?

Perché non chiedere quali sono le loro idee su eventuali miglioramenti dei processi aziendali?

Una nuova prospettiva ed una idea pervenuta dal Team remoto, può migliorare molto lo sviluppo del progetto.

 Come gestire un team di lavoro a distanza: Gli incontri reali

Il mondo della tecnologia è fantastico e può rendere quasi tutto possibile.

Ma siamo esseri umani, e per noi “essere in relazione” è un elemento fondamentale.

Nell’era della tecnologia si sta mostrando in tutta la sua pienezza l’altro aspetto della medaglia.

È lo svantaggio digitale più grande ed il meno evidente… parliamo della solitudine.

Il lavoratore da remoto è solo.

Se in un primo momento, quando il team si forma, può essere una occasione per avviare le attività con maggiore concentrazione, a lungo andare questo aspetto può diventare un boomerang.

Ecco perché le attività di team building per i team remoti sono importanti quanto quelle per le persone che lavorano fisicamente in un’unica azienda.

gestire un team di lavoro

Se l’azienda lo permette, degli incontri reali, anche se solo annuali andrebbero fatti! Sono perfetti per aumentare la coesione e la vicinanza del team.

La connettività che si può ottenere nella vita reale è difficile se non impossibile da riprodurre digitalmente.

Anche per il project manager stesso, questi incontri reali potrebbero essere utili.

Incontrare personalmente colleghi di diverse culture aiuterà a capirli meglio. Soprattutto ne risulterà facilitata le capacità di gestione.

Gestire team remoti rappresenta sicuramente una sfida.

A distanza, organizzare il processo di lavoro, monitorare le attività dei membri del team e tenere traccia del flusso del lavoro è molto più difficile che in un ufficio.

Tuttavia, i semplici consigli di questo articolo aiuteranno in questo compito.

In questo modo, sarà possibile avere un gruppo di dipendenti fedeli, laboriosi, produttivi e soddisfatti che aiuteranno a raggiungere prima gli obiettivi aziendali.

Hai mai avuto a che fare con la gestione di un team a distanza?

Quali sono state le difficoltà che hai riscontrato? Cosa ti è piaciuto?

Raccontaci la tua esperienza.

Inizia a gestire il tuo team di lavoro a distanza.

Lesson learned. Utilizzare le “lezioni apprese” per ridurre le possibilità di fallimento di un progetto

Lessons learned vuol dire letteralmente “lezioni apprese”. In pratica si parla di imparare dagli errori e non solo del passato.

Si potrebbero applicare infiniti proverbi a questa affermazione, ma vogliamo richiamarne uno solo: “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

Lesson Learned: lo studio di Axelos PPM Benchmark

Secondo il recente studio AXELOS PPM Benchmark, quasi la metà dei project manager che effettuano raramente (o mai) revisioni di progetti, sono andati incontro ad un fallimento del progetto negli ultimi 12 mesi.

Dall’altra parte, solamente il 34% di coloro che riesaminano sempre (o quasi sempre) il progetto, hanno riscontrato un fallimento durante l’ultimo anno.

Questi risultati attribuiscono ulteriore importanza all’argomento secondo cui la “lezione appresa” dai progetti passati dovrebbe essere parte integrante della gestione del progetto.

Allora perché questo aspetto è così spesso trascurato?

Apprendere da progetti ed attività passate dovrebbe essere uno sforzo continuo per tutto il ciclo di vita del progetto.

Questa mentalità dovrebbe essere fortemente incoraggiata dal project manager fin dal primo giorno.

Sia che le lezioni apprese vengano utilizzate per preparare i progetti in corso, sia che vengano utilizzate per identificare eventuali miglioramenti ai progetti su cui già si sta lavorando, apprendere dai fallimenti o dai successi dei progetti passati diventa un elemento importantissimo.

D’altronde, non prendere in considerazione ciò che è andato male durante un progetto è stupido. Significa mettersi nelle condizioni di ripetere gli stessi errori.

Al contrario, anche non sottolineare i successi di un progetto e come questi sono stati raggiunti è un errore.

Si perde l’opportunità di implementare buoni processi e best practice che possono contribuire al positivo completamento di un lavoro esistente o futuro.

In breve, le “lezioni apprese” sono le informazioni documentate che riflettono sia le esperienze positive che quelle negative di un progetto.

Rappresentano l’impegno dell’organizzazione verso l’eccellenza nella gestione dei progetti.

Per il project manager è un’opportunità per apprendere dalle esperienze reali degli altri.

L’apprendimento si verifica durante ed al termine di ogni progetto, breve o complesso che sia.

Il modo migliore è tenere una sessione per individuare la “lezione appresa”. Essa dovrebbe essere condotta in tempi diversi in base alla criticità e alla complessità del progetto.

Più il progetto è ampio e più saranno le sessioni previste.

Se si aspetta fino al termine del progetto, soprattutto se lungo e complesso, si potrebbero perdere alcuni punti chiave.

I project manager, i membri del team e gli stakeholder possono tutti essere interessati a rivedere le lezioni apprese e prendere decisioni su come utilizzare le conoscenze acquisite.

Come funziona il processo delle lezioni apprese

Il processo di raccolta e valutazione delle lezioni apprese comprende cinque passaggi:

  • Identificazione;
  • Documentazione;
  • Analisi;
  • Archiviazione;
  • Recupero.

1) Identificare la lezione appresa

Questa prima fase consiste nell’identificare commenti e raccomandazioni che potrebbero essere utili per i progetti futuri.

Il project manager, o la figura che si occupa di raccogliere i dati, dovrebbe far completare a tutti i collaboratori del progetto, ed eventualmente anche agli stakeholder, un sondaggio sul progetto.

Il sondaggio del progetto aiuterà a fornire input e ad individuare le lezioni apprese.

Grazie al sondaggio verranno raccolti tutti i punti di vista e le varie esperienze.

Tre domande chiave dovrebbero essere incluse come parte del sondaggio:

  1. Cosa è andato bene;
  2. Cosa è andato storto;
  3. Cosa deve essere migliorato.

2) Documentare le lezioni apprese

Il secondo passo del processo delle lezioni apprese è quello di documentare e condividere i risultati.

Dopo che le lezioni apprese sono state acquisite, dovrebbero essere segnalate a tutti gli stakeholder di progetto.

Il report finale deve essere conservato e memorizzato insieme a tutta la documentazione di progetto.

lezioni apprese

Questo report dovrebbe presentare una panoramica del processo delle lezioni apprese.

Contenere inoltre un riassunto dei punti di forza e delle debolezze del progetto nonché le raccomandazioni per il futuro.

3) Analizzare le lezioni apprese

La fase tre del processo consiste nell’analizzare e organizzare le lezioni apprese per l’applicazione dei risultati.

Le informazioni sono condivise con altri membri del team durante le riunioni organizzative.

I miglioramenti del processo di gestione del progetto o le esigenze di formazione sono spesso identificati come risultato delle lezioni apprese.

4) Archiviare le lezioni apprese

I documenti sulle lezioni apprese sono archiviati insieme ad altri documenti di progetto.

Essi dovranno essere sempre facilmente consultabili.

A tal fine, le organizzazioni spesso impostano una cartella delle lezioni apprese sull’unità condivisa.

Ciò per rendere disponibili i report agli altri team che potrebbero essere interessati.

5) Recuperare le lezioni apprese

Sebbene i report delle lezioni apprese siano archiviati su un’unità condivisa, senza capacità di ricerca di parole chiave, è difficile recuperarle.

E’ importante quindi archiviare le lezioni apprese in modo ordinato e facilmente recuperabile, anche da chi non ha partecipato direttamente al progetto.

Le organizzazioni hanno differenti approcci con cui gestiscono – o non gestiscono – le “lezioni apprese”.

Vediamo questo argomento nel dettaglio.

Gestione delle lezioni apprese: Tipologia 1

Le organizzazioni di questa prima tipologia non acquisiscono le lezioni apprese.

Non le acquisiscono perché quasi sempre non esiste un processo definito per analizzarle e valutarle.

Le lezioni apprese, se prese in considerazione, sono gestite senza strumenti standardizzati o coerenza tra i progetti.

Questo le rende non leggibili o equiparabili.

Ciò di cui le organizzazioni di questa tipologia hanno bisogno è di un processo definito e strumenti e tecniche di base.

In questo tipo di imprese è importante che il project manager veda le lezioni apprese come costruttive.

Dovrà trasmettere questa convinzione anche al team di progetto e agli stakeholder.

Gestione delle lezioni apprese: Tipologia 2

Qui le organizzazioni hanno un processo definito e strumenti di base per identificare e documentare le lezioni apprese.

Il processo è già diventato parte della cultura aziendale.

Viene applicato coerentemente a progetti e documenti di processo che sono stati rivisti per consentire una maggiore efficienza.

Sebbene le organizzazioni di questa tipologia stiano costantemente tenendo conto delle lezioni apprese, non le utilizzano però in un modo corretto, completo ed efficace.

Ciò di cui queste organizzazioni hanno bisogno sono strumenti efficaci.

E’ necessario identificare le azioni che possono essere intraprese all’interno dell’organizzazione per rafforzare le aree deboli.

Bisognerà poi implementare tali azioni durante ogni progetto.

Questo può essere fatto attraverso una migliore formazione del project manager e/o dei membri del team.

Potrebbe anche voler significare procedure o processi aggiunti o migliorati.

Le persone incaricate di analizzare le lezioni apprese dovrebbero trovarsi a un livello aziendale che permetta loro di implementare le soluzioni.

È anche importante che la raccolta dei dati avvenga utilizzando processi e forme coerenti.

La coerenza delle informazioni di input consente un’identificazione più rapida dei problemi ricorrenti e delle risoluzioni proattive.

Esempio di uno strumento efficace per la raccolta delle lezioni apprese è la costruzione ed utilizzo di un modulo di input coerente.

Questo documento consente così una raccolta coerente dei dati oltre a fornire un mezzo per un più facile recupero.

lezioni apprese

 

Il modello delle lezioni apprese dovrebbe includere campi come: categoria, lezione appresa, azioni intraprese, come si è arrivati all’azione intrapresa, parole chiave, ecc.

Le parole chiave saranno essenziali per un facile recupero in un secondo momento.

Gestione delle lezioni apprese: Tipologia 3

Questa tipologia di organizzazione normalmente è in grado di eseguire l’analisi completa delle lezioni apprese.

E’ altresì in grado di convertire tali informazioni in azioni concrete importanti.

I report sono ben strutturati, con grafici e schemi, il tutto è coerente e mantenuto in un’unità centralizzata.

Ripetiamo un concetto importante:

raccogliere, analizzare ed imparare dalle lezioni apprese dovrebbe essere uno sforzo continuo per tutta la vita del progetto.

Tutti quanti, dal project manager al team di progetto, dalla dirigenza agli stakeholder, dovrebbero contribuire a raccogliere, documentare e conservare le lezioni apprese per il beneficio dei progetti futuri.

Nella tua azienda si raccolgono ed utilizzano correttamente le “lezioni apprese”?

C’è una lezione appresa che ti è rimasta maggiormente impressa o ti ha lasciato importanti spunti per migliorare il tuo progetto?

Condividi la tua esperienza in un commento.

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Il passaggio di consegne del progetto: come gestirlo al meglio

Passare le consegne di un progetto può essere estremanente semplice o estremamente complicato.

Tutto dipende dall’organizzazione del Project Manager.

I progetti possono essere brevi e durare pochi giorni o possono essere progetti complessi con un ciclo di vita che può raggiungere addirittura diversi anni.

E’ appunto per la durata di alcuni progetti che alcuni project manager potrebbero trovarsi nella situazione di dover “passare” un progetto ad un nuovo project manager.

Un pensionamento, una nuova sfida lavorativa per il project manager uscente ed altre situazioni possono essere il motivo che porta ad un passaggio di consegne.

La cosa fondamentale è che chi subentra sia messo nelle condizioni migliori per proseguire il lavoro.

Un passaggio di consegne di progetto richiede ovviamente molto più che la consegna delle chiavi dell’ufficio e delle informazioni di accesso ai software.

Abbiamo pensato pertanto di dare alcuni suggerimenti e liste di passaggi chiave da seguire in situazioni come queste.

Ecco quindi sei passaggi che possono aiutare a completare con successo un passaggio di consegne del progetto:

1. Impostare gli obiettivi del passaggio di consegne

I project manager uscenti e in entrata dovrebbero tenere una riunione e stabilire gli obiettivi che devono essere raggiunti durante la transizione.

Ciò consente a entrambe le parti di rivedere e valutare lo stato del progetto in relazione alla programmazione di base del progetto, alle tempistiche e al budget.

E‘ opportuno che anche i membri del team di progetto siano, per ovvie ragioni, coinvolti in questo incontro.

2. Mantenere il cliente informato

I membri del team di progetto, i lavoratori e il cliente devono capire come il project manager esistente intende effettuare il passaggio di consegne al successore.

In alcuni casi, il project manager potrebbe dover spiegare perché si sta verificando il passaggio di consegne e cosa potrebbe cambiare in futuro.

La chiarezza è sempre un’elemento vincente.

3. Avere riunioni brevi e giornaliere

Durante la sovrapposizione tra il project manager esistente ed il nuovo project manager, tutti i collaboratori dovrebbero incontrarsi con loro per valutare e rivedere lo stato delle responsabilità e delle attività.

E‘ una fase estremamente importante perchè permette al PM subentrante di valutare lo stato delle cose e le capacità dei singoli elementi del Team.

4. Dimostrare l’utilità e il beneficio del progetto per il manager in arrivo

Alcuni progetti ruotano attorno allo sviluppo o all’utilizzo di risorse o prodotti.

Quando sono coinvolti prodotti specifici, il project manager in carica deve aiutare il nuovo project manager a capire come funziona il suddetto prodotto o il servizio.

Il project manager uscente dovrebbe, inoltre, mostrare e motivare al nuovo PM i benefici del progetto e la sua importanza strategica per l‘Azienda.

5. Incontrare gli stakeholder

Il project manager esistente e il nuovo project manager dovrebbero incontrare insieme gli stakeholder di progetto.

Ciò consentirà alle parti interessate di porre domande, esporre eventuali dubbi e confrontarsi in prima persona.

Un po’ quello che normalmente avviene in un Kick off Meeting.

6. Essere disposti a chiedere supporto

A volte, il project manager in arrivo potrebbe non essere sicuro di alcuni aspetti del progetto.

Ad esempio, il project manager subentrante potrebbe non comprendere i processi di gestione dell‘organizzazione.

Quando ciò accade, il project manager entrante deve essere disposto a (avere il buonsenso di) chiedere assistenza al project manager esistente, al team di progetto ed alla gestione di livello superiore.

Ciò consentirà a entrambi i project manager di lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi comuni del passaggio di consegne.

passaggio di consegna del progetto

Le checklist sono sempre molto utili per riassumere azioni e consecutività di eventi che diversamente sarebbe complicato spiegare.

Ecco allora due checklist che possono ulteriormente dare supporto nel passaggio di consegne fra project manager.

Il project manager uscente dovrebbe:

  • Ottenere e consegnare lo statuto del progetto – se ne esiste uno – o comunque raccogliere la documentazione di avvio del progetto (per questo è importante tenerla sempre in ordine);
  • Raccogliere i documenti coinvolti nell’offerta iniziale, assicurarsi di indicare chiaramente qual è la copia firmata (importante per capire le aspettative);
  • Raccogliere tutte le richieste di modifica (importo, descrizione e tempi per ogni istanza);
  • Annotare quali sono i ruoli presso il cliente (chi è lo sponsor, chi controllerà la qualità dei risultati finali, ecc.);
  • Elencare tutti i contatti importanti per il progetto, annotare la frequenza della comunicazione con ogni contatto e quali argomenti trattare;
  • Presentare il nuovo project manager al cliente;
  • Presentare il nuovo project manager al team;
  • Suggerire i prossimi passi al nuovo project manager.

Ecco, invece, una checklist delle cose pratiche da gestire durante il passaggio di consegne:

  • Elencare le persone che stanno lavorando al progetto, o che vi hanno lavorato, insieme alle loro abilità, competenze e ruoli;
  • Dare informazioni sull’ambiente di lavoro (password, chiavi, key card, …)
  • Dare informazioni sulle dipendenze tecniche o pratiche, ad esempio: se il sistema X dovesse guastarsi, ciò potrebbe causare il fallimento del progetto A; il progetto Z dipende dal servizio Y, ecc.
  • Spiegare quanto tempo durerà il passaggio di consegne;
  • Avvisare i clienti e gli stakeholder con i quali si ha un contatto frequente che durante il passaggio di consegne si potrà essere meno reattivi;
  • Spiegare ai superiori cosa si sta concretamente “passando” al nuovo project manager;
  • Tenere traccia del tempo di consegna del progetto.

In tutti questi passaggi è facile comprendere come la gestione dei documenti rivesta un ruolo essenziale.

Per supportare questa fase di passaggio, abbiamo previsto in TWproject un sistema di gestione documenti semplice e flessibile.

Contrariamente alla complessa gestione dei documenti presente in altri software, in TWproject, la gestione dei documenti è volutamente essenziale.

Con qualche potente e semplice tecnica si riesce a soddisfare la maggior parte delle esigenze aziendali, garantendo affidabilità e fruibilità.

Provando Twproject scoprirai un sistema intelligente per gestire e archiviare i documenti del progetto ed averli sempre a portata di click.

Un’ultima osservazione va fatta: ogni project manager ha il proprio stile.

Per questo, il project manager subentrante non deve necessariamente seguire a piè pari tutto ciò che il suo predecessore ha fatto imitandone anche lo stile lavorativo.

Alcune persone, soprattutto i manager più giovani, probabilmente si sentiranno obbligati a farlo, ma il nostro consiglio è di seguire il proprio stile e la propria personalità, senza forzature.

“Chi perde la sua individualità perde tutto.”

MAHATMA GANDHI

Ti è mai capitato di dover fare un passaggio di consegne?

Eri il PM uscente o entrante?

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Il kick off meeting: come impostare una riunione di inizio progetto e ottenere il massimo risultato

Il ciclo di vita di un progetto prevede quasi sempre molti meeting ed incontri con scopi diversi.

Uno di questi incontri è il cosiddetto kick off meeting o incontro preliminare di progetto.

Questo incontro è un importante strumento di comunicazione fra project manager, team e stakeholder.

Se organizzata ed eseguita correttamente, una riunione preliminare può aiutare il project manager ad eseguire il progetto in modo scorrevole e con meno ostacoli.

Che cos’è un kick off-meeting?

Più precisamente, un incontro preliminare è uno dei primi incontri tenuti tra gli stakeholder del progetto al momento del lancio di un nuovo progetto.

Questo incontro può includere tutte le parti interessate al progetto, fino ai livelli più alti, come lo sponsor del progetto, la direzione ed il project manager, nonché i membri del team.

L’importanza di questo incontro è quella di offrire al project manager l’opportunità di definire l’obiettivo comune e creare il consenso.

Quando si svolge un kick off-meeting?

Se il progetto è di dimensioni ridotte, solitamente la riunione di kick off avviene dopo il processo di avvio con tutti i membri del team.

E’ infatti la stessa squadra ad essere coinvolta nella pianificazione e nell’esecuzione di progetto.

Nei progetti di piccole dimensioni si svolge solitamente una sola riunione preliminare di progetto.

Se il progetto è di grandi dimensioni, invece, la riunione di kick off del progetto si svolge quando si completa la pianificazione del progetto e si sta per iniziare l’esecuzione del progetto.


Qual è lo scopo di un kick off-meeting?

Un team di progetto può essere composto da nuovi membri del team, è quindi importante avere una sessione di familiarizzazione fra i collaboratori.

Questo incontro aiuta anche a migliorare il sentimento di fiducia e promuove una comprensione e un accordo reciproci tra i membri del team.

kick off meeting

Inoltre, l’incontro aiuta tutti i membri del team a prendere coscienza degli obiettivi del progetto, delle ipotesi, dei vincoli, dei deliverable.

Si prende coscenza anche delle sfide, delle metodologie, delle procedure, dei piani, dell’ambiente di lavoro e dei ruoli di ogni stakeholder, ecc.

Un kick off meeting di successo può dare il tono giusto al proseguio del progetto.

Come condurre un kick off-meeting di successo?

Se il progetto è grande e complesso si possono avere riunioni di kick off interne ed esterne.

Le riunioni di kick off interne possono essere tenute tra i membri del team ed il project manager per comprendere meglio il progetto ed allinearsi.

Si parlerà del progetto, dei suoi obiettivi, dell’ambito del progetto e dei ruoli e responsabilità di ciascun membro del team oltre che del sistema di comunicazione e reporting .

Una volta terminato il meeting di kick off interno, si passa alla riunione di kick off esterna con il cliente.

Sarà questa l’occasione per capire il cliente e le sue aspettative, chiarire eventuali dubbi e spiegare come il project manager vuole pianificare ed eseguire il progetto, ecc.

Di seguito sono riportati alcuni passaggi da seguire per condurre un kick off meeting efficace.

1) Impostare l’agenda

Il project manager decide gli argomenti da affrontare durante la riunione.

Ad esempio, può includere la sessione di introduzione e di presentazione del team, l’introduzione del progetto ed i relativi obiettivi, le pietre miliari, i vincoli, ecc.

Usando un software di gestione progetti come Twproject , che integra il progetto ad una agenda condivisa, è possibile creare dei meeting assegnati alle risorse convolte e collegati al progetto con i punti di discussione e la minuta della riunione!

Crea il meeting integrato al progetto

Twproject integra il progetto all’agenda delle risorse, gestisci i meeting, individua i punti di discussione e trasforma la minuta in cose da fare!

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2) Condurre il meeting

Il project manager, in qualità di coordinatore del progetto, conduce e dirige l’incontro secondo l’agenda impostata.

E‘ importante per il PM impostare e comunicare le aspettative ed i requisiti ai partecipanti.

Il team dovrà esattamente sapere quanti giorni dovrà lavorare, i ruoli al suo interno, le questioni pratiche, ad esempio come richiedere ferie, come comunicare con il project manager, ecc.

Spiegare il sistema di comunicazione e reporting è altrettanto importante. Specificare in quale formato sono necessari i report e la frequenza con cui devono avvenire le riunioni o le comunicazioni sarà fondamentale.

kick off meeting

Ogni progetto presenta dei rischi e, anche questi, insieme alle eventuali soluzioni, devono essere esposti durante la riunione.

3) Chiudere la riunione

Alla fine della riunione è opportuno tenere una sessione di domande e risposte.

Qui i partecipanti possono porre tutte le domande e ricevere – si spera – tutte le risposte.

Una volta terminata la riunione, sarà necessario preparare il verbale del meeting ed inviarlo a tutti i partecipanti e agli stakeholder interessati che non potevano essere presenti.

I benefici di un kick off-meeting

Ecco un breve elenco dei vantaggi che si ottengono da una riunione preliminare:

  • Aiuta i membri del team a conoscersi;
  • Definisce i ruoli e l’autorità di progetto;
  • Aiuta i membri del team a capire gli obiettivi del progetto;
  • Aiuta le parti interessate a comprendere pietre miliari, rischi, requisiti e vincoli di progetto;
  • Aiuta il project manager ad ottenere supporto, consenso e fiducia da tutte le parti interessate;
  • Fornisce a tutti i partecipanti l’opportunità di porre domande e fare chiarezza.

Una riunione preliminare è la chiave per il completamento del progetto.

E‘ questo, inoltre, il momento in cui il project manager può mostrare per la prima volta le sue qualità di leadership ed iniziare a costruire un rapporto di fiducia con il team e gli stakeholder.

Per tutti questi motivi un project manager deve preparare adeguatamente il kick off meeting e deve considerarlo un importante passo verso la futura riuscita del progetto.

Inizia a pianificare il kick off meeting del tuo progetto.

Come gestire gli stakeholder di progetto

La gestione degli stakeolder (in inglese significa letteralmente “palo di sostegno“) in un progetto può essere vitale per la sopravvivenza stessa del progetto.

Includere, quindi, coloro che sono interessati dal progetto, così come tutti coloro con la capacità di influenzare il progetto, è un passaggio fondamentale per un avvio ottimale.

L’individuazione degli stakeolder

Prima di iniziare un nuovo progetto, ogni project manager dovrebbe, quindi, prendersi il tempo necessario per identificare tutti gli stakeholder.

Come primo passo bisogna quindi analizzare gli stakeholder, cioè condurre un’analisi degli stessi, o una valutazione dei partecipanti chiave di un progetto.

Successivamente è necessario identificare le loro caratteristiche ed interessi individuali, definire i ruoli e il livello di partecipazione e determinare se vi sono conflitti di interesse tra stakeholder.

Inoltre, bisogna valutare in che modo il progetto influenzerà loro e i loro bisogni.

Si passa poi a valutare l’influenza di uno stakeholder, cioè il grado con cui le parti interessate possono influenzare il progetto.

Più uno stakeholder è influente, più un project manager avrà bisogno del suo supporto e del suo consenso.

Il project manager, sapendo cosa ogni stakeholder si aspetta dal progetto, potrà regolare di conseguenza il proprio livello di supporto.

Come si dovrebbe gestire uno stakeholder di progetto?

Per rendere il tutto ancora più complicato, potrebbero esserci molte parti interessate nel progetto, con caratteristiche differenti.

La risposta è semplice. Bisogna trattarli come si farebbe con qualsiasi altro compito nella lista di cose da fare: classificare per priorità.

Nel corso di un progetto, uno stakeholder potrebbe essere più influente rispetto ad un altro, mentre alcuni stakeholder potrebbero richiedere più attenzione di altri.

Quando si parla di gestione degli stakeholder, ciò che si intende è di  creare una relazione positiva con gli stakeholder soddisfacendo le loro aspettative e gli obiettivi che hanno concordato all’inizio del progetto.

Questa relazione tuttavia non è concessa a priori, ma deve essere guadagnata.

I vantaggi di una buona gestione degli stakeolder

Una relazione positiva con gli stakeholder si può costruire attraverso la comunicazione proattiva e ascoltando i loro bisogni.

Un modo per farlo è intervistare gli stakeholder del progetto, non tutti, ma sicuramente i più importanti.

Potrebbe essere necessario parlare con esperti per ottenere le informazioni di base necessarie per quanto riguarda particolari gruppi.

Ciò al fine di ottenere il massimo durante le conversazioni individuali con gli stakeholder, senza parole inutili o superflue.

Quando si parla con uno stakeholder è necessario comprendere le sue aspettative di progetto.

Nel caso di dubbi o quando un concetto non è stato del tutto compreso, è necessario chiedere chiarimenti.

Inoltre, ogni stakeholder può avere un’idea diversa su cosa vuol dire “successo del progetto” e, scoprirla solamente alla fine, è indice di sicuro fallimento.

Un project manager deve raccogliere queste informazioni in anticipo e includerle negli obiettivi.

Ciò gli darebbe la garanzia che tutte le parti interessate sostengano i risultati finali.

La gestione degli stakeolder e la trappola della comunicazione passiva

Un altro concetto chiave è mantenere gli stakeholder coinvolti e non limitarsi ad una comunicazione passiva.

Chiedere il loro contributo, imparare a conoscerli meglio, magari davanti ad un caffè, un pranzo o riunioni veloci, insomma renderli partecipi, può cambiare tutto.

Gli stakeholder devono anche essere regolarmente aggiornati sullo stato di progetto.

Ogni giorno può essere troppo, ogni mese non è abbastanza, a meno che non ci sia accordati su questa tempistica.

Di solito un aggiornamento a settimana è la strategia migliore.

La comunicazione regolare è sempre apprezzata e può persino addolcire il colpo quando si hanno cattive notizie da condividere.

Queste sono le basi per costruire forti relazioni con le parti interessate.

come gestire gli stakeholder di progetto

Ma come in ogni relazione, ci sono sottigliezze che ogni project manager di successo dovrebbe comprendere.

Dovrebbe, ad esempio, imparare a riconoscere le differenze e “aggiustare” il comportamento per relazionarsi al meglio con i diversi tipi di stakeholder.

Come relazionarsi con diversi tipi di stakeholder

Conducendo un’analisi degli stakeholder, i project manager possono raccogliere informazioni sufficienti su cui costruire relazioni solide, indipendentemente dalle differenze tra loro.

Ad esempio, i bisogni e le esigenze di un direttore marketing saranno diversi da quelli di un chief information officer.

Pertanto, l’impegno del project manager con ciascuno dovrà essere diverso.

Tutti i sostenitori del progetto avranno interessi diversi tra loro. Alcuni stakeholder saranno più interessati al ROI del progetto, altri vorranno il miglioramento delle operazioni, altri vorranno aumentare la quota di mercato o la produzione, ecc.

Tenere a mente le aspettative e le esigenze di ognuno di loro è quindi cruciale durante ogni conversazione, rapporto o e-mail, indipendentemente da quanto casuale o formale possa essere la comunicazione.

Indipendentemente dalle esigenze o desideri di uno stakeholder, tutte le parti interessate rispetteranno un project manager che:

  • è sempre onesto, anche quando dice loro qualcosa che non vogliono sentire;
  • Diventa “proprietario” del progetto;
  • È affidabile;
  • È fermo nelle sue decisioni;
  • Si assume la responsabilità in caso di errori.

Raggiungere gli obiettivi di un progetto richiede un project manager focalizzato e ben organizzato in grado di impegnarsi con un team proattivo e in grado di ottenere il supporto di tutte le parti interessate.

Costruire relazioni solide e fiduciose con le parti interessate sin dall’inizio può fare la differenza tra successo e fallimento del progetto.

Strumenti per aiutare la gestione degli stakeholder

Esistono molti elementi “deceleratori” di un progetto, tra cui, appunto, la mancanza di sostegno da parte degli stakeholder.

Come si fa quindi ad essere sicuri di avere il loro sostegno?

Come detto precendentemente, e lo ripetiamo, la chiave sta nell’identificare chi sono gli stakeholder e che influenza hanno sul progetto.

Solo perché sono importanti nell’organizzazione in generale non significa necessariamente che siano importanti per il progetto.

Solo perché pensano di essere importanti non significa che lo siano realmente.

Solo perché non pensano di dover essere coinvolti non significa che non debbano esserlo.

Non tutti gli stakeholder sono uguali, quindi capire come rapportarsi con ognuno di loro è fondamentale.

Per aiutarti della loro identificazione puoi utilizzare questa semplice matrice:

come gestire gli stakeholder di progetto

  • Persone con molta influenza e molto interesse nel progetto (da gestire da vicino): queste persone hanno un grande interesse per il progetto ed hanno il potere per aiutare a concluderlo con successo. È fondamentale quindi coinvolgere pienamente questi stakeholder, prestare attenzione ai loro input, implementare le loro idee quando possibile e assicurarsi che siano soddisfatti. Bisogna seguirli da vicino.
  • Persone con molta influenza, ma meno interesse nel progetto (da mantenere soddisfatte): queste persone hanno scarso coinvolgimento o interesse personale per il progetto, ma sono molto potenti. Sicuramente è meglio mantenerli soddisfatti, ma li si deve disturbare il meno possibile. Si possono coinvolgere per quanto riguarda le decisioni più importanti, ma in generale bisogna “solamente” assicurarsi che capiscano in che modo il progetto andrà ad avere un impatto positivo su di loro.
  • Persone con poca influenza, ma molto interesse nel progetto (da mantenere informate): queste persone hanno una passione per il progetto, ma hanno scarsa influenza su di esso. La strategia migliore è di tenerli al corrente ed informali di eventuali sviluppi importanti. Il progetto, nella maggior parte dei casi, può avere un impatto diretto su questo tipo di stakeholder, quindi di solito sono più che disposti a rimboccarsi le maniche per aiutare dove possono.
  • Persone con poca influenza e poco interesse nel progetto (da tenere sotto controllo): queste rappresentano gli stakeholder più apatici, i meno interessati al progetto e che, in linea generale, richiedono poco tempo ed attenzione. Se non vengono disturbati o non si causano loro importanti danni e problemi, un project manager difficilmente vi avrà a che fare.

Garantire che gli stakeholder si sentano ascoltati e apprezzati aumenta sicuramente la fiducia e il supporto.

Costruire relazioni positive e comprendere le motivazioni richiede tempo e fatica, ma a lungo andare renderà più semplice il lavoro.

I progetti hanno più successo quando tutti sono a bordo e remano nella stessa direzione!

Hai mai avuto a che fare con uno stakeholder di progetto difficile?

Che cosa hai fatto per migliorare la situazione?

Raccontaci la tua esperienza.

Gestisci gli stakeholder del tuo progetto.

Il triangolo del talento: quali abilità per il project manager?

Il triangolo del talento, non un poligono qualsiasi, mai il triangolo d’oro del Project Manager.

Vuoi capire meglio? Provo a spiegartelo.

Proviamo a pensare brevemente a quali sono le qualità più importanti per un project manager di successo.

Tutti, sia chi da anni lavora in questo mondo, sia chi ha appena iniziato, sicuramente riporteranno delle qualità del project manager che sono in linea con quello che vedremo fra poco.

Considerando le numerose abilità, talenti e competenze richieste per questa posizione, è chiaro che il project management richiede molte qualità e skills.

E per non lasciare spazio ai dubbi, il Project Management Institute (PMI) ha delineato l’insieme ideale di competenze di un project manager in un modello chiamato il “Triangolo del Talento“.

Questo modello analizza sinteticamente l’arte della gestione del progetto nelle tre categorie che ora vedremo.

Scopriamo quindi quali abilità fanno del project manager, una figura di successo.

I tre lati del Triangolo del Talento

triangolo del talento

Il Triangolo del Talento racchiude quindi il set di abilità ideale per i project manager.

I suoi tre lati includono le seguenti competenze:

  • Competenza tecnica;
  • Leadership;
  • Gestione strategica aziendale.

La bellezza ed il fascino del Triangolo dei Talenti stanno nella combinazione di competenze, elementi di gestione aziendale con competenze tecniche di gestione del progetto, e le capacità umane e sociali.

I project manager di maggior successo utilizzano tutte e tre queste aree per crescere nel loro lavoro.

Il primo lato del Triangolo dei talenti: Competenza tecnica

Un project manager non potrebbe eccellere nel suo lavoro senza il know-how tecnico del settore in cui si trova ad operare.

Ciò include non solo le abilità specifiche della gestione del progetto, ma anche la conoscenza dell’industria e del settore in generale.

Adeguate conoscenze tecniche sono infatti fondamentali per completare con successo il progetto.

Un project manager deve sapere come calcolare il cosiddetto earned value, la gestione dei costi, l’analisi dei rischi, ecc.

Il PMI  delinea alcune delle competenze tecniche specifiche che il project manager dovrebbe possedere, tra cui:

  • Pratiche Agile;
  • Gestione dell’earned value;
  • Gestione del ciclo di vita di progetto;
  • Gestione dei requisiti di progetto;
  • Schedule management;
  • Tempo, budget, stima dei costi;
  • Raccolta ed analisi dati;
  • Governance;
  • Gestione delle prestazioni;
  • Gestione del rischio;
  • Scope management.

Come detto precedentemente, un project manager di successo ha bisogno di una solida conoscenza del settore in cui opera.

Il lavoro quotidiano di un PM specifico può infatti variare a seconda del settore in cui lavora.

Se non si conosce l’ambito che circonda un progetto, si incontreranno difficoltà nel comprendere gli eventuali problemi e sarà difficile anche trovare soluzioni.

Inoltre, a causa della mancanza di esperienza tecnica, il project manager potrebbe perdere il rispetto dei membri del suo team.

In poche parole, la mancanza di una conoscenza tecnica, potrebbe portare a problematiche legate alla comprensione dei dettagli del progetto e dei problemi tecnici.

Entrambi questi fattori potrebbero mettere a repentaglio il futuro stesso del progetto.

Conosciute comunemente come “hard skills“, le conoscenze tecniche possono essere imparate, studiate e rinfrescate attraverso corsi di formazione, seminari, webinar, ecc…

Questo lato del triangolo del talento rappresenta sicuramente la qualità più concreta e facile da apprendere e migliorare, ma per poterlo fare è certamente necessaria, anche, la dedizione.

Il secondo lato del Triangolo dei talenti: Leadership

La seconda competenza di base del Triangolo del Talento di PMI è la leadership.

Un project manager di successo deve guidare il suo team – o più team – attraverso tutte le fasi e i processi del progetto.

La leadership può presentarsi in diverse forme.

triangolo del talento

La competenza di leadership include infatti coaching e mentoring, influenza sui collaboratori e sugli stakeholder, team building e brainstorming, abilità interpersonali e negoziazione.

Anche la risoluzione dei problemi e la gestione dei conflitti rientrano nella capacità di leadership.

I project manager devono guidare i team verso il completamento dei progetti, ispirando e motivando le persone a proseguire lungo tutto il processo.

Perché utilizzare la leadership significa
VINCERE COME SQUADRA, NON COME INDIVIDUO.

Come leader efficace, un project manager deve ispirare i membri del team sul futuro e offrire loro una visione che li aiuterà a raggiungere l’obiettivo.

Come leader di un team efficace, un project manager deve essere proattivo e un risolutore di problemi.

Il project manager di successo deve possedere qualità motivanti. All’inizio di un progetto la motivazione è solitamente alta, per poi calare gradualmente.

Qui, appunto, risulta fondamentale la capacità di motivazione del manager.

Il lavoro di motivazione del team è sicuramente duro e complesso, ma fondamentale per la buona riuscita del progetto.

Un project manager dovrebbe anche possedere capacità gestionali e di delega che gli permettano di svolgere il proprio lavoro al meglio e con il giusto supporto.

Deve essere in grado di capire a chi affidare una particolare responsabilità o un particolare task, e a chi no.

Garantire, inoltre, che i membri del team possiedano le competenze richieste per completare con successo il lavoro, fa parte anch’esso delle competenze di questo leader di progetto.

Se mancano delle abilità, darà loro l’addestramento e la formazione necessari o, in generale, permetterà loro di riceverla.

Il terzo lato del Triangolo dei talenti: Gestione strategica aziendale

Il terzo lato di questo Triangolo magico è tanto importante quanto gli altri due.

La gestione strategica aziendale consente di effettuare un’analisi delle decisioni aziendali prima di implementarle.

I project manager non solo applicano le loro conoscenze e le loro qualità di leadership, ma devono anche allineare i progetti con gli obiettivi aziendali.

Questo terzo lato del Triangolo del Talento di PMI include le seguenti abilità e competenze:

  • Analisi competitiva;
  • Conformità legale e normativa;
  • Funzioni operative, come finanza, marketing, ecc;
  • Acume aziendale (da Business Acumen);
  • Relazione e soddisfazione del cliente;
  • Consapevolezza del mercato, delle sue condizioni e del suo trend.

La comprensione dello scopo del progetto e il modo in cui supporta gli obiettivi più grandi dell’organizzazione consentono ai project manager di prosperare e riuscire a guidare i loro team verso il successo.

Questi professionisti devono comprendere ciò che l’organizzazione sta cercando di realizzare in generale e in che modo lo specifico progetto rientra in questa visione di insieme.

Questo aiuta l’organizzazione a raggiungere i suoi obiettivi a lungo termine.

Il primo passo verso il successo si trova nella conferma ed accettazione del piano strategico aziendale da parte di tutti gli stakeholder.

In conclusione

Come ogni project manager di successo può affermare, la miscela e l’equilibrio giusto di abilità, qualità e competenze fanno di questa figura, un professionista completo e di successo.

Ecco perché il Triangolo del Talento funziona.

Nell’ambiente dinamico di oggi un project manager deve essere versatile. Avere esperienza in una sola abilità non è abbastanza.

L’equilibrio dei tre lati del Triangolo del Talento non riguarda solo il possesso di skills complementari.

Queste sono tutte le aree critiche che un project manager deve padroneggiare per avere successo nella propria carriera.

Le capacità tecniche di gestione dei progetti aiutano a svolgere funzioni o compiti specifici, le capacità di leadership aiutano a raggiungere gli obiettivi aziendali all’interno dell’organizzazione e la gestione aziendale strategica aiuta ad ottenere migliori risultati di business.

Ecco quindi la ricetta ideale per ottenere un project manager di successo.

Sei d’accordo con ciò che esprime il Triangolo del Talento?

Ritieni che ci siano altre qualità che meritano di essere citate?

Lasciaci il tuo commento.

Inizia a gestire i tuoi progetti.

Tecniche di stima di un progetto

Le tecniche per stimare un progetto nel project management possono essere diverse.

Ahimè però, non sempre i project manager le utilizzano.

In alcuni casi i responsabili di progetto scelgono di pianificare senza dati di supporto.

Certo, anche le migliori tecniche di stima di un progetto non sono perfette, ma almeno permettono di mostrare al cliente, allo sponsor del progetto o al capo come si arriva a stimare la durata e i costi.

In questo articolo vedremo diverse opzioni per la stima di un progetto ed in particolare le stime:

  • per analogia;
  • parametrica;
  • dell’ordine di grandezza;
  • bottom-up;
  • a tre valori.

Ciascuna di queste tecniche richiede dati specifici e procedure matematiche e statistiche specifiche.

Una volta definite si può decidere quale utilizzare, tenendo presente che si possono tranquillamente scegliere diverse tecniche di stima su diverse sezioni del progetto.

Le tecniche per stimare un progetto: Stima per analogia

La stima per analogia usa determinati parametri riferiti a progetti passati e ritenuti similari ad un nuovo progetto che deve essere avviato.

Per applicare questa tecnica correttamente si richiedono non solo esperienze passate simili, ma anche la capacità di comprendere i caratteri di similarità e di diversità tra le esperienze.

Per questa ragione le competenze del project manager che analizza il grado di analogia sono fondamentali per una buona stima.

Un’azienda ben organizzata dovrebbe sempre conservare i dati relativi ai progetti svolti in modo che possano essere utilizzati per progetti analoghi futuri.

Nel caso infatti di un progetto nuovo similare ad uno precedente, anche un project manager poco preparato sull’argomento specifico, potrà informarsi, studiare e avere così la possibilità di pianificare il nuovo progetto con un minimo di esperienza e senza procedere a tentoni.

Se tutti i project manager eseguissero professionalmente la gestione del lavoro di progetto, pianificandolo e documentandolo come dovuto, sarebbe possibile creare una base dati utile per una successiva stima per analogia.

Le tecniche per stimare un progetto: Stima parametrica

La stima parametrica si basa sull’individuazione di variabili che possono fornire una stima sulle variabili di interesse di un dato progetto.

Solitamente si parla di parametri riguardanti i costi, i tempi e la quantità di risorse necessarie.

Anche qui è richiesta l’esistenza di progetti passati simili che possano essere studiati per comprendere i nessi causali tra parametri di input e di output.

Per comprendere meglio è forse necessario fare un esempio concreto.

In un’attività di costruzione, la durezza della roccia è una variabile dalla quale è possibile sapere la velocità di esecuzione del lavoro e quali sono gli strumenti adatti da utilizzare.

Le tecniche per stimare un progetto: Stima dell’ordine di grandezza

La stima più difficile che viene richiesta al project manager è sicuramente all’inizio del progetto, durante la fase di avvio.

I dirigenti vogliono infatti sapere quanto costerà questo nuovo progetto e quanto tempo ci vorrà.

Tuttavia, il project manager potrebbe non avere sufficienti informazioni sul progetto quando vengono poste per la prima volta queste domande.

Solitamente, però, se il project manager fa un’ipotesi approssimativa su costi e durata in questo momento iniziale, i suoi superiori e gli stakeholder la considereranno come una risposta ufficiale.

tecniche di stima

Questo è il motivo per il quale il un project manager accorto dovrebbe utilizzare la stima dell’ordine di grandezza.

Ecco per esempio di cosa un project management dovrebbe dire:

“Al 90% il progetto può essere completato in un lasso di tempo fra i 50 e i 95 giorni. Sono anche sicuro al 90% che il progetto costerà tra i 75.000 ed i 100.000€. ”

Ai dirigenti non piace la stima dell’ordine di grandezza perché vogliono due numeri definiti; il costo e la durata.

Non vogliono probabilità o intervalli.

In questa fase però, il project manager sa molto poco su ciò che il progetto implicherà, quindi fornire ai dirigenti una risposta specifica sarebbe letteralmente un “suicidio”.

La cosa migliore che un project manager può fare è quello di spiegare che il livello di certezza migliorerà con il progredire della pianificazione del progetto.

Con questa spiegazione probabilmente i superiori e gli stakeholder saranno più accondiscendenti.

Le tecniche per stimare un progetto: Stima bottom-up

La stima bottom-up viene eseguita quando il processo di pianificazione ha già prodotto una struttura di ripartizione del lavoro e nominato un team di progetto.

Nello specifico, in questa tecnica di stima si prendono in considerazione gli elementi di maggiore dettaglio nella scomposizione e li si aggrega per fornire così una stima complessiva.

Esiste una relazione fra livello di dettaglio della scomposizione e accuratezza della stima.

Un livello di scomposizione troppo generico ed insufficiente non permette di comprendere a fondo il lavoro che dovrà essere svolto.

Al contrario, una scomposizione eccessivamente dettagliata porterà alla perdita della visione di insieme e alla probabile sottostima del lavoro dell’intero progetto.

È una buona idea coinvolgere ed usare l’esperienza dei membri del team nella creazione di stime.

Attenzione però che in certi casi, i collaboratori tendono ad “ingigantire” le loro stime in modo da “proteggersi” da eventuali ritardi del progetto o nel caso in cui si vada fuori budget.

Le tecniche per stimare un progetto: Stima a tre valori

Il concetto della stima a tre valori è molto semplice.

Per quanto riguarda tempi o costi vengono assegnati tre possibili valori, ossia il caso più ottimistico, con il valore più basso, il caso più pessimistico, con il valore più alto, e quello più probabile.

Sui tre valori viene poi costruita una distribuzione continua di probabilità.

Questa è una tecnica di stima è stata sviluppata dalla NASA per i suoi programmi spaziali.

In situazioni come quelle che la NASA si trovava ad affrontare, ad esempio nel caso dell’atterraggio sulla Luna, gli altri metodi di stima non avrebbero funzionato perché non esistevano dati da precedenti progetti.

Questa tecnica rappresenta infatti una buona scelta quando un project manager è incaricato di gestire progetti unici, che non hanno uno storico definito.

In tali circostanze, il manager di progetto chiede ai membri del team più stime per ciascuna attività.

Ciò consente loro di considerare i potenziali avvenimenti positivi che potrebbero alleggerire il lavoro e valutare i rischi di progetto e l’eventuale aumento dei costi e ritardo della consegna.

La stima a tre valori fornisce anche dati statistici al project manager in merito alla probabilità di durata e costi differenti.

Concludendo questa carrellata possiamo affermare che non esiste in generale un metodo giusto o sbagliato.

La stima di un progetto è un’arte!

Un misto di conoscenza del progetto, del settore, includendo una revisione storica, un’indagine del cliente ed una gran parte di istinto.

In Twproject è possibile ad esempio gestire progetti futuri usando gli skill come risorse; creare progetti assegnando skill al posto delle risorse.

Questo è molto utile durante la fase di pianificazione del progetto.

Inoltre è possibile:

gestire progetti aperti adesso con persone reali;

modellare progetti futuri con assegnazioni per skill.

Avere entrambe le possibilità nello stesso sistema, rende possibile per esempio condividere la creazione dell’albero di progetto e la sua manutenzione tra il project manager di pianificazione e il project manager di produzione.

Un solo luogo in cui monitorare le attività in atto e pianificare quelle future, stimandone direttamente l’impatto sui progetti.

Un vantaggio da non sottovalutare.

E tu quale metodo di stima preferisci utilizzare?

Quali sono i pregi ed i difetti che hai notato?

Lasciaci il tuo commento.

Inizia a stimare il tuo progetto

Gli Stakeholder di progetto

Chi sono gli stakeholder di progetto? Partendo dal titolo, questa è la prima domanda che viene in mente.

Prendendo la definizione del PMBok, uno stakeholder è un individuo, gruppo o organizzazione che può influenzare, essere influenzato (o percepire se stesso essere influenzato) da una decisione, attività o risultato di un progetto.

In parole povere, uno stakeholder è una persona, un gruppo di persone o un’organizzazione che ha un qualche tipo di interesse nel progetto o che è influenzato dal suo risultato direttamente o indirettamente.

Ciò può includere ad esempio i membri del team di progetto, gli sponsor del progetto, i membri dell’organizzazione e le persone esterne all’organizzazione.

Ma proviamo ad analizzare tutti gli aspetti che possono riguardare i soggetti interessati direttamente o indirettamente da un progetto e le valutazioni e azioni che inevitabilmente ricadono nelle mani del Project Manager.

Gli Stakeholder di progetto: interessi e necessità

Uno stakeholder ha, in qualche modo, interesse all’esito del progetto.

In un progetto, è fondamentale, quindi, identificare tutti gli stakeholder, e sarebbe banale elencarne i motivi.

L’identificazione degli stakeolder va fatta fin dall’inizio della fase di pianificazione al fine di creare una strategia per gestirli.

Questo aiuterà a gestire il progetto con un’ostruzione minima da parte loro.

Prima gli stakeholer vengono identificati, prima si può iniziare a comunicare e a coinvolgerli nelle decisioni di progetto.

In questo modo, si sentiranno connessi al progetto. Potranno comprenderne i benefici e lo supporteranno ogni volta che il project manager ne avrà bisogno.

Il progetto ha successo se tutti gli stakeholder sono felici e soddisfatti del risultato.

Può accadere che, anche se il progetto è completo e tutti i deliverable sono accettati dal cliente, il progetto non viene portato a termine correttamente perché alcuni stakeholder non sono pienamente soddisfatti.

Pertanto, al fine di portare a termine con successo un progetto, è molto importante per un project manager mantenere tutti gli stakeholder soddisfatti.

Normalmente, se il progetto è semplice, l’elenco degli stakeholder di un progetto è tendenzialmente piccolo.

Tuttavia, se il progetto è ampio e magari distribuito in una vasta area geografica, è possibile che vi sia un numero enorme di parti interessate.

Nel progetto, infatti, potranno essere definiti stakeholder di progetto anche comunità o il pubblico in generale.

L’importante è tenere a mente che gli stakeholder non sono tutti uguali.

Ogni parte interessata ha esigenze e aspettative diverse.

Ne consegue che bisogna trattare ogni stakeholder in base alle sue necessità e attese.

Non riuscire a farlo può compromettere il successo del progetto.

Conoscere quindi tutti gli stakeholder, i loro bisogni, aspettative e requisiti, aumenterà le possibilità di successo del progetto.

stakeholder di progetto

Dimenticare o non tenere in considerazione un importante stakeholder, potrebbe portare a delle difficoltà nelle fasi successive del progetto.

Il Progetto potrebbe subire: ritardi, superamento dei costi e nei casi più gravi, la chiusura del progetto stesso.

Tipologia di Stakeholder

Gli stakeholder del progetto possono essere raggruppati in due categorie:

  • Stakeholder interni;
  • Stakeholder esterni.

Gli stakeholder interni sono interni all’organizzazione. Per esempio:

  • Uno sponsor;
  • Un cliente interno (se il progetto è sorto a causa di un bisogno interno di un’organizzazione);
  • Un team di progetto;
  • Un project manager;
  • Un gestore di portafoglio;
  • Un responsabile di un altro gruppo interno all’organizzazione (ad esempio, responsabile commerciale, responsabile amministrativo, ecc.).

Gli stakeholder esterni sono invece, appunto, esterni all’organizzazione. Per esempio:

  • Un cliente esterno (la tipologia “standard” di clienti);
  • Un utente finale del risultato del progetto;
  • Un fornitore;
  • Un subappaltatore;
  • Il governo;
  • Comunità locali;
  • I media.

Gli stakeholder possono inoltre essere positivi e negativi.

Uno stakeholder positivo vede il lato positivo del progetto e beneficia del suo successo.

Questi aiutano il team di gestione del progetto a completare con successo il progetto.

Al contrario, uno stakeholder negativo vede l’esito negativo del progetto e può essere influenzato negativamente dal progetto o dal suo esito.

Questo tipo di stakeholder è meno propenso ad aiutare.

Forse appariremo noiosi, ma è fondamentale capire l’importanza di identificare gli stakeholder del progetto nelle primissime fasi dello stesso.

È inoltre necessario annotare i dettagli, i requisiti, le aspettative, il potere e l’influenza sul progetto nel registro degli stakeholder.

Alcuni di questi stakeholder avranno un interesse minimo o influenza relativa sul progetto.

Tuttavia, il project manager deve prendersi cura anche di loro.

Nessuno può sapere infatti quando stakeholder secondari potranno diventare gli stakeholder dominanti e se gli stakeholder dominanti diventeranno meno influenti.

Il registro degli Stakeholder

Dopo aver quindi identificato tutti gli stakeholder, si procederà a registrare le loro informazioni in un cosiddetto registro degli stakeholder.

Questo registro è un documento di gestione del progetto che conterrà quindi anche tutte le suddette informazioni.

In questo documento saranno quindi identificate tutte le persone, i gruppi e le organizzazioni che hanno qualsiasi tipo di interesse o coinvolgimento nel progetto.

Vi si possono trovare i nomi, titoli, ruoli, interessi, potere, requisiti, aspettative, tipo di influenza, ecc. di ognuno di loro.

È necessario creare il registro degli stakeholder non appena viene firmato lo statuto del progetto.

stakeholder di progetto

Farlo nella prima fase del progetto aiuterà a completare il progetto con il minimo sforzo.

Una volta creato il registro e elencati al suo interno tutti gli stakeholdero, sarà possibile redigere facilmente una strategia per gestirli.

I contenuti del registro degli stakeholder

Di solito, il registro degli stakeholder contiene i seguenti tre tipi di informazioni su ciascuno degli interessati:

  • Identificazione;
  • Valutazione;
  • Classificazione.

In alcuni casi, il registro può contenere anche la strategia di gestione degli stakeholder.

Nella prima sezione, si annoteranno le seguenti informazioni:

  • Nome;
  • Titolo;
  • Informazioni sui contatti;
  • Ruolo nel progetto / organizzazione.

Nella seconda sezione, si registrerà la valutazione degli stakeholder, come ad esempio:

  • I requisiti degli stakeholder;
  • Necessità di comunicazione;
  • Frequenza della comunicazione;
  • Aspettative;
  • Influenza sul progetto;
  • Interesse e potere.

Nell’ultima sezione si classificheranno gli stakeholder sulla base di vari criteri.

Si può dividerli in base al loro potere e interesse per il progetto, se alto, medio o basso.

È inoltre possibile assegnare altri attributi agli stakeholder, ad esempio se è interno, esterno, positivo, un sostenitore, un resistore o uno stakeholder neutrale.

Dopo aver completato la valutazione è possibile redigere la strategia di gestione degli stakeholder.

Questa strategia aiuterà ad affrontare ognuno di loro in base alle singole esigenze, all’influenza e all’interesse nel progetto.

Il registro degli stakeholder deve essere mantenuto aggiornato in ogni momento durante tutto il ciclo di vita del progetto.

Man mano che il progetto avanza, sarà possibile identificare nuovi stakeholder o non doverne più prendere in considerazione altri e bisognerà aggiornare il registro di conseguenza.

Inoltre, durante il ciclo di vita del progetto, l’interesse o il potere di uno o più persone interessate potrebbe cambiare.

Anche questo deve essere puntualmente annotato nel registro.

Come appare chiaro, l’identificazione delle parti interessate è un processo continuo.

E’ per questo il registro degli stakeholder deve ritenersi un documento “aperto” durante l’intero ciclo di vita del progetto.

Poiché questo registro contiene nomi, e-mail, classificazioni e strategie di gestione, potrebbe non essere mostrato a tutti.

È necessario quindi conservare il documento in un luogo sicuro e limitare il suo accesso.

Ogni project manager, in qualsiasi progetto sia coinvolto, deve quindi ricordare di tenere in considerazione i suoi stakeholder.

Una carenza in questo senso potrebbe infatti avere ripercussioni gravi e negative sull’intero progetto.

Hai mai avuto difficoltà ad identificare uno o più stakeholder di progetto? Quali sono le tue esperienze?

Lasciaci il tuo commento.

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Capacità di leadership del Project Manager: gli elementi chiave del ruolo

La leadership di un progetto, spiegata in poche semplici parole, è l’atto di guidare una squadra verso il completamento di un progetto.

E’ ovvio che è una definizione semplicistica e che il vero significato di Leadership in un progetto è molto più di questo.

Si tratta di ottenere qualcosa fatto bene attraverso altre persone che, a loro volta, sono contente di averlo fatto.

La leadership è un’abilità soft; parte arte, parte scienza.

Si tratta di un argomento da cui tutti sono ossessionati, professionisti ed aziende.

Essa rappresenta un’importante – necessaria – qualità per un project manager.

La domanda che ci pongono è la seguente;

Tutti possono essere Leader? La leadership può essere appresa ed insegnata o si tratta di un talento innato?

Questo è ancora un punto su cui si discute.

Una cosa però è certa: la leadership di successo può essere monitorata e studiata.

Stili di leadership differenti

Se si analizza lo stile di gestione di chiunque si occupi di un progetto, si troveranno una miriade di modi in cui i project manager cercano di raggiungere gli obiettivi ed impostano il loro lavoro.

Gran parte di queste differenze si basano sulla personalità del professionista e intorno a quale stile di leadership gravitano.

Si è cercato di riprodurre graficamente queste differenze ed è così che è nata la Project Leadership Matrix che puoi vedere qui sotto.

Capacità di leadership

 

È uno strumento che dice che tipo di leader sei, e con questa conoscenza è possibile correggere o modificare la tecnica per diventare un leader migliore.

Una matrice divide la leadership in quattro tipi principali:

  1. Leadership reattiva delle persone;
  2. Gestione reattiva delle attività;
  3. Leadership proattiva delle persone;
  4. Gestione proattiva delle attività.

È improbabile che un project manager possa sentirsi perfettamente rappresentato da un unico quadrante.

E’ molto più reale che ogni Project Manager possa riconoscersi in un misto fra due o più stili di leadership.

Tuttavia, in generale, i migliori project manager sono quelli che enfatizzano uno stile di leadership proattivo.

È importante ricordare, per quanto possa sembrare ovvio, che le persone non equivalgono alle attività.

I manager sono spesso più a loro agio con processi e metodologie, piuttosto che con le persone.

Tuttavia, il lavoro non è svolto da automi e trattare il team, composto da persone in carne ed ossa, in modo astratto e freddo significa rischiare il disastro.

Ecco dove deve arrivare un’ottima leadership del progetto. Come leader, l’obiettivo è quello di ispirare e potenziare la squadra.

Pianificazione, monitoraggio e reporting sono sicuramente fondamentali per la costruzione di un progetto, ma il morale dei collaboratori può non essere quantificabile al pari delle pietre miliari su una linea temporale.

Come (da project manager) diventare un BUON project manager?

Sapere cosa significa una buona leadership di progetto porta all’inevitabile domanda.

Come si può applicare questo concetto alla realtà per diventare un buon project manager?

Gli aspetti che molti – ottimi – leader condividono sono i seguenti:

  1.  Mantengono il focus sull’obiettivo;
  2. Sono consapevoli;
  3. Creano soluzioni;
  4. Sono analisti;
  5. Sanno valutare i rischi;
  6. Sono in grado di generare un senso di urgenza quando necessario;
  7. Sono perspicaci;
  8. Promuovono la coesione fra collaboratori;
  9. Motivano il team;
  10. Raggiungono i risultati.

Questi rappresentano dieci pilastri sui quali è possibile costruire una buona leadership.

La leadership è difficile da insegnare attraverso libri, video e corsi.

Certamente si possono imparare le basi leggendo, ma la “pratica” sul lavoro è un’altra cosa.

Cosa dice la sesta edizione del PmBok sulla leadership?

Può essere più difficile gestire un team, ed in generale un progetto, attraverso la leadership piuttosto che l’autorità.

Di solito la leadership è però più efficace perché costruita sulla fiducia e sul rispetto.

La leadership è particolarmente importante all’inizio di un progetto per definire la visione, comunicarla al team ed iniziare appunto questa fondamentale relazione di fiducia e di rispetto.

Questo aiuta tutti i collaboratori a prendere parte agli obiettivi del progetto.

Le buone capacità di leadership manterranno i membri del gruppo ispirati e motivati a fare del loro meglio.

Per essere un project manager con buone capacità di leadership, è importante riconoscere le situazioni e selezionare l’azione appropriata.

Il PmBok riassume la leadership come:

  • Condurre i membri del team e gli stakeholder verso un obiettivo di progetto comune;
  • Fare le cose “attraverso” i membri del team di progetto;
  • Dirigere con rispetto e fiducia;
  • Comunicare, motivare e ispirare il team;
  • Mantenere la visione, la strategia e la comunicazione delle prestazioni del progetto;
  • Valutare le prestazioni del team di progetto.

La chiave sta nella comunicazione

Lo strumento più prezioso a disposizione di un project manager è una comunicazione chiara.

Comunicazione chiara sia con il team, sia con gli eventuali capi, sia con tutti gli stakeholder.

Questa qualità è probabilmente ciò che, prima di tutto il resto, caratterizza un buon leader.

La comunicazione non è solo un mezzo attraverso il quale si possono articolare bisogni e desideri ma, se utilizzata correttamente, trasmette chiaramente ai membri del team quali sono gli obiettivi attesi, i requisiti ed i limiti da rispettare.

Ciò permette a tutti di agire correttamente in modo autonomo.

Più i membri del team sanno, più possono agire autonomamente e fare le scelte giuste.

Per assicurarsi che le capacità di comunicazione siano chiare, si può seguire un semplice schema, applicabile sia alle comunicazioni scritte che a quelle parlate.

  • Per prima cosa bisogna essere avvincenti, in quanto il messaggio deve suscitare interesse e coinvolgimento in merito all’argomento.
  • In secondo luogo, bisogna essere persuasivi. Se non si è in grado di influenzare la persona con la quale stiamo comunicando, non si riuscirà a cambiare il suo modo di pensare o le sue abitudini.
  • Infine, bisogna essere potenti. Ciò significa che bisogna comunicare in modo efficace ed efficiente. La corretta risposta alla comunicazione dovrebbe essere l’azione.

La leadership per un project manager è un termine probabilmente facile da descrivere ma rappresenta un obiettivo da inseguire e provare a raggiungere per tutta la vita lavorativa.

Tu che tipo di leader sei?

Quali sono per te gli aspetti più difficili, in ambito di leadership, da mettere in pratica?

Raccontaci la tua esperienza.

Aumenta la tua capacità di leadership.

Il digital project manager: quando il Project incontra il web

Cosa è il Digital Project Manager? E’ presto detto!

Al giorno d’oggi, la nostra routine va in parallelo con il mondo digitale, siamo connessi 24 ore su 24 e – quasi – qualsiasi cosa è possibile grazie alla rete.

Il lavoro stesso è in gran parte digitale.

Per questi motivi nasce la figura del digital project manager, specialista che conosce il panorama del business online e conosce i moderni strumenti di gestione dei progetti online.

Un project manager digitale non è tanto diverso da un project manager tradizionale.

Anche un digital project manager, infatti, gestisce compiti e alti task legati ai progetti, come ad esempio la pianificazione delle tappe, la comunicazione con gli stakeholder, la gestione del team e, naturalmente, la consegna dei progetti entro la deadline e senza superare il budget.

La differenza è che essi lavorano nello spazio digitale.

digital project manager

Spazio digitale che sta crescendo giorno dopo giorno e che mette a disposizione strumenti sempre più performanti.

Si potrebbe pensare al digital project manager come figura esclusiva per aziende high-tech e software, ma non è così.

Il digitale impregna le nostre vite, siamo sempre più connessi e questa iperconnessione e ipertecnologia diventa ogni giorno più “normale”.

Quasi tutte le imprese commerciali hanno ormai una presenza online e cercano di migliorarla e curarla.

In molti cominciano a capire che la presenza sul web non è meno importante di una presenza fisica come una filiale o della stessa sede aziendale.

E’ questo lo spazio di lavoro in cui si muove il digital project manager. Uno spazio sì di innovazione ma non più futuristico.

La sua figura è ogni giorno più richiesta dal mercato e la sua importanza in una Azienda che si affaccia al web o intende migliorare la sua presenza online è sempre più indispensabile.

Qualsiasi azienda che spinga le vendite attraverso il proprio sito web, tramite ottimizzazione dei motori di ricerca, newsletter, social media marketing e copywriting potrebbe voler chiedere l’aiuto di un project manager digitale.

Il digital project manager: Ma cosa fa esattamente?

I progetti di un digital project manager funzionano in modo simile a qualsiasi altro progetto, ma possiamo trovare delle sottili differenze.

La gestione del progetto digitale segue solitamente questi cinque passaggi:

  1. Scoperta: lo stadio di generazione di idee, in cui vengono esplorati nuovi concetti, o nuove tecnologie, vengono identificate le soluzioni e valutati i rischi;
  2. Pianificazione del progetto;
  3. Produzione: il lavoro in concreto;
  4. Distribuzione: cioè il lavoro di valutazione ed analisi del prodotto del progetto, ad esempio, una campagna di social media marketing;
  5. Manutenzione: il progetto digital raramente ha un finale definitivo, ma rimane aperto per correzioni e rielaborazioni durante tutta la sua vita. Ad esempio, una campagna di social media marketing, mentre è attiva, può essere indirizzata ad un altro pubblico target, può essere modificata nell’immagine, ecc. a seconda dei risultati delle analisi dei dati.

Il digital project manager valuterà i rischi, pianificherà il lavoro e coordinerà i compiti, dirigerà il team e manterrà il progetto “in carreggiata”.

Egli è anche coinvolto nel processo di sviluppo aziendale che non potrà non andare di pari passo con l’immagine e lo sviluppo aziendale sul web.

Oltre alla gestione del team e del progetto, questi nuovi manager digitali hanno a che fare direttamente o indirettamente con i clienti e con le loro esigenze.

Addirittura, la loro relazione con il cliente potrebbe avere maggiore influenza rispetto persino al team di vendita.

Saranno loro infatti a raccogliere gli “umori” dei clienti, a percepire i loro desideri e a indirizzare il management aziendale verso scelte che potrebbero rivelarsi determinanti per lo sviluppo aziendale.

Quali sono gli strumenti e le competenze richieste per essere un buon Digital Project Manager?

Il set di abilità e competenze richieste al digital project manager saranno leggermente diversi rispetto a quelli del project manager tradizionale.

Possiamo elencare le seguenti:

  • CMS – Content Management System: software che permette la gestione dei contenuti web, senza necessità di ricorrere al webmaster. Queste modifiche possono essere fatte appunto dal digital project manager, liberando così gli sviluppatori che possono concentrarsi su task più complicati;
  • Architettura dell’informazione: struttura e categorizzazione delle informazioni, dei contenuti e dei processi digitali;
  • Analytics: i digital project manager devono sapere come analizzare ed utilizzare i dati raccolti da strumenti come Google Analytics. I dati ricavati sono infatti fondamentali per capire e correggere il rendimento del sito web;
  • HTML: questa competenza permette al digital project manager di eseguire personalmente alcuni lavori di programmazione, permettendo agli sviluppatori di concentrarsi su task più complessi;
  • Search Engine Optimization (SEO): essere in grado di posizionare il proprio sito Web nei primi risultati di Google e dei motori di ricerca in generale, è cruciale per il successo online. Il digital project manager deve conoscere tutti gli strumenti SEO che permettono di promuovere il sito nel miglior modo possibile;
  • Social media: questi sono utilizzati da un’azienda principalmente per indirizzare il traffico verso il proprio sito e per migliorare la brand awareness, la reputazione online. Conoscere piattaforme come Twitter, Instagram e Facebook è quindi fondamentale per un digital project manager.

Job Description

I digital project manager sono responsabili della gestione di progetti digitali, che possono includere ad esempio il lancio di siti web, di strumenti online, di applicazioni per dispositivi mobile, di campagne pubblicitarie su social media e altro.

Si tratta di professionisti esperti di tecnologia ed innovazione, con una profonda conoscenza di come la tecnologia lavora per raggiungere gli obiettivi di business.

I digital project manager sono metodici, hanno ottime capacità di gestione del tempo e di comunicazione, sia personale che online, e gestiscono efficacemente progetti rispettando i requisiti di qualità, tempo e budget.

Ciò comporta la redazione di documentazioni di supporto, come l’analisi ed il piano dei rischi e le specifiche dei requisiti, per garantire che i progressi effettivi rispettino i progressi pianificati.

I digital project manager evidenziano i rischi e sviluppano piani per affrontare, arginare e risolvere in modo proattivo questi problemi quando e se si presentano durante il ciclo di vita del progetto.

Oltre alla gestione dei rischi, saranno anche sempre alla ricerca di opportunità per il business da esplorare in nuovi potenziali progetti.

Altro task include la creazione di canali di comunicazione efficace con il team e con gli stakeholder.

Ottenere il consenso sul progetto e assicurarsi che tutte le attività a loro delegate siano chiare è uno dei loro principali obiettivi.

Un digital project manager deve inoltre avere grande capacità ad adattamento.

Lo spazio digitale può presentare grandi cambiamenti ogni giorno e senza preavviso e la flessibilità e un elevato spirito di adattamento sono fondamentali.

Last but not least, il digital project manager deve possedere un linguaggio tecnico e di marketing, ma allo stesso tempo deve comprendere e parlare il linguaggio della gente del web.

Parlare il “linguaggio” giusto aiuterà infatti a comprendere meglio ciò che dicono i clienti online in modo da poter contribuire alla conversazione e comunicare efficacemente i messaggi agli altri.

Sei un digital project manager?Quali sono i tuoi progetti digitali?
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Inizia a gestire il tuo progetto digitale.

Come gestire progetti vincenti: 7 consigli

Il successo di qualsiasi progetto dipende dalla capacità di un project manager di possedere un approccio metodico specifico per ciascun progetto.

L’approccio deve essere in linea con le esigenze del cliente e con i punti di forza del proprio team.

Per gestire un progetto vincente è indispensabile la creazione di una struttura di lavoro efficace non è un compito che chiunque è in grado di svolgere.

Naturalmente, la maggior parte dei project manager sa che la gestione del flusso di lavoro, come qualsiasi altro strumento che contribuisca al successo della gestione dei progetti, è importante, ma come farlo correttamente spesso non è così scontato.

Qualsiasi project manager sa che i migliori consigli e trucchi per la gestione del progetto vengono con il tempo, con l’esperienza, ma anche dai consigli di project manager più esperti.

Oggi vi vogliamo quindi dare 7 preziosi consigli per la gestione di progetti vincenti.

Come gestire progetti vincenti : Pianificare la giornata utilizzando le tecniche di gestione del tempo

Per un project manager, le capacità di gestione del tempo sono essenziali perché si ha a che fare con una serie di attività che spesso richiedono tempi di risposta rapidi.

Pianificare la giornata sarà quindi fondamentale per mantenere l’organizzazione generale ed aumentare la produttività.

Per la pianificazione delle attività esistono appositi software di gestione dei progetti che possono risultare un valido aiuto e che permettono di tenere traccia del lavoro svolto.

Se non si è molto esperti di tecnologia, anche una semplice lista di cose da fare, ordinate secondo priorità, può essere un buono strumento organizzativo.

come gestire progetti vincenti

I compiti più importanti e prioritari saranno quindi posti in cima alla lista, mentre quelli meno importanti in basso.

Un’altra idea è anche quella di usare colori differenti a seconda dell’urgenza dell’attività.

Avere un piano visivo delle attività quotidiane aiuta ad avere un quadro generale. Contribuisce ad essere consapevoli di come gestire il tempo per ogni compito specifico e per ogni singola risorsa.

Come strumento visivo non possiamo che consigliare l’utilizzo del Gantt.

Come gestire progetti vincenti: Includere gli stakeholder nelle decisioni importanti

Pur avendo molte responsabilità riguardanti il progetto, il project manager non deve mai dimenticarsi dei clienti e degli stakeholder .

Una buona comunicazione in un progetto è essenziale per tenere informate le parti sulla progressione del progetto stesso  e sull’eventuale necessità di cambiamenti di programma.

Alcuni clienti possono avere aspettative diverse quando si tratta di comunicazione, quindi già in fase di pianificazione di un progetto è importante stabilire la frequenza e il sistema di comunicazione da utilizzare, che può essere e-mail, telefonate, meeting, ecc.

Stabilire anticipatamente le aspettative di comunicazione aiuta ad alleviare l’incertezza degli stakeholder sulla frequenza e sull’arrivo delle comunicazioni.

Inoltre, può aiutare anche il project manager a stabilire i limiti per quando è libero di parlare del progetto e quando invece può considerarsi troppo impegnato per avere una conversazione – a meno che non si tratti di un’emergenza.

Come gestire progetti vincenti: Comunicare regolarmente con il team

La comunicazione quotidiana con il team aiuta a tenere sotto controllo equivoci e esigenze poco chiare.

Mantenere il proprio team informato in ogni fase del progetto è essenziale per il successo della gestione dei progetti.

Buone capacità comunicative sono un cornerstone del project management.

In altre parole, una comunicazione chiara e frequente influenza positivamente il modo in cui i membri del team vedono il loro project manager come leader, aiuta a controllare la qualità del prodotto e la durata del progetto, oltre a favorire il risk management.

come gestire progetti vincenti

Inoltre, uno studio pubblicato da Procedia Technology ha rilevato che alcuni metodi di comunicazione sono più efficaci rispetto ad altri.

I ricercatori hanno scoperto che la comunicazione funziona meglio nel seguente ordine, dal più al meno efficace:

  1. Comunicazione elettronica (con gli strumenti giusti);
  2. Comunicazione scritta;
  3. Comunicazione verbale;
  4. Comunicazione visuale;
  5. Comunicazione non verbale.

Come gestire progetti vincenti: Anticipare le possibili situazioni di stallo del progetto

Anche i migliori piani possono andare male. Anche con un alto livello di pianificazione e attenzione ai dettagli, il progetto potrebbe comunque incontrare alcune difficoltà.

Prestare attenzione ai reclami delle parti interessate o dei colleghi e altri segnali di allarme, come un termine mancato o un superamento dei costi, è fondamentale.

Prevenire una crisi permetterà al progetto di proseguire senza troppi intoppi, risparmiando un sacco di tempo e mantenendo coesi team, stakeholders e project manager.

Sfortunatamente non tutte le complicazioni possono essere evitate. Le capacità di gestione delle crisi sono essenziali per affrontare l’imprevisto.

I project manager devono essere flessibili e pragmatici, improvvisare e prendere decisioni precise quando necessario.

Come gestire progetti vincenti: Conoscere i propri limiti come project manager

Molti progetti sono destinati a fallire sin dall’inizio a causa di aspettative non realistiche (puoi leggere come gestire le aspettative di un progetto).

Stabilire scadenze impossibili o assegnare troppo lavoro ai membri del team porterà sicuramente a lavori poco curati e spesso al mancato rispetto delle scadenze.

Errori e ritardi nel lavoro possono dirigere il progetto verso l’insuccesso, rendendo necessari lavori di aggiustamento e “rattoppamento”, estensioni del calendario e andando a minare la fiducia degli stakeholder e del team stesso.

Prendersi il tempo per conoscere la squadra con cui lavorare aiuterà a comprendere i punti di forza e di debolezza di ognuno e ad assegnare quindi i compiti giusti.

La delega dei task alla persona giusta è molto importante perché il successo dipende dal modo in cui i membri del team possono e sono in grado di eseguire i loro compiti.

Come gestire progetti vincenti: Rimanere concentrati sui dettagli

Un problema comune riscontrato dai project manager è che gli obiettivi del progetto non sono in linea con gli obiettivi aziendali.

Un grande project manager definirà un piano strategico per il progetto in grado di riportare al successo l’azienda.

È troppo facile perdersi in dettagli minori e dimenticare quale è l’obiettivo, quindi un obiettivo del progetto ben pianificato è essenziale per il successo.

Avere una scadenza e un budget prestabiliti aiuteranno a mantenere una struttura per il progetto, scandito da traguardi e da una lista scritta di requisiti.

Come gestire progetti vincenti: Essere aggiornati sugli ultimi trend di project management

Upskilling è molto utile se non indispensabile per la gestione dei progetti.

Sfortunatamente, con l’elevato carico di lavoro e lo stress del lavoro a tempo pieno, può essere difficile trovare il tempo per partecipare a corsi di formazione o di aggiornamento.

D’altro canto, esistono molti corsi sul project management che vengono svolti online e la maggior parte delle aziende saranno felici di rimborsare il loro costo.

Lo sviluppo professionale non dovrebbe mai fermarsi. La forza lavoro è in costante cambiamento, aggiungendo nuovi strumenti e ruoli di gestione del progetto che non esistevano fino a pochi anni fa.

Per concludere, un project manager deve essere un esperto in leadership, comunicazione e capacità organizzative.

Con l’alto carico di lavoro e lo stress, è essenziale avere le competenze necessarie per raggiungere ogni traguardo.

Rimanere responsabile e consapevole di tutti gli aspetti del progetto guiderà al successo.

Quali sono i vostri suggerimenti per la gestione di progetti vincenti?

Impare a gestire i tuoi progetti con Twproject

Una prova vale più di mille parole.

La sesta edizione del PMbok tradotta anche in italiano

Panoramica generale e differenze rispetto alla quinta edizione.

Alla fine del 2017 è stato pubblicata la sesta edizione del PMbok in italiano. Partiamo dalla base: che cos’è il PMbok?

Si tratta del Project Management Body of Knowledge, ossia una guida, pubblicata dal Project Management Institute – PMI, che ha lo scopo di documentare, riunire e standardizzare le pratiche generalmente utilizzate e riconosciute nel project management.

Precisiamo che per pratiche “generalmente riconosciute” si intendono quelle pratiche applicabili alla maggior parte dei progetti e sulle quali esiste un consenso diffuso sul loro valore e sulla loro utilità.

Ciò significa che a volte gli ultimi trend di project management promossi da alcuni consulenti, sebbene interessanti dal punto di vista evolutivo, potrebbero non far parte dell’ultima versione di questa guida, perché ancora non rientrano fra le pratiche “generalmente riconosciute”.

Il PMbok si è evoluto nel corso degli anni, facendo il suo debutto con la prima versione nel 1987, fino ad arrivare all’attuale sesta edizione pubblicata nel 2017.

Ma quali sono le modifiche del PMbok dalla quinta edizione a quella attuale?

Riassumiamo i cambiamenti in questo articolo.

PMBOK sesta edizione: Aumento dei capitoli totali

Nella quinta edizione del PMbok venivano elencati cinque gruppi di processi:

  1. Avvio
  2. Pianificazione
  3. Esecuzione
  4. Monitoraggio e controllo
  5. Chiusura

Questi rimangono invariati nella sesta edizione, ciò che cambia però è il numero di sotto-processi all’interno di ciascun gruppo di processi.

Nella quinta edizione, inoltre, c’erano un totale di 13 capitoli. Nella sesta edizione troviamo invece l’inserimento di un nuovo capitolo che tratta del ruolo del project manager e delle sue funzioni.

Oltre a questo, le abilità e le competenze che un project manager deve possedere sono ora allineate al, così detto, Triangolo del Talento.

Non è infatti sufficiente avere competenze tecniche, ma il dinamismo dell’ambiente di lavoro e le tendenze evoluzionistiche nel settore richiedono che il project manager abbia competenze aggiuntive.

Tra le più rilevanti troviamo:

  • Gestione strategica e aziendale: È necessario comprendere l’andamento ed il funzionamento del business aziendale per adeguare ad esso il progetto. Il project manager deve quindi possedere le competenze che consentono di analizzare la concorrenza, il mercato, conoscere le implicazioni legali, i modelli di business, ecc.
  • Capacità di leadership: questa skill è già stata discussa nella quinta edizione del PMbok, ma la nuova le dà una maggiore enfasi. Le capacità di leadership includono intelligenza emotiva, problem solving, team building e capacità di influenzare e motivare la squadra;
  • Abilità tecniche: riferite principalmente al settore in cui si lavora e alle skills richieste, nello specifico, dal progetto.

PMBOK sesta edizione: Le aree di conoscenza

Nella quinta edizione del PMbok venivano elencate 10 aree di conoscenza.

Queste ultime sono ancora presenti nella sesta edizione, ma due appaiono con nuovi nomi, come specificato nel seguente elenco:

  1. Integration Management.
  2. Scope Management.
  3. Time Management viene sostituito da Schedule Management.
  4. Cost Management.
  5. Quality Management.
  6. Human Resource Management viene sostituito da Resource Management.
  7. Communications Management.
  8. Risk Management.
  9. Procurement Management.
  10. Stakeholder Management.

Come mai questi due cambiamenti?

Con il nuovo termine Resource Management viene indicata non soltanto la forza lavoro degli esseri umani, ma anche le risorse fisiche (come materiali, attrezzature, licenze, ecc.) che fanno sempre parte di un progetto e contribuiscono al suo successo.

Time Management è stato invece sostituito con Schedule Management per enfatizzare l’importanza della pianificazione e della gestione del progetto.

La sesta edizione del PMbok in italiano

Inoltre, nella sesta edizione del PMbok, ogni area di conoscenza avrà quattro sezioni aggiuntive:

  • Key concepts / concetti chiave;
  • Tailoring considerations: devono aiutare a mettere maggiormente a fuoco i processi importanti di un progetto a seconda delle sue dimensioni e, naturalmente, dell’ambito di lavoro;
  • Gli sviluppi e le nuove pratiche del project management;
  • Focus sulla metodologia Agile e adattativa.

PMBOK sesta edizione: I tre nuovi processi

Nella sesta edizione del PMbok in italiano sono elencati 49 processi, ovvero 2 in più della scorsa edizione.

In realtà le modifiche ai processi sono 4 in quanto sono stati aggiunti tre processi mentre uno è stato eliminato.

Nello specifico, il processo Close procurement è stato rimosso perché riferito alla chiusura di contratti di venditori, task che generalmente, nella maggior parte delle organizzazioni, non viene eseguita dai project manager.

Tra i nuovi processi aggiunti troviamo invece:

  1. Manage Project Knowledge / Gestione della conoscenza di un progetto: nato dalla necessità di elaborare i dati del mercato e del business in cui si opera per trasformarli in conoscenza e “saggezza” sulle quali si baseranno determinate decisioni. La conoscenza è un potere che aiuterà il project manager ad utilizzare le tecnologie di elaborazione dei dati e a prendere decisioni sulla base di analisi concrete;
  2. Implement Risk Response / Implementazione della risposta al rischio: sondaggi di PMI hanno affermato che la maggior parte dei fallimenti di progetti sono dovuti a una gestione impropria del rischio. Quindi, implementare la risposta al rischio nella gestione del progetto è un’aggiunta necessaria;
  3. Control Resources / Controllo delle risorse: questo nuovo processo si riferisce al monitoraggio ed al controllo delle diverse risorse presenti nel progetto ed è allineato alla modifica, vista precedentemente, nell’area della conoscenza dalle risorse umane.

PMBOK sesta edizione: 6 modifiche nei processi esistenti

6 processi vengono rinominati nell’attuale edizione del PMbok, anche se il loro contenuto rimane invariato:

  1. Perform Quality Assurance diventa Manage Quality
  2. Plan Human Resource Management diventa Plan Resource Management
  3. Control Communications diventa Monitor Communications
  4. Control Risks diventa Monitor Risks
  5. Plan Stakeholder Management diventa Plan Stakeholder Engagement
  6. Control Stakeholder Engagement diventa Monitor Stakeholder Engagement

Da Perform Quality Assurance a Manage Quality. Si riferisce al fatto che, mentre la garanzia della qualità è un modo per gestire la qualità durante l’esecuzione, in realtà ci sono anche altri aspetti qualitativi da considerare. Questa gestione della qualità complessiva è ciò che riflette la modifica del nome.

Il cambiamento da “Control” a “Monitor” indica che, mentre il progetto viene eseguito, lo monitoriamo per capire cosa sta succedendo e personalizziamo la strategia per soddisfare le mutevoli esigenze.

La sesta edizione del PMbok in italiano

I punti 5 e 6 sugli stakeholder si riferiscono al fattore essenziale di capire come coinvolgere gli stakeholder per garantire che tutti siano in accordo con i progressi ed i risultati.

Chi sarà influenzato da questi cambiamenti?

La figura del Project Manager sta diventando sempre più importante e si sta diffondendo in tutti i settori; è per questo che aumenta la necessità di certificare le proprie competenze.

La sesta edizione del PMbok in italiano diventa quindi un testo fondamentale per tutti coloro che si trovano alle prese con un esame ufficiale per ottenere il titolo di Project Manager.

Ad oggi, infatti, esistono cinque certificazioni riconosciute a livello internazionale:

  • CAPM – Certified Associate in Project Management.
  • PMP – Project Management Professional.
  • PgMP – Program Management Professional.
  • PMI-SP – PMI Scheduling Professional.
  • PMI-RMP – PMI Risk Management Professional.
  • PMI-ACP – PMI Agile Certified Practitioner.

Indipendentemente dal tipo di certificazione gli studenti e futuri Project Manager non potranno non avere come riferimento il Pmbok e, di conseguenza, il loro lavoro sarà sicuramente influenzato dai cambiamenti presenti nella sesta edizione del PMbok.

Ma non solo.

Anche un Project Manager certificato deve essere consapevole dei cambiamenti contenuti nella sesta edizione del PMbok in italiano.

Rimanere aggiornati ed al passo con i tempi è la migliore qualità di un professionista serio e competente.

Una lettura attenta della nuova edizione del Pmbok sarà sicuramente utile e fonte di riflessioni interessanti per guidare in maniera efficiente e professionale qualsiasi tipo di progetto.

Lasciaci un tuo commento o una tua impressione sulla nuova edizione del Pmbok.

Prendi confidenza con le fasi del tuo progetto.

Le 3 tendenze del Project Management

Il Project Management non è un argomento statico ma evolve di anno in anno e segue l’andamento dell’industria e del mondo del lavoro in generale.

Esistono tendenze, sotto i nostri occhi, che stanno influenzando e influenzeranno sempre più questa professione.

Alcune di queste sono iniziate già qualche anno fa e gradatamente prendono piede, altre sono nate recentemente e anche in modo improvviso.

Conoscere come il Project Management si evolve è necessario per mantenere una visione strategica della professione e del settore.

Vediamo quindi quali sono i trend che andranno ad interessare il settore del Project management.

I Trend del Project Management: L’avvento dell’Intelligenza artificiale

Si sente parlare molto di intelligenza artificiale e intorno a questo argomento aleggia un vero e proprio dibattito.

Come per ogni nuovo trend, anche per questo scenario esistono due correnti di pensiero:

  • coloro che sono a favore che la preannunciano come la “realtá” del futuro;
  • e coloro che sono scettici, o addirittura spaventati, delle conseguenze che questa evoluzione possa avere nella vita di tutti i giorni e nel lavoro.

Anche il Project Management potrà essere influenzato dall’intelligenza artificiale.

Dobbiamo quindi essere favorevoli o spaventati?

Nello specifico, quando parliamo di intelligenza artificiale applicata al Project management, parliamo di sistemi in grado di gestire quotidianamente dei progetti ed il loro stato di avanzamento senza la necessità di input umani.

Non solo verranno così automatizzati i compiti più semplici, ma potrà essere sviluppata anche una comprensione dei punti chiave del progetto.

In questo modo l’intelligenza artificiale potrà utilizzare questa conoscenza per eseguire compiti più complessi, formulare raccomandazioni e addirittura prendere decisioni.

Inoltre, un sistema di intelligenza artificiale potrà far risparmiare tempo migliorando i risultati di un progetto.

project management

Il Project Management gestito da intelligenza artificiale è un servizio che va oltre ciò che viene offerto al momento, per esempio, dai cosiddetti bots.

Nemmeno un algoritmo che applica l’apprendimento automatico per prevedere le stime delle attività, sebbene interessante ed utile, può definirsi intelligenza artificiale.

È solo quando si inizia ad unire bots ed algoritmi che si inizia a vedere il vero potenziale dell’intelligenza artificiale nel Project Management.

Proviamo a ipotizzare cosa potrà fare l’intelligenza artificiale applicata la Project Manangement.

Ecco alcuni esempi concreti:

  • Abbinare la risorsa giusta al ruolo giusto: i Project Manager potranno performare le risorse in funzione dei team. Grazie alla intelligenza artificiale, si riuscirà, infatti, non solo ad abbinare la risorsa giusta al team/progetto giusto, ma sarà anche possibile selezionare a monte le risorse idonee ad un determinato progetto;
  • Ridurre i tempi di inattività: l’intelligenza artificiale potrà analizzare il rendimento e lo stato di avanzamento di ogni risorsa e assegnare così un lavoro/progetto in base alle reali capacità dell’individuo;
  • Creare un ecosistema per la gestione della conoscenza: quando un dipendente lascia l’azienda, una parte della sua conoscenza risulta intrasferibile e se ne va con lui. L’intelligenza artificiale può anche servire a centralizzare le conoscenze. Migliorare la coerenza e la qualità del lavoro eviterà di “ripartire da zero” quando avviene un cambiamento;
  • Migliorare la performance della risorsa, riducendo al minimo lo sforzo: Quante volte capita di non essere dell’umore giusto, e di impiegare mltissimo tempo per svolgere una attività semplice? Quante volte, invece, al contrario riusciamo a portare a termine attività complesse in pochissimo tempo? Grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, il sistema di project management potrebbe associare il miglior compito/task da svolgere al miglior momento della giornata, suggerendo la programmazione delle attività in modo personalizzato, unico ed anche variabile.
  • Fornire obiettività di valutazione e vigilanza senza stancarsi: per loro natura, gli essere umani possono affaticarsi e questo può andare ad incidere la qualità e la precisione del lavoro. Un sistema di intelligenza artificiale è invece instancabile e disponibile 24 ore su 24.

Naturalmente non esiste ancora un sistema che integri tutte queste funzionalità, ma in un prossimo futuro tutto ciò potrà diventare un vantaggio reale e concreto.

C’è molta strada da fare in questo campo e il potenziale dell’intelligenza artificiale nel Project Management non è ancora del tutto sviluppato.

Le nuove tecnologie, però, stanno lavorando per concretizzare ed integrare queste funzionalità.

I Trend del Project Management: Wearable technology

La tendenza nel Project Management al crescente utilizzo della Wareable Technology sembra inarrestabile.

La wearable technology – o tecnologia indossabile – va ben oltre gli occhiali, le cuffie o gli smartwatch a cui molti potrebbero pensare quando si sente nominare questa parola.

I dispositivi di wearable technology non solo ci aiutano nel contare quanti passi facciamo in un giorno o quante calorie bruciamo, ma possono addirittura migliorare la nostra produttività in un progetto.

I dispositivi indossabili, infatti, hanno la capacità di fornire dati in tempo reale e di eseguire funzionalità di monitoraggio e localizzazione.

Questi dispositivi stabiliranno così una connessione tra i lavoratori e la piattaforma digitale.

In questo modo, i dati verranno utilizzati per analizzare la forza lavoro al fine di aumentare l’efficienza e la produttività.

project management

La wearable technology potrà anche semplificare il processo di gestione delle attività quotidiane.

Il tempo, così come l’avanzamento dell’attività, potrà essere scansionato e raccolto su fogli di lavoro virtuali per avere un’immagine precisa del flusso.

Ma i dispositivi indossabili non serviranno solamente per analizzare la pura forza lavoro, ma anche per incrementare il livello di salute dei dipendenti.

Già tutt’ora, un numero crescente di datori di lavoro sta incoraggiando il proprio personale a indossare dei fitness tracker per misurare la propria salute.

È ampiamente dimostrato infatti che un aumento dei livelli di fitness è correlato all’aumento della produttività, del morale e della soddisfazione nel lavoro.

Inoltre, molti dispositivi tecnologici indossabili hanno la capacità di consentire ai Project manager in particolare, ma anche a coloro che si occupano di gestione dei team, di tenere traccia di aspetti strategici per il mantenimento delle performance sul posto di lavoro, quali la frequenza cardiaca degli impiegati, lo stress e il livello di affaticamento.

Questo ha la potenzialità di diminuire i casi di burn out causati da progetti troppo impegnativi per una risorsa.

Per questo, se un dipendente mostra un elevato livello di fatica durante un determinato lavoro, il datore potrà scegliere di delegare questi compiti a chi si dimostra più indicato e “piú fresco”, consentendo al primo dipendente del team di dedicarsi a lavori più leggeri.

Aziende in tutto il mondo stanno anche adottando l’utilizzo di wearable technology per il fitness tracking per offrire incentivi ai propri dipendenti. (Ad esempio in America viene offerta un’assicurazione sanitaria più economica ai dipendenti che aumentano i loro livelli di fitness.)

Il potenziale che la tecnologia indossabile ha nell’incrementare la produttività è il fattore che sta facendo crescere sempre più il suo utilizzo sul posto di lavoro.

Esistono già studi e report che evidenziano come l’utilizzo di questa tecnologia aumenti effettivamente la produttività.

I Trend del Project Management: Smart Working e Team in remoto

La sharing economy sta dimostrando che sempre più aziende stanno implementando l’utilizzo di project team con risorse operanti anche da remoto.

Sempre più lavoratori cercano la flessibilità. La possibilià di organizzare il proprio tempo e le proprie ore di lavoro e di non essere legati a una scrivania, è diventata un must.

Questo trend è destinato a crescere.

project management

In Italia, lo Smart Working (o lavoro agile) è una realtà: 305.000 lavoratori sono passati a questa modalità lavorativa. E i numeri cresceranno, soprattutto nelle Grandi Imprese.

Lo confermano i dati dell’ultima Ricerca dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano.

I benefici del lavoro da Remoto sono innegabili per l’azienda:

  • migliora la produttività;
  • si riduce l’assenteismo;
  • si abbattono notevolmente i costi per gli spazi fisici; diverse grandi aziende, infatti, stanno riprogettando le loro sedi, riducendo la superficie.

Inoltre, l’Osservatorio considera un incremento di produttività del 15% per un lavoratore che adotti un modello già collaudato di smart working.

I benefici del lavoro a distanza e delle Smart Working si ripercuotono anche sul lavoratore: infatti gli Smart Worker sono più soddisfatti dei loro colleghi che non adottano questa modalità lavorativa.

Grazie al lavoro a distanza lo smart worker:

  • Riduce i tempi ed i costi di spostamento. Come evidenzia l’Osservatorio anche implementando una sola giornata di lavoro a settimana da remoto, un dipendente potrebbe recuperare anche 40 ore in un anno.
  • Migliora notevolmente il bilanciamento dei tempi e degli spazi professionali e privati (il cosidetto work-life balance)

Dunque i team in remoto offrono grandi opportunità: più economicità e più produttività se gestiti in modo efficace e con gli strumenti giusti. Ne parleremo più avanti in questo blog.

Nel frattempo una riflessione conclusiva: cambiano gli scenari ma l’obiettivo di base della gestione del progetto rimane sempre lo stesso: consegnare entro la tempistica prestabilita e senza superare il budget.

Questa la nostra analisi, ci piacerebbe conoscere la tua. Intravedi altri trend che possano contribuire ad innovare e semplificare il Project Management?

Lasciaci qui un tuo commento o le tue impressioni sull’evoluzione del Project Management.

Twproject 6.4: API & Webhooks

Oggi siamo davvero felici di annunciare la nuova API di Twproject, grazie ad essa potrai finalmente integrare il tuo software di project management ad altri servizi interni per facilitare il tuo modo di lavorare.

Questa release include anche alcuni importanti fix di sicurezza, leggi i dettagli nel change log.

Cosa è una API?

API è l’acronimo di “Application Programming Interface” e permette ad un software come per esempio Twproject di integrarsi con software diversi con lo scopo di scambiarsi dati. Per fare un esempio immagina che creando un nuovo cliente nel tuo CRM tu possa creare in automatico un progetto in Twproject per gestire l’attività di presales, e che Twproject possa spedire in corso d’opera le ore lavorate al tuo software di accounting. La comunicazione funziona a due vie.

Perchè introdurre una API?

Lo scopo principale di un API e renderti la vita più semplice permettendoti di integrare più sistemi all’interno della tua azienda. Twproject è bravo a gestire i progetti, Il tuo CRM è bravo a  gestire i contatti con i clienti: utilizzando una API potrai permettergli di colloquiare colmando quel gap tra di loro e rafforzando le funzionalità.

Che cosa possono fare le API di Twproject?

Grazie alle nuove API sarai in grado di integrare Twproject ai tuo servizi, leggendo, creando aggiornando e cancellando dati in e da Twproject. Le API lavorano su tutti gli oggetti principali di Twproject come task, assegnazioni, risorse, worklog, spese e cosi via. E’ stata disegnata per essere il più semplice possibile in modo che tutti possano usarla senza particolari skill di programmazione.

L’autenticazione si basa su una API key che può essere generata da ogni utente abilitato, le chimamate lavoreranno in acciordo con i permessi dell’utente stesso coerentemente con la sicurezza. Le API potranno essere usate anche internamente, per esempio nelle portlet, in questop caso sarà la sessione ad autenticare l’utente la chiave non sarà necessaria.

Twproject spedisce dati in JSON e li riceve in JSON.

API & Webhooks

Insieme alle API abbiamo introdotto anche la gestione dei webhooks. Questa nuova funzionalità ti permette di chiamare degli specifici endpoint da te forniti in concomitanza di eventi specifici. La notifica avviene mediante un POST HTTP. Ogni evento come la creazione di un task, una modifica di data e cosi via possono chiamare webhooks diversi, da te specificati.

Nella tua istanza di Twproject troverai nella pagina di admin un nuovo box per accedere alla configurazione dei webhooks e ad un API testing tool per provare le chiamate alle API.

Per qualsiasi domanda relativa alle API o ai webhooks potete postare su  Stack Overflow inserendo nel titolo la parola Twproject, noi stiamo monitorando il canale e risponderemo velocemente..

Grazie ancora a tutti i clienti che hanno pazientemente aspettato questo rilascio, siamo certi che molti di voi saranno felici. Siamo davvero curiosi di vedere tutte le integrazioni che creerete.
Per tutti i dettagli sul funzionamento delle api trovate la documentazione qui:

Documentazione API

Ottieni adesso Twproject 6.4

Gli errori da evitare nella pianificazione di un progetto (Parte 1 di 5)

Gestire un progetto è complicato e commettere errori che possono compromettere l’andamento di tutte le attività, è molto semplice.

Una delle fasi più delicate da questo punto di vista è indubbiamente la pianificazione di progetto, gli errori commessi in questa fase sono infatti quelli più gravi e possono influire negativamente sul raggiungimento dei propri obiettivi.

Il problema è che spesso ci si accorge che qualcosa non va quando è troppo tardi e non c’è più nulla che si possa fare per limitare i danni.

In questo articolo ti spiegheremo quali sono gli errori più comuni e quali strategie puoi mettere in atto per evitarli.

I principali errori di gestione sono raggruppabili in 5 categorie:

  • errori di pianificazione
  • errori nella gestione delle priorità
  • errori di comunicazione
  • errori di responsabilità
  • errori di organizzazione

Sicuramente gli errori di pianificazione di un progetto, sono quelli con maggiore impatto,  questo non dovrebbe stupirti visto che pianificare le attività in termini di scomposizione in fasi,  creazione delle relazioni e stima degli effort è sicuramente un processo molto complesso per qualsiasi project manager.

L’esperienza in questo caso gioca un ruolo fondamentale, perché permette al project manager di raffinare la sua conoscenza e la sua valutazione di eccezioni e imprevisti. Essi sono infatti le vere incognite che alla fine allontanano il reale andamento delle attività dalla tua pianificazione.

La stesura di un piano è generalmente composta da due fasi principali. Ognuna di queste fasi può portare con se criticità diverse:

 Analisi del progetto e pianificazione delle fasi e dipendenze

Quando inizi ad analizzare una nuova attività e ti prepari a pianificarla devi avere ben chiari questi 3 punti per evitare errori che potrebbero compromettere la riuscita della tua attività.

1) Lo scope del progetto è troppo ampio

Problema: Anche se l’obbiettivo del progetto può essere chiaro, magari anche descritto in dettaglio e concordato con il cliente, focalizzarsi sull’obbiettivo finale, in particolar modo se la data di rilascio è a lungo respiro può portare a gravi conseguenze. Gestire progetti di grandi dimensioni è molto complicato, le variabili in gioco sono numerose e focalizzarsi sul rilascio finale può farti sottovalutare tanti piccoli imprevisti che fanno crescere il progetto senza controllo.

Soluzione: Il modo migliore per evitare di avere uno scope gigantesco è quello di fare brainstorming fino a quando non sarai in grado di delineare piccoli traguardi di facile gestione. Prima dell’inizio dei lavori riunisciti quindi con il tuo team, porta con te le specifiche di progetto e tutte le informazioni che hai sul cliente, il suo modo di lavorare e le sue aspettative. Inizia la discussione ed evidenzia passo dopo passo tutti gli obbiettivi minori del progetto. Se stai progettando una casa, gli obbiettivi minori saranno prima costruire le fondamenta, poi il primo piano, poi il tetto,a loro volta questi obbiettivi sono ancora scomponibili fino a raggiungere una lista di attività di facile gestione. Questo brainstorming è di grande aiuto anche per la scomposizione in fasi del progetto, che una volta evidenziati gli obiettivi minori risulterà più facile. Le sotto fasi non necessariamente dovranno sovrapporsi perfettamente con i sotto-obiettivi, essi saranno la linea guida, le tappe fondamentali a breve termine su cui focalizzarsi per mantenere tutto sotto controllo.

2) Micro management

Una volta identificati gli obbiettivi sia a lungo termine che, ancora meglio, a medio e breve termine sarà necessario scomporre il progetto in fasi con l’aiuto degli obiettivi sopra riconosciuti.

Problema: Indipendentemente dallo strumento utilizzato per la gestione delle fasi del progetto e importante non essere troppo ambiziosi e non incorrere nell’errore opposto a quello descritto al punto 1 e cioè scomporlo in troppe attività la cui manutenzione può diventare estremamente onerosa.

Soluzione: Quando fermarsi? Una fase, in particolare se questo dura più di 6 mesi, non dovrebbe durare meno di una settimana. Questo non è vero in generale e dipende da caso a caso ma si applica bene nella maggioranza dei casi. Sotto questo valore è possibile gestire le attività  con to-do list, checklist, in modo semplice sfruttando le ToDo in Twproject, strumenti molto più flessibili di un diagramma di Gantt, che resta comunque lo strumento migliore per gestire le fasi di un progetto. Usare strumenti di questo tipo aiuterà il team a lavorare meglio, senza bisogno del tuo costante intervento e li renderà più partecipi e coinvolti.

3) Il progetto non segue una metodologia di gestione standard

Problema: Come anticipato al punto precedente, per la stesura del diagramma e la gestione delle attività è fondamentale utilizzare uno strumento che ti supporti. Se non utilizzi uno strumento o più in generale una metodologia di pianificazione la probabilità che il progetto sia caotico aumenta esponenzialmente. Progetti diversi, gestiti da persone diverse, potrebbero essere organizzati in modi diametralmente opposti ed usare anche un lessico diverso tale da disorientare le risorse.

Soluzione: Affidati ad una metodologia, non importa quale, puoi preferire il waterfall o una metodologia agile, purché sia condivisa dal tuo team. Inizialmente potrebbe risultare faticoso ma col tempo, facendola tua e modificandola per calzare meglio con le tue esigenze ti aiuterà a tenere unito il team sotto una unica modalità di lavoro ed un’unica terminologia. Affidati ad un software che abbracci tale metodologia, esso ti aiuterà a mantenere una corretta gestione delle fasi, delle dipendenze e dei tempi e ridurrà quindi i ritardi e le incomprensioni drasticamente.

Analisi delle tempistiche e dell’effort

Una volta creato il diagramma e le dipendenze tra ogni fase è necessario stimare i tempi di queste fasi e l’effort richiesto per realizzarle.

4) La pianificazione è troppo ambiziosa

Problema: Uno degli errori comuni nella pianificazione è quello di essere troppo ambiziosi e pianificare seguendo esattamente il tempo stimato per le attività. Quando le fasi sono numerose è importante valutare un certo margine di errore che salva il progetto da numerosi slittamenti e aggiustamenti. Affidarsi alla conoscenza del proprio team è fondamentale perché solo in esso risiede una conoscenza dettagliata delle attività da svolgere e dei possibili rischi.

Soluzione: Impara a conoscere i tuoi collaboratori e valuta insieme al tuo team i possibili rischi di ogni fase di progetto in modo da dare una stima che non consideri solo il caso migliore ma anche il peggiore. Affidati alla conoscenza maturata dal tuo team per una stima realistica, non solo alla tua esperienza.

5) Sbagliare la pianificazione a causa della pressione del cliente

Problema: Capita molto spesso che le stime del progetto siano sbagliate non per ottimismo o pessimismo ma a causa della pressione fatta dai clienti che spesso hanno richieste infattibili e budget ridotti. Uno degli errori più comuni è dare al cliente la sensazione che alcune attività siano di facile realizzazione o magari gratuite rivelandosi invece poi costose sia in termini economici che di risorse.

Soluzione: Quando stimi un progetto, sia nell’effort che nei costi fallo senza pensare alla data promessa e al budget fissato. Una volta che la stima realistica è conclusa affiancala a ciò che si aspetta il cliente e cerca di allineare le due versioni. In questo modo avrai chiaro fin da subito se il progetto è a rischio perdita o a rischio ritardo senza avere brutte sorprese durante il suo svolgimento. Una corretta valutazione della realtà e delle aspettative evita frustrazioni nel team e problemi di comunicazione.

Conclusione

Se sei un project manager saprai bene che la lista degli errori che puoi commettere è ben più lunga, ma senza dubbio queste 5 problematiche, non sono solo molto comuni, ma sono anche 5 delle più rischiose per il raggiungimento del tuo obbiettivo.

L’utilizzo di un software di gestione progetti, come per esempio Twproject, ti permette di avere un controllo capillare su tutte le fasi, facilitando tutto il tuo lavoro ed evitandoti molti degli errori possibili nella pianificazione di un progetto.

Un software di gestione progetti ti aiuterà nella risoluzione di ognuno dei 5 problemi elencati:

  1. Potrai associare al tuo progetto discussioni e meeting che evidenziano tutti gli obbiettivi per aiutarti nella stesura delle fasi, grazie a chat e agenda integrata al progetto
  2. Avrai un Gantt Editor che ti aiuterà nella creazione delle fasi e delle dipendenze  e che ti permetterà di gestire to-do list e checklist per evitare il micro management
  3. Ti aiuterà ad abbracciare una metodologia e ad uniformare la terminologia in tutto il team
  4. Ti aiuterà a sfruttare la conoscenza del tuo team per una stima realistica del progetto: utilizzando to-do list associate al progetto potrai far emergere la conoscenza di tutte le micro-attività inserite dai tuoi collaboratori e stimare meglio progetti.
  5. Potrai gestire la pianificazione in fase di preventivo e in fase di svolgimento avendo sempre chiari i tempi ed i costi: grazie al carico degli operatori potrai valutare lo stato dei tuoi operatori e col Gantt interattivo stende un preventivo valutando la disponibilità delle risorse.

Se vuoi raggiungere obiettivi concreti evitando errori e perdite di tempo, queste funzionalità ti permetteranno di avere un controllo totale, ottimizzando i tempi e le risorse.

Puoi valutare subito come Twproject può aiutarti nella gestione del tuo lavoro attivando una prova gratuita della versione completa per 15 giorni.

Avrai un accesso completo a tutte le funzionalità che potrai testare direttamente sui tuoi progetti.

Inizia adesso a riconoscere questi errori e ad evitarli.